Editoriale

Cinque Cerchi, due palle

di Daniel Fishman

Nell'antichità, durante le Olimpiadi, le città in guerra tra loro, si imponevano una tregua. Qualche secolo di civiltà dopo, in Italia capita che due città di uno stesso Stato. Milano e Roma, litighino per ottenere l'assegnazione delle Olimpiadi. A naso dovrebbe invece funzionare così. Un paese stabilisce quale idea di fondo deve supportare una candidatura (per esempio la swinging London versus la Grandeur parigina), e sulla base di questa sviluppa un piano di azione, di comunicazione, di alleanze. «Un'Olimpiade si ottiene solo facendo "sistema", un modo cioè di lavorare, di collaborare, di concertare, di procedere insieme superando schieramenti e divisioni» ha dichiarato uno dei due sindaci in questione. Poco importa se si tratti di Veltroni o di Albertini.

La frase è così di buon senso che potrebbe averla detta chiunque dei due. Il punto è l'Italia non ottiene più nessun successo internazionale e nessun incarico personale, proprio perché non è capace di fare sistema. Appare così divisa al suo interno, che non riesce a risultare credibile come rassembleur all'estero. Forse lo sanno già. E le candidature di Roma e di Milano nascono a monte per fare richiamo all'orgoglio cittadino, per creare comitati, e per una propaganda mediatica più a fini interni. O forse qualcuno spera che le Olimpiadi possano essere quell'evento eccezionale che permette un afflusso straordinario di soldi. Di sicuro non nascono "dal basso" e come una azione rispondente alle esigenze del territorio e dei suoi abitanti.

Vorreste le Olimpiadi nella vostra città? Sarebbe una domanda da fare ai pendolari sui treni, alle massaie ai mercati, ai bambini che non hanno impianti e palestre dove allenarsi. Milano, in quasi vent'anni, non è riuscita a dotarsi di un palazzetto dello sport e di una piscina olimpica. Con i soldi dei Mondiali del '90 si sarebbe potuto costruire ben più di uno stadio, e qualcosa di meglio del campo di patate di S. Siro. E' la ripetizione in chiave sportiva dei precedenti litigi Malpensa-Fiumicino. Alla fine è cresciuta Orio al Serio. Poi dicono che l'importante è partecipare.