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Marco Balich a IF!: "Produrre una cerimonia olimpica è la sfida più bella del mondo. Ci vogliono contenuti, onestà ed emozione”
Marco Balich è tornato al Festival della Creatività IF! Italians Festival parlando al pubblico del festival nel talk dal titolo ‘Lo Show più grande del mondo: come parlare a 3 miliardi di persone' riguardante le cerimonie olimpiche. Introdotto da Alessandra Lanza, co-founder IF! e consulente di comunicazione, Balich ha spiegato come dare vita a un messaggio globale.
Le cerimonie di apertura e chiusura dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Rio 2016 e il viaggio della torcia sono state prodotte dall'agenzia Filmmaster Events. Marco Balich ha lavorato nel team in qualità di produttore esecutivo dell'opening ceremony delle Olimpiadi.
“Faccio una premessa: nonostante le mille difficoltà, produrre una cerimonia olimpica è la sfida più bella del mondo per chi fa il nostro lavoro. Hai disponibilità di budget, di talenti internazionali incredibili, un numero impressionante di spettatori che la vedranno… La cerimonia diventa un megafono pazzesco dove bisogna fare un’operazione di sintesi di una nazione e mostrarla al mondo. Un evento che deve essere impattante ed efficace nello stadio - in questo caso il Maracanà -, ma anche in tv”.
Come è stato costruito l’evento? “Il primo obiettivo era quello di parlare del Brasile nel mondo. Dopo innumerevoli workshop e analisi, abbiamo deciso di realizzare uno show con caratteristiche precise, puntando sull’onestà, sulla vulnerabilità e sulla tolleranza di questo Paese come punti di forza. Il nostro intento è stato quello di raccontarlo nella sua bellezza ma anche nelle sue contraddizioni, offrendo un quadro vivo e sincero”.
Un altro punto cruciale è stato quello di veicolare un tema politico, novità assoluta in ambito olimpico. “Visto che potevamo parlare al mondo, abbiamo deciso di dare significato a ciò che facevamo. Abbiamo convinto i vertici a lasciarci trasmettere messaggi universali e sostenibili per sensibilizzare il pianeta su un problema che ci riguarda tutti, il Global Warming. Come? A partire dal logo, studiato ad hoc, abbiamo realizzato uno show che ha rappresentato la foresta amazzonica e anche la progressiva urbanizzazione, con le relative estremizzazioni sfociate nelle favelas. Abbiamo voluto anche rappresentare l’unicità di un popolo dove si ‘mischiano’ le culture più disparate, portandolo come esempio di integrazione”.
Alcune innovazioni probabilmente soppianteranno le vecchie formule. “Ad esempio, il classico calderone che bruciava tonnellate di gas per tutta la durata delle Olimpiadi è stato sostituito con un calderone alimentato dal vento”, spiega Balich.
Insomma, non solo un evento dalle dimensioni colossali ma un evento che ha voluto sfruttare la grande visibilità per portare dei contenuti utili. “Credo che per realizzare questo tipo di eventi, si debba, prima di tutto, essere se stessi e portare del contenuto. E poi, metterci emozioni vere, non esistono formule o strategie. Dovete emozionarvi voi, prima di tutti gli altri. Dovete crederci. E poi, ci vuole coraggio, perché dovete mettere in conto che molti non capiranno le vostre idee, non tutti i messaggi ‘passeranno’. Ma abbiate il coraggio di difenderle e portarle avanti”.