Interviste

Aldo Biasi su Oliviero Toscani: "Sintesi e provocazione la cifra stilistica che lascia in eredità alla pubblicità"

Come riflette il founder di Aldo Biasi Comunicazione: "Le campagne di Toscani sono diventate arte e vanno oltre la necessità della presenza del brand per essere riconosciute e per comunicare con decisione un messaggio".

Aldo Biasi, Founder dell'agenzia Aldo Biasi Comunicazione, ai microfoni di ADVexpress riflette sulla figura di Oliviero Toscani, scomparso oggi e sull'impatto che ha avuto nella pubblicità italiana con le sue campagne e il suo stile irriverente.

"Ha lasciato un segno nel mondo della pubblicità e della fotografia pubblicitaria in particolare. Era un fotografo di talento, innovativo, che ad un certo punto è inciampato nella comunicazione pubblicitaria che negli anni '80 e '90 era una delle arti di maggior visibilità e le ha trasferito tutta la sua competenza" dichiara Aldo Biasi.

"Possiamo sintetizzare in sintesi e provocazione l'apporto di Toscani al nostro settore, grazie alle sue immagini che hanno raggiunto spesso l'eccezionalità della sintesi visiva, raccontando in modo lineare contenuti sociali e culturali complessi, aggiungendovi tutta la sua provocazione e creando dibattiti e discussioni. Credo che le campagne per Benetton e i Jeans Jesus racconti bene la portata del suo personaggio" commenta il creativo.

"Lo considero un artista e non un pubblicitario, sebbene a volte anche chi fa pubblicità può essere un artista, soprattutto quando comunica un'emozione che va oltre il messaggio commerciale, pensiamo ad esempio alla campagna Barilla di Gavino Sanna con la bambina con l'impermeabile giallo. Toscani con la sua arte è riuscito a smuovere emozioni, a scatenare polemiche e a provocare".

Riguardo alla dura critica che il fotografo ha rivolto ai pubblicitari, Biasi sottolinea: "Si è sentito superiore a chi faceva la pubblicità ed era figlio del marketing e delle multinazionali. Non si considerava infatti un pubblicitario ma un artista della fotografia e la sua collaborazione con Emanuele Pirella ha portato alla campagna 'Chi mi ama mi segua', famosa ancora oggi".

Sul rapporto con Benetton Biasi dichiara: "Toscani ha saputo trasformare una maglieria in un fatto di costume culturale e in un'azienda che parla di valori universali come l'amore, la religione e la guerra. Le campagne per Benetton sono un capolavoro assoluto e il loro valore va oltre la presenza del brand, arrivando all'arte".