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NC 110 | INCHIESTA AI | Aziende: curiose e aperte al nuovo che avanza
La curiosità da parte delle aziende c’è:
cosa può offrire l’utilizzo delle piattaforme di intelligenza artificiale al proprio business? Da una parte c’è chi è consapevole delle potenzialità del mezzo, ne comprende i possibili sbocchi, grazie a un atteggiamento aperto e competenze interne. Altri si affacciano al mondo dell’intelligenza artificiale non conoscendone bene le caratteristiche tecniche e le implicazioni tecnologiche, e tendono quindi a ‘tirare il freno a mano’. La palla dunque passa alle agenzie di comunicazione che hanno la responsabilità di affiancare i clienti nel percorso di innovazione e trasformazione, prestando particolare attenzione alle implicazioni etiche e professionali, oggi sancite anche dall’AI Act europeo (vedi articolo dedicato).

Interesse e fiducia da parte delle aziende
Da un’indagine interna svolta da DigiTouch, il 70% dei clienti è interessato all’AI, di questi l’80% ci ha chiesto evidenze specifiche sull’utilizzo concreto nei progetti e campagne oltre che visione concreta delle potenzialità di analisi. Dati positivi e interesse confermati anche da Vicky Gitto, founder e chief creative officer GB22: “Tra le aziende in generale c’è molta curiosità sull’AI: ci è capitato spesso di fare presentazioni su progetti di comunicazione che sperimentano su queste piattaforme a volte creativamente, a volte produttivamente con progetti basa- ti su performance e programmatic con contenuti realizzati in real time”.
Anche i clienti dell’agenzia Armando Testa si sono posti da subito con grande entusiasmo e poche (ma giuste) remore verso la nuova tecnologia, come spiega Nicola Cellemme, direttore creativo esecutivo Armando Testa (sede di Milano): pur chiedendo garanzie e rassicurazioni sugli aspetti legali che, soprattutto in fase iniziale, erano uno dei maggiori argomenti di discussione, l’AI è stata uno dei topic più discussi e richiesti dai nostri clienti. Recentemente l’abbiamo anche vista indicata come tecnica favorita per la creazione di animatic per alcuni test. In generale i clienti ci hanno stimolati nel creare campagne con e sull’intelligenza artificiale. Usandola sia per velocità ed economia (è innegabile il vantaggio in determinati ambiti, ndr), che per rendere i contenuti più moderni e attuali, l’AI, infatti, sta sviluppando una sua grammatica visiva riconoscibile e desiderata. L’anno scorso usammo l’AI come tecnica di post-produzione per un video di lancio di un prodotto e il cliente vedendone l’output commentò “ora che ho visto questo, tutto il resto mi sembra preistoria!”. Questo la dice lunga su quanto l’AI possa stupire e sorprendere”.
Per Davide Boscacci, chief creative officer Accenture Song Italy, Central Europe, Greece, l’intelligenza artificiale è richiesta “ogni giorno, ogni cliente, ogni settore”. “Per alcuni clienti - spiega - siamo già molto avanti nei processi. Con Vodafone, ad esempio, abbiamo potenziato il processo di creazione e produzione di contenuti per il digital marketing, migliorando il rispetto delle brand guideline e raddoppiando l’approval rate. Risultati quantitativi e qualitativi ottenuti creando strumenti custom, adottandone altri e integrandoli in un nuovo modello di lavoro”.
Oggi, dunque, sono tutti molto attenti rispetto a cosa può offrire l’AI al proprio business. Chi è consapevole delle potenzialità, ne comprende i possibili benefici e quindi accoglie con fiducia quelli che potranno essere gli sviluppi futuri generati dall’introduzione dell’AI nei processi. Tuttavia, ci sono anche clienti più prudenti, come spiega Stefano Capraro, founder & ceo This is Ideal, che sanno di dover/voler stare all’interno del dibattito aperto sul tema e si affacciano al mondo dell’intelligenza artificiale non conoscendone bene le caratteristiche tecniche e le implicazioni tecnologiche, tendendo a frizionare maggiormente le attività che invece potrebbero avvalersi dell’impiego dell’AI in modo efficace. “In generale - precisa Capraro -, oggi più che mai le agenzie di comunicazione hanno la responsabilità di accompagnare i propri clienti in questo percorso di innovazione e trasformazione e lo devono fare con un impegno etico e professionale parti- colarmente puntuale. La formazione e la consulenza che possiamo riflettere sui nostri clienti, a prescindere dal settore in cui operano, è fondamentale oggi per aiutarli a fare chiarezza in un mondo - quello della comunicazione - che corre più di sempre”.

I settori più ‘sensibili’
In quali settori è evidente un maggior interesse e quali più si prestano all’utilizzo degli applicativi di intelligenza artificiale? “Al momento riscontriamo maggior interesse sul tema tra le imprese ‘tech driven’ - spiega Gitto (GB22) -che per natura ri- chiedono costante innovazione o, agli antipodi, in settori da cui non te lo aspetteresti come quelli legati alla consulenza legale per esempio”. Per Stefania Siani, presidente Adci e ceo e cco Serviceplan Italia, invece, non ci sono settori elettivi. “L’impatto - afferma - sarà sistemico, su tutta la value chain, su tutta la filiera: dalla strategia alla creazione, dalla produzione alla pianificazione, fino alla misurazione dei risultati. Non ha alcun senso segmentare”.