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'Italians do it better' | EJ: l’agenzia giovane che riscrive la comunicazione con nuovi linguaggi
Il percorso di trasformazione da Epik a EJ, fortemente voluto da Massimo Costa, ha determinato una vera e propria ridefinizione della mission dell’agenzia: il team si è rinnovato e il core business si è evoluto. Nata come agenzia focalizzata su progetti di branded content con una forte impronta cinematografica, è diventata negli anni un vero hub integrato.
Un percorso di rinnovamento continuo, spinta dal desiderio di rimanere sempre rilevante e innovativa. “Per questo - come spiega nello speciale dedicato al valore competitivo dell’indipendenza e alla managerialità italiana tratto dal numero di novembre, dicembre e gennaio 2025 di NC - Nuova Comunicazione Manuel Sannazzaro (nella foto), head of live communication & partner - il team si è evoluto con talenti giovani e tra i più competenti nel mercato, capaci di valorizzare la comunicazione dei brand con linguaggi sempre attuali e rilevanti.
La nostra proposta integrata è in grado di offrire: consulenza strategica di marca, advertising, live communication, digital & social experience”.

Un’agenzia che punta sui giovani talenti... Che ruolo hanno all’interno della vostra struttura?
I giovani talenti sono fondamentali in quanto da noi, non rappresentano solo la capacità ‘produttiva’ ma costituiscono il management stesso dell’agenzia – cosa che all’estero è culturalmente naturale, a differenza dell’Italia. L’età media del nostro management è infatti di 35 anni, con un team complessivo di 14 professionisti tra creativi, account, live communication expert, digital social e PR specialist. Ognuno di noi contribuisce con entusiasmo e le proprie competenze specifiche, con un obiettivo comune: supportare le aziende italiane e fare in modo ogni loro investimento in comunicazione abbia un importante ritorno.
Quali sono i punti di forza rispetto alla concorrenza?
Siamo giovani, in grado di interpretare e anticipare i trend con freschezza, audacia, i giusti linguaggi e una conoscenza approfondita di piattaforme e tecnologie.
Inoltre, grazie alla nostra nuova organizzazione, siamo in grado di supportare i nostri clienti con un approccio snello, veloce e strategico, rispondendo alle esigenze di un mercato in continua trasformazione. Questa combinazione di passione, innovazione e competenza che ci permette di conquistare la fiducia dei clienti realizzando lavori rilevanti sia in termini di creatività che di business.
Il 2024 ha rappresentato per voi una sfida in termini di nuove tecnologie e creatività. Cosa aspettarsi dal 2025?
Il 2024 è stato un anno di continue sperimentazioni e adozione di nuove tecnologie. Abbiamo integrato l’AI generativa nei nostri processi, creando eventi e attivazioni speciali personalizzate. Abbiamo sviluppato progetti di Cgi e domination. E anche l’adozione di advergame e progetti di edutainment ha segnato un punto di svolta per noi. Tutte queste tecnologie ci hanno permesso di rendere le esperienze più immersive, migliorando l’interazione tra brand e pubblico.
Nel 2025, vogliamo consolidare queste innovazioni e puntare a una sinergia sempre più forte tra il mondo fisico e digitale, con già tre grandi eventi in produzione nel primo semestre dell’anno.

Una domanda legata al tema dell’inchiesta: gli italiani lo fanno davvero meglio? Quanto conta la creatività made in Italy nel paniere internazionale?
Purtroppo, la creatività italiana conta poco nel paniere internazionale, se si parla di comunicazione. L’advertising non riesce ad oggi a “scalare” come invece hanno fatto la moda o la cucina. E non basterebbe un’intervista per spiegarne tutti i motivi. Di contro “gli italiani lo fanno meglio” quando si tratta di parlare di aziende italiane e a un’audience italiana. Siamo convinti che solo chi conosce in maniera approfondita le dinamiche, gli insight, e gli stili di vita tipici italiani in grado di sviluppare comunicazioni efficaci per il target. Inoltre, non dimentichiamoci che abbiamo un tessuto imprenditoriale co- stituito in gran parte da aziende familiari, che stanno affrontando un cambio generazionale. Queste necessitano di un partner che le supporti nell’evoluzione del business e dei linguaggi: ed è proprio qua che si posiziona EJ.

Come interpretate e portate avanti la vostra italianità e la vostra indipendenza? Quali strategie state approntando per essere realmente competitivi?
EJ non fa parte di un gruppo, e questo oltre a garantire agilità e freschezza, è sinonimo di libertà. Una libertà che mettiamo a frutto in tre ambiti: la libertà di selezionare e far crescere i migliori talenti (che da noi non rimangono stagisti a vita), la libertà di sperimentare nuovi linguaggi (non duplichiamo mai la stessa cosa!) e la libertà di selezionare i migliori partner esterni per ciascun progetto. Quest’ultimo punto, in particolare, crea un valore differenziante, sia dal punto di vista creativo/produttivo (case di produzione, registi, designer, sviluppatori di IA) che sul fronte di posizionamento e analisi dei brand (centri di ricerca, laboratori, sistemi di monitoring) dandoci la possibilità di anticipare realmente i trend e identificare i giusti linguaggi e soluzioni per ciascun progetto.


Quanto comunicazione e creatività sono centrali per far crescere concretamente il business delle aziende? La comunicazione e la creatività rappresentano il cuore pulsante di ogni strategia di business vincente. Nel contesto attuale, dove i consumatori sono sempre più esigenti, informati e hanno sempre meno tempo a disposizione, l’abilità di creare esperienze significative diventa imprescindibile. Questo richiede non solo un uso strategico dei dati e delle tecnologie, ma anche un approccio narrativo coerente e coinvolgente. Ad esempio, attraverso il giusto mix di storytelling, design ed elementi interattivi, si può trasformare una semplice interazione in un momento memorabile.
Ovviamente, tutto ciò deve essere supportato da una solida strategia e da un posizionamento chiaro del brand, che rimangono fondamentali per costruire un’identità forte e distintiva.