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NC n.109. BBDO Italy: focus su qualità, impatto sociale positivo e ascolto
Parte del network più premiato al mondo, in Italia vanta due sedi, una a Milano e una a Roma, e un team di oltre 100 professionisti che condividono la stessa passione per la qualità. Stiamo parlando di BBDO Italy, un’organizzazione dove le persone costituiscono un elemento distintivo.
Le persone sono al centro del suo quotidiano, per questo punta a lavorare con rispetto e responsabilità con l’obiettivo di raggiungere l’eccellenza. Come? Partendo dall’ascolto del cliente, per aiutarlo a raccontarsi in modo autentico su ogni canale. Persone incluse. Come spiegano Daniele Dionisi e Serena Di Bruno, executive creative director: “L’ascolto è essenziale per capire da quale esigenza di business emerge una richiesta di comunicazione.

Le nostre campagne nascono sempre dal tentativo di isolare il problema per individuare una possibile soluzione. Quando le informazioni e i dati sono stati raccolti e assorbiti, allora inizia quel piccolo salto nel buio che è il processo creativo. Per un problema esistono tante soluzioni. La nostra passione è venircene fuori con la più inaspettata, spettacolare, rilevante e pertinente. Spesso si rivela anche la più efficace”.
Da sempre, la società presta grande attenzione anche alla tutela della diversità e oggi aderisce al network Libellula, che promuove la cultura della prevenzione e del contrasto nei confronti di ogni forma di violenza e di discriminazione di genere.
I ‘BBDOers’ credono nella forza della comunicazione e si impegnano ogni giorno per creare contenuti che promuovano un impatto sociale positivo, per questo ha sottoscritto il manifesto ‘Being Human’ dell’associazione IAA di cui è membro attivo.
Un esempio? Il progetto ‘ACE Formula Anti-Odio’ vincitore del Grand Prix e un oro nella categoria ‘Sostenibilità Sociale’ ai Brand Sustainability Awards. In questa intervista ai due professionisti dell’a- genzia partiamo proprio da questa campagna nata come call to action per rimuovere l’odio dalle nostre città. Per comunicare il progetto, BBDO è partita da quattro storie di discriminazione e quattro graffiti da cancellare, con l’obiettivo di coinvolgere più persone possibili per ripulire insieme la società dall’odio. L’iniziativa ha creato una vera e propria piattaforma antodio su più canali, generando reazioni e consapevolezza intorno al problema.
Quali i punti di forza del progetto sviluppato per ACE vincitore dell’oro ai Brand Sustainability Awards?
Sicuramente il fatto di innestarsi con coerenza nel mondo di ACE, la pulizia. Quest’ultima, in collaborazione con Retake, partecipa da anni a progetti per la pulizia e il recupero degli spazi pubblici. Da qui nasce l’idea di sviluppare un prodotto specifico per cancellare le scritte d’odio dai muri d’Italia. La partecipazione delle scuole e della cittadinanza è stato l’altro grande punto di forza di un’operazione che ha portato migliaia di persone a scendere in piazza per prendersi cura degli spazi comuni.

In particolare, come è possibile rendere realmente innovativo e coinvolgente un progetto legato a un tema così delicato e d’attualità come quello della sostenibilità?
Collaborando con il cliente, imparando a conoscere le sue property. In questo caso, il ruolo da protagonista lo gioca il laboratorio di ricerca e sviluppo di ACE, che ha creato un prodotto eccezionale per rimuovere i graffiti, basato su una molecola naturale, sostenibile anche dal punto di vista naturale. Altro punto nodale sono le storie di discriminazione che abbiamo raccontato, tutte vere ed emerse da un lungo scouting sul campo.
Quale ruolo ha la sostenibilità nel vostro quotidiano e nei vostri progetti?
La sostenibilità è un orizzonte che deve essere sempre presente quando parli di comunicazione. Non sempre, però, lo sguardo si può spingere fino a quell’orizzonte. I brand devono parlare di sostenibilità solo quando hanno argomenti per farlo, solo quando l’impegno dell’azienda a livello industriale e di business è concreto e attestabile. Le persone sono sempre più sensibili, e a ragione, nei confronti dei vari ‘washing’.
Vi siete aggiudicati altri due ori anche agli NC Awards, stavolta con in progetto ‘ACE My Famous Bucato’. Quali i suoi elementi vincenti?

Il punto di forza, in questo caso è stata la tempistica, la capacità di intervenire in maniera pertinente in uno spazio specifico - Napoli - nell’anno in cui la città viveva il momento di hype più significativo della storia recente, tra scudetto del Napoli e rinascita turistica. Su questo scenario si innesta un’idea semplice ed efficace, che si concentra sui benefici del prodotto. La strategia ha quindi puntato su un insight culturale del luogo, ovvero l’abitudine di stendere i panni al sole. Per raggiungere l’obiettivo abbiamo trasformato i balconi e le finestre della città in un nuovo media, ignorato dai concorrenti, ma sempre sotto gli occhi di tutti. Il famoso testimonial utilizzato è stato il bucato steso e realmente pulito.
Da sempre, dimostrate una grande attenzione alle risorse umane. Inoltre, mettete in pratica procedure che tutelano la diversità e aderite al network Libellula...ce ne parla?
Qui più che da parlare c’è da fare. Di fronte alla diversità noi ci poniamo sempre in ascolto. E siccome capiamo che su questi temi la cultura aziendale va integrata con altre culture, ci affianchiamo a partner, come Libellula, che sono in grado di aiutarci nella formazione, nell’ascolto e, quando dovessi rendersi necessario, nell’azione.
Chiudiamo con i numeri e il futuro. Quali previsioni e quali progetti per il 2024?
Sia i numeri sia le prospettive sono incoraggianti. Il recente leone d’argento a Cannes ci conferma che, anche dal punto di vista creativo, quando tieni il livello del lavoro alto per tanto tempo prima o poi i risultati arrivano.