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Cannes Lions 2025. Agenzie indipendenti: una potenza creativa e non solo. È un nuovo paradigma, che ha preso piede in Brasile e si sta estendendo in molti altri mercati

Cannes è da tempo il luogo deputato a celebrare la creatività globale. Quest’anno, il Brasile è stato nominato Creative Country of the Year –un riconoscimento che mette sotto i riflettori il talento creativo del paese e dove al centro della scena sono salite prepotentemente le agenzie indipendenti che nel 2024 hanno generato più new business di qualsiasi holding. Un fenomeno che si sta estendendo a molti altri paesi e mercati.

(Cannes – dal nostro inviato Tommaso Ridolfi) Non si tratta solo di idee audaci e coraggiose, ma anche di impatto e scala: nel 2024 le agenzie indipendenti in Brasile hanno generato più nuovo business rispetto a qualsiasi gruppo internazionale presente nel Paese. Un segnale chiaro: il modello indie non è una tendenza passeggera, ma una vera e propria trasformazione del settore.

Davi Cury, Partner and Head of Operations and Culture Bpool, una piattaforma che connette grandi aziende con agenzie indipendenti, ha moderato un panel cui hanno partecipato tre figure emblematiche di questa rivoluzione creativa: Guilherme Jahara, Luciana Haguiara e Felipe Silva, tutti e tre Founder and Chief Creative Officer rispettivamente delle agenzie Dark Kitchen Creatives, Nation e GANA. Tutti etre ex- manager in agenzie multinazionali, oggi guidano realtà indipendenti che stanno ridefinendo il modo di fare pubblicità in Brasile.

Ma perché oggi sempre più brand scelgono agenzie indipendenti? Le risposte di tutti i partecipanti convergono su alcuni concetti chiave: flessibilità, velocità, autenticità e contatto diretto con i creativi. Le strutture snelle delle agenzie indie permettono una collaborazione trasparente, meno gerarchie e un approccio più umano e strategico. Quando i creativi non sono più solo esecutori, ma diventano imprenditori, iniziano a usare la creatività non come fine, ma come mezzo per generare impatto reale sul business, hanno concordato i creativi. È un’evoluzione che unisce passione, indipendenza e una nuova visione del lavoro. Per molti, uscire da grandi network significa meno pressione e più libertà.

 

Indipendenza = Creatività

Come nel mondo della moda, dove le piccole case riescono a lasciare il segno grazie all’innovazione, anche nel mondo delle agenzie pubblicitarie ‘small is the next big’: l’indipendenza, hanno ribadito i tre speaker, ha un impatto concreto sulla creatività.

Le strutture piccole permettono di essere più agili, di innovare più velocemente e di costruire modelli di business più sostenibili. L’assenza di burocrazia favorisce la collaborazione e la vicinanza con i clienti. E, come sottolineano tutti, i clienti sentono questa passione.

Anche se in concorrenza, inoltre, non è affatto raro che le agenzie indie collaborino fra loro: questo perché oggi i brand non cercano più solo un’agenzia ‘tuttofare’, ma specialisti in determinati ambiti – AI, social, contenuti culturali, ecc. –, e c’è spazio per tutti.
Caratteristica delle strutture indie è la loro natura ‘modulare’, che consente una grande capacità di adattamento. In altre parole: possono competere da sole o unirsi ad altre per progetti più complessi, che da sole non potrebbero gestire, mantenendo tuttavia la propria identità.
Essere piccoli, tuttavia, non è sempre facile. Per le agenzie indipendenti una delle grandi sfide è proprio restare fedeli ai propri valori, anche quando si espandono. Un punto fondamentale è saper dire “no” a clienti che non condividono quei valori, così come è fondamentale costruire un’identità forte e un posizionamento preciso. In un mercato sempre più segmentato, ogni agenzia può e deve trovare il proprio spazio se sa chi è e cosa vuole (o non vuole) fare.

AI e tecnologia: alleati, non nemici
Come in tutti i discorsi sentiti sulla Croisette, l’AI è inevitabilmente entrata nella conversazione. Lungi dall’essere una minaccia, però, le Indie la vedono come uno strumento per potenziare il lavoro creativo. Le grandi agenzie si stanno ridimensionando, mentre le piccole, grazie all’accesso democratizzato alla tecnologia, diventano sempre più competitive.

L’AI livella il campo di gioco: “Abbiamo il cervello, l’AI è solo la mano”, il parere condiviso. Nonostante il supporto tecnologico, il cuore dell’agenzia indipendente resta umano: “Portiamo noi stessi nel lavoro, e i clienti lo sentono – affermano –. La cultura, l’identità e il senso di comunità sono elementi distintivi che non si possono replicare con l’automazione”.
Il messaggio finale è stato chiaro: non si tratta più solo di profitto. Le agenzie indipendenti aspirano a qualcosa di più profondo: prosperità. Non solo economica, ma anche umana, relazionale e culturale. Meno pressione, più equilibrio, più significato. Essere indipendenti non è solo una scelta professionale ma un vero e proprio stile di vita, un modo di lavorare che mette al centro l’autenticità, la collaborazione e l’impatto reale.