Gare

Anche Armando Testa dice no alla gara Ferrovie dello Stato

Marco Testa ha rilasciato oggi una doppia dichiarazione ufficiale come presidente di A.Testa e di AssoComunicazione. Tempi ristretti, remunerazione inadeguata, difficoltà strategiche, brief sintetico i motivi del ritiro dalla gara. Da numero uno dell'Associazione, Testa ribadisce l'impegno a un documento comune con Upa sul tema gare.

E' ufficiale: anche la Armando Testa ha comunicato il suo rifiuto a partecipare alla gara indetta da Ferrovie dello Stato . Una dichiarazione resa nota oggi alla stampa dal presidente Marco Testa, intervenuto nella doppia veste di numero uno della sua agenzia e di presidente di AssoComunicazione, l'associazione che guida da pochi mesi con un programma che ha, tra i suoi obiettivi principali, quello della regolamentazione delle gare.
Mentre era in corso la conferenza stampa, l'azienda di trasporti pubblici ha diffuso un comunicato in cui Marco Pavanello, direttore centrale comunicazione esterna e corporate branding Fs, affronta punto per punto le critiche mosse dalle agenzie in questi giorni (vedi notizia correlata).  Si ricorda che dalla gara si sono ritirate anche Jwt, Publicis, McCann Erickson e Young & Rubicam. Rimane invece in gara Tbwa (vedi notizie correlate).  

Ecco in sintesi la prima dichiarazione rilasciata da Marco Testa in qualità di presidente dell'Armando Testa. "Sono molto dispiaciuto di non partecipare a questa gara così importante perchè stimo moltissimo Elio Catania (presidente e amministratore delegato delle Fs), Roberto Testore (amministratore Trenitalia) e Pavanello, che penso abbia le sue buone ragioni, e perchè Fs è un cliente prestigioso per tutte le agenzie italiane. I motivi che mi hanno portato a non aderire a questa consultazione sono essenzialmente quattro. 1. I tempi troppo ristretti per affrontare un lavoro così significativo, soprattutto a livello strategico, anche se dopo la mia telefonata a Pavanello a nome delle agenzie, l'azienda pubblica aveva concesso qualche altro giorno. 2. Una remunerazione non adeguata all'impegno richiesto alle agenzie, ovvero 420.000 euro per la realizzazione di 20 campagne pubblicitarie. 3. Difficoltà strategiche: i tempi ridotti non consentivano di svolgere al meglio un progetto altamente strategico e c'erano difficoltà nel poter comunicare con alcune persone per richiedere informazioni. 4. A questi motivi si aggiunge una clausola che mi ha particolarmente stupito: la penalizzazione del 20% sui voti finali alle agenzie che non hanno mai realizzato campagne europee per le ferrovie. Queste sono le ragioni significative che mi hanno convinto a inviare, venerdì, una lettera di dimissioni a Ferrovie dello Stato".

Come presidente di AssoComunicazione, Marco Testa ha spostato il centro dell'attenzione dalla gara in questione alla generale condizione delle agenzie creative e alla loro percezione della situazione del settore: "In questo momento da parte delle agenzie c'è la presa di coscienza che 'la misura è ormai colma' – ha spiegato Testa - e la consapevolezza della loro difficoltà nell'affrontare le gare. Il fatto le prime 5 agenzie italiane abbiano deciso in modo indipendente e concreto di non partecipare a una gara è un segnale significativo della loro sofferenza e del momento di difficoltà che vive il mercato della comunicazione. Il rifiuto di queste 5 big della creatività non va considerato come atteggiamento ostile a Ferrovie dello Stato, ma come reazione a un momento di grande sofferenza. Sarei stato più soddisfatto se tutte e 6 avessero declinato l'invito di Fs, ma non critico e non giudico chi ha deciso di rimanere in gara; ritengo che abbia i suoi buoni motivi. Come presidente di AssoComunicazione non posso prendere posizione, perché vincolato dall'Authority - che stabilisce che tutte le agenzie possano partecipare alle gare nei modi e nei tempi che ritengono più adeguati e vieta la costituzione di qualsiasi regolamento di Associazione -  e dal fatto che un'agenzia associata sia rimasta in gara. Quando sono stato eletto alla presidenza di AssoComunicazione ho reso noto il mio impegno a risolvere la questione delle gare e a diffondere la consapevolezza che non è giocando al ribasso nelle remunerazioni, ma con la qualità dei lavori che si fanno gli interessi dei clienti. Da presidente dell'Associzione che riunisce le principali imprese di comunicazione prendo consapevolezza della situazione e ribadisco il mio impegno nel cercare di trovare con Upa un accordo e stilare un documento condiviso che non sia una regolamentazione, dati in vincoli dell'Authority, ma un' indicazione per le agenzie. Credo che la decisione presa dalle 5 associate rappresenti un grande passo per cominciare a instaurare con i clienti un discorso di qualità".