Advertising

Una campagna 'elettorale' per Fox e AM Newton

Ideata da AM Newton, l'agenzia romana di Gabriella Ambrosio e Luca Maoloni, e pianificata da Mediacom, la campagna "Vota Fox" prevederà ad aprile anche una fase di guerrilla advertising curata da PopCorn.

Dal 21 marzo, anche Fox scende in campo per le elezioni politiche 2006 con due candidati forti, credibili e soprattutto con un preciso programma. Ideata da AM Newton, l'agenzia romana di Gabriella Ambrosio e Luca Maoloni, e pianificata da Mediacom, la campagna sostiene due nomi d'eccezione: Homer Simpson e Arthur "Fonzie" Fonzarelli.

Due personaggi diversi ma complementari che rappresentano egregiamente il "partito unico" di Fox.

I volti di Homer e Fonzie con i loro semplicissimi slogan, «Vota Fonzie» e «Vota Homer», campeggeranno sui muri delle città accanto a quelli degli altri candidati alle elezioni. Ad accomunare i due volti simbolo di Fox, una certezza: quella di "avere il programma", un programma di sicuro successo in onda su FOX (canale 110 di SKY).

Oltre alla stampa e alle affissioni e megaffissioni in vari formati a Roma e Milano, da aprile la campagna prevede una fase di guerrilla advertising curata da PopCorn. Banchetti elettorali posizionati nelle principali piazze distribuiranno materiale dei due candidati. Pins, adesivi e bandierine come nella migliore tradizione delle campagne elettorali all'americana, insieme a volantini e cartoline con i punti del programma: «Più brillantina per tutti, più ragazze per tutti», «Nuove misure a favore della donna: 90-60-90» per Fonzie e «Più ciambelle per tutti, più birra per tutti», «Una ricetta per il Paese: ciambelle fritte» per Homer.

Per quanto riguarda la stampa trade, da aprile la pianificazione vedrà una declinazione targettizzata con slogan specifici come «Più audience per tutti», «Più share per tutti», «Più target per tutti». L'intento dell'operazione "Vota Fox" è quello di provocare un errore di sistema, un cortocircuito che smascheri e destabilizzi i meccanismi della contesa elettorale. I politici, fagocitati dai meccanismi di spettacolarizzazione, diventano così personaggi, entrando in competizione con tutti gli altri personaggi creati dal sistema dei media e dello showbusiness.