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IF!. Quando i Big data sono al servizio della creatività
Durante la mattinata del secondo giorno di IF! Italian Festival, lo scorso 9 novembre, un panel di esperti di rilievo, Alberto dal Sasso, AIS Managing Director & Head of Global RAM di Nielsen, nel ruolo di moderatore, Paolo Iabichino, Chief Creative Officer di Ogilvy Mather, Antonella Di Lazzaro, Deputy Director Digital di Rai, Luisella Giani, Responsabile Innovazione EMEA di Oracle e Paolo Ciuccarelli, Communication Designer, Density Design Research Lab & Ass.Professor del Politecnico di Milano hanno cercato di dare una risposta a :’ Big data e creatività sono in discussione tra loro? Possono essere messi al servizio della creatività?
Luisella Giani ha osservato come Intelligenza Artificiale , anche in seguito alla diffusione di IA, big data e tecnolgia, sia vista da molte persone come qualcosa che ci priverà delle nostre capacità, altri invece la vedono come un mezzo di integrazione con l’essere umano. La Manager ribadisce che per osservare con chiarezza il fenomeno è necessario uscire dall’hype e riacquisire uno sguardo obiettivo.
Secondo Paolo Iabichino, alla base di tutto vi è un problema di vocabolario. "Usiamo parole vecchie per dire cose nuove e perdiamo di vista i significanti dietro le parole" rendendo quindi fumosa la riflessione su questi temi”. Non esistono macchine creative, ma i dati devono essere al servizio della creatività e scoprire i comportamenti umani. I dati sono utlili se offrono alle aziende degli insight per comunicare.
Paolo Ciuccarelli ha ricordato come il ruolo dell’essere umano è fondamendale nel rapporto con i Big Data. I dati, nella loro complessità, hanno rimesso al centro l’uomo e l'intelligenza umana, facendo riscoprire il ruolo della creatività, senza tuttavia dimenticare che le persone fin dall’inizio hanno avuto una relazione con gli strumenti di calcolo e l’elaborazione di dati e informazioni.
Antonella di Lazzaro ha infine illustrato come i dati siano importanti anche per RAI, che ha
avviato un percorso di trasformazione digitale per il servizio pubblico. Dal 2016, l’offerta dell’emittente, prima costruita attorno al palinesto, ruota ora attorno al conntenuto, per riconquistare un target di utenti che si erano allontanati dalla Rai (soprattutt i giovani al di sotto dei 40 anni), costruendo un palinsesto personalizzato e introducendo il sistema on-demand.
SG