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JAKALA Digital Coffee. Data-Driven Success: massimizzare il valore del brand e i risultati con consumer data e D2C. Lavorare su fidelizzazione e loyalty una priorità per le aziende
Si è svolto oggi un nuovo appuntamento con il Digital Coffee di JAKALA, il ciclo di incontri dedicato all’impatto dell’Intelligenza Artificiale sul mondo delle imprese. L’edizione odierna, ospitata presso la sede milanese di JAKALA, Palazzo Mellerio, ha acceso i riflettori sul tema “Data-Driven Success: massimizzare il valore del brand e i risultati con consumer data e D2C”, coinvolgendo alcuni tra i principali attori del mondo del largo consumo e dei beni durevoli.
Un cambio di paradigma per settori a filiera lunga
Le aziende del largo consumo e dei beni durevoli operano storicamente con canali distributivi intermediati – fisici e digitali – che le separano dal consumatore finale. Oggi, l’accesso e l’attivazione dei dati di prima parte emergono come fattori essenziali per accorciare questa distanza: non solo per rafforzare la relazione con il cliente finale, ma anche per innovare processi, gestire investimenti pubblicitari in modo più efficiente e costruire una brand identity più coerente.
Il valore strategico della conoscenza diretta del consumatore
Dopo il saluto introduttivo di Raffaele Cerchiaro, Senior Partner e Managing Director della Business Line nConsumer di JAKALA, la tavola rotonda, moderata da Andrea Cabrini, Direttore di Class CNBC, ha visto la partecipazione dei leader d’impresa:
Lorenzo Argnani, Media Manager, Digital & CRM Lead, Perfetti
Fabrizio Barbieri, Digital Executive, Amplifon
Lorenzo Cetto, Head of D2C eCommerce, Electrolux
Edoardo Felicori, Region Media Manager Italia, Ferrero
Cecilia Marchi, Associate Partner, JAKALA
Dalla regolamentazione alla fidelizzazione: sfide comuni per modelli diversi
Il confronto ha messo in luce le differenze tra chi, come Amplifon, gestisce già una relazione diretta con i clienti pur in un contesto regolato e caratterizzato da lunghi cicli decisionali, e chi invece opera attraverso filiere distributive complesse, come Ferrero.
In entrambi i casi, emerge la necessità di investire su asset informativi propri, superando la dipendenza da dati di terze parti e costruendo un sistema di conoscenza attivabile in tutte le fasi del funnel: dalla segmentazione alla personalizzazione dei contenuti, fino alla misurazione del ritorno sugli investimenti media.
Data culture e change management: una sfida organizzativa
Altro tema centrale è stato quello del change management: introdurre strumenti data-driven richiede non solo tecnologia, ma un’evoluzione culturale. Le aziende presenti hanno discusso di come la raccolta, l’attivazione e la valorizzazione dei dati debbano essere condivise tra funzioni diverse – marketing, IT, vendite – e supportate da una strategia integrata.
Dati, media e fedeltà: costruire relazioni che durano
Dalla discussione è emersa infine l’urgenza di lavorare su fidelizzazione e loyalty. Il ruolo dei dati nella creazione di touchpoint rilevanti e nella gestione integrata dei media è ormai decisivo: conoscere i micro- comportamenti dei clienti consente non solo di aumentare la conversione, ma anche di intercettare trend emergenti e differenziare l’offerta.
«In uno scenario dove le barriere tra industria e consumatore si assottigliano, avere accesso al dato non basta. Occorre saperlo interpretare, attivare, e farlo vivere all’interno dell’azienda. Solo così si costruisce un vantaggio competitivo reale e duraturo», ha dichiarato Raffaele Cerchiaro. «Con questa edizione del Digital Coffee desideriamo creare connessioni tra aziende che, pur con modelli di business differenti, condividono le stesse sfide: mettere il consumatore al centro, attraverso un uso più intelligente, responsabile e strategico dei dati. La condivisione delle esperienze è il primo passo verso una maturità digitale più consapevole e diffusa».