Interviste

#BRANDtoBE con Zamboni (Fremantle). "Come XFactor insegna, grazie ai contenuti branded digitali i marchi comunicano i valori in modo autentico e credibile in contesti safe. Attenti affinché la marca abbia un ruolo attivo e offra un plus alla community"

Nella rubrica a cura dell'OBE in collaborazione con ADVexpress, Roberta Zamboni, Branded Entertainment Director della company, parlando dei 300 contenuti branded digitali prodotti per i partner commerciali del noto show, sottolinea il loro elevato potere d'ingaggio dei target e osserva come il contenuto digitale è complementare all’integrazione del brand in TV e la amplifica ulteriormente.

In queste settimane si ragiona molto della tv che verrà, di quello che si riuscirà effettivamente a fare per rispettare le nuove direttive sanitarie. Cosa vedremo nei prossimi 6 mesi?

Negli ultimi 2 mesi abbiamo fatto tutti incetta mediatica di dirette Instagram, di spot pubblicitari girati in casa con gli smartphone e di programmi televisivi in studio ma con gli ospiti collegati in video-conference. Ci siamo adattati all’intrattenimento da lockdown ma è verosimile che nei prossimi mesi il nostro occhio avrà voglia di vedere programmi confezionati con i canoni produttivi del recente passato pur con il rispetto delle direttive e i protocolli sanitari. Questa è la sfida che stiamo affrontando e che ci metterà a dura prova perché le nuove regole sono faticose e il racconto spesso sarà condizionato dalle limitazioni o, magari, proprio dalle limitazioni trarrà lo stimolo per fare diversamente e, si spera, meglio. I grandi show televisivi andranno in onda con una prossemica sicuramente cambiata ma il contenuto e la qualità saranno sempre di altissimo livello. Una naturale conseguenza, come peraltro sta accadendo in tutti gli ambiti, sarà il boost tecnologico e la ancor più massiva digitalizzazione che si vedrà nei programmi: siamo già alla ricerca di nuove soluzioni per far interagire in tempo reale il pubblico da casa o per creare degli eventi virtuali in streaming. 

 

Siete la casa di produzione di X Factor, IGT e altri show che durante il periodo di messa in onda vivono, soprattutto, sul web con progetti di Branded Entertainment. In base alla vostra esperienza quali vantaggi ha un’azienda da un investimento su questo tipo di contenuti? 

X Factor vive da sempre tantissimo sul web e in modalità “second screen” in particolare sui social network. La nostra è una community compatta e fedelissima che si attiva normalmente da quando si accende il programma con i casting. Nell’ultima edizione per i nostri partner commerciali abbiamo prodotto più di 300 contenuti branded digitali. Questo consente ai fan di vivere il programma dall’interno e stare ancora più in contatto con i suoi protagonisti, per questo l’ingaggio e i numeri di views di tali contenuti sono altissimi e i brand possono comunicare i propri valori in modo autentico e credibile, all’interno di un contesto safe e pop. Siamo attentissimi come format owner a creare dei contenuti digitali dove il brand abbia un ruolo attivo e dia un valore aggiunto alla community. Spesso il contenuto digitale è complementare all’integrazione del brand in TV e la amplifica ulteriormente, portando lo spettatore ad approfondire sui canali del brand, auspicabilmente su uno store online per finalizzare un acquisto o per lasciare i propri dati. È un percorso virtuoso e ormai ben rodato. 

 

Il Group Chief Operating Officer di Fremantle Mondo è l’italiano Andrea Scrosati. Che ruolo ha oggi il nostro paese nel mercato globale dei contenuti?

Se pensiamo a successi planetari come sono state le due stagioni de L’Amica Geniale prodotte da Wildside e The Apartment, è evidente quanto l’Italia stia giocando a livello globale un ruolo di assoluto rilievo per la parte scripted. Sarà così anche per l’unscripted: c’è grande fermento creativo soprattutto ora che le piattaforme VOD richiedono sviluppi originali locali. Format consolidati come X Factor trovano in Italia la massima espressione, tanto che il nostro team global ci riconosce da anni una leadership sia dal punto di vista editoriale che commerciale. Fremantle è uno dei principali gruppi internazionali di produzione di contenuti (scripted e unscripted) ed è la seconda “superindie” al mondo  per fatturato: ha uffici in 25 Paesi, e tramite la sua rete di vendita e distribuzione opera praticamente in tutti i territori al mondo, produce ogni anno oltre  12.000 ore di contenuti di intrattenimento che generano tra le altre cose oltre 42 miliardi di visualizzazioni sui principali social media – e sapere che Andrea Scrosati, un italiano è in una posizione apicale in un gruppo di tali dimensioni dovrebbe essere motivo di orgoglio per chiunque lavori nel nostro settore, non solo per chi è in Fremantle Italia. Diciamo che per noi di Fremantle Italia la sua presenza nel gruppo rappresenta allo stesso tempo un’opportunità ma anche una grande responsabilità, perché non possiamo che essere il motore della creatività e dell’innovazione, nonostante il periodo sia difficile e mutevole.