Interviste

Chiara Ferragni nella prima intervista dopo il 'caso Balocco': "Eravamo in buona fede, ma evidentemente potevamo fare meglio. Ho l’impressione che faccia fare più clic dare enfasi a qualche hater piuttosto che alla maggioranza silenziosa"

Sabato 24 febbraio l'influencer e imprenditrice digitale in un'intervista al Corriere ha commentato le ultime vicende che l'hanno vista coinvolta come la promozione del Pandoro Balocco, per la quale è attualmente indagata dalla procura di Milano per truffa aggravata, ha parlato dell'importanza del Ddl Ferragni, delle polemiche e delle critiche degli haters e degli effetti dell'attenzione mediatica sulla sua vita imprenditoriale e privata.

Sabato 26 febbraio il Corriere della Sera ha pubblicato un’intervista a Chiara Ferragni in cui l’influencer e imprenditrice digitale, per la prima volta, ha parlato del caso della promozione dei pandori Balocco, per il quale è attualmente indagata dalla procura di Milano per truffa aggravata e delle altre vicende che l'hanno vista al centro di polemiche e critiche, a cominciare da quelle private, come la presunta separazione da Fedez.  Su questo tema delicato Ferragni sottolinea al Corriere: "Comunque, è mio marito. E secondo me, in certe situazioni di caos esterno, le altre cose è meglio tenerle dentro la coppia. La priorità è proteggere la famiglia e i figli. Poi, naturalmente, qualunque cosa io faccia, se ne parla: se la faccio con lui o se la faccio senza di lui e chiunque nel mondo può dire la sua e avere le sue opinioni, ma per me, piuttosto che dare spiegazioni, è più importante fare quello che reputo più giusto: tenere i problemi tra le mura familiari".

Il 15 dicembre l’Antitrust aveva comunicato di aver sanzionato due società di Chiara Ferragni e l'azienda dolciaria Balocco  per "una pratica commerciale scorretta", per aver pubblicizzato il pandoro griffato Ferragni lasciando intendere ai consumatori che, comprandolo, avrebbero contribuito a una donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino. Chiara Ferragni subito dopo aveva postato un video di scuse con un abbigliamento dimesso e una tuta, sembra del valore di 600 euro, subito oggetto di critiche.  "Ero vestita ancora così quando ho pensato che dovevo fare un video e dimostrare la buona fede mia e delle persone che lavorano con me - commenta l'imprenditrice - .  Da tre giorni, leggevo cose completamente false, tipo che avevo truffato i consumatori e perfino i bambini malati. Ero veramente scossa e dopo varie prove ho postato il video e facevo del mio meglio per trattenere le lacrime perché non volevo fare la vittima. Mi sono detta: la gente si aspetta qualcosa da me. Dovevo scusarmi, perché, se ci sono stati dei fraintendimenti, vuol dire che qualcosa poteva essere fatto meglio. Ho detto anche che non avrei fatto mai più operazioni che mischiassero pubblicità e beneficenza. Poi ho pensato: faccio un gesto concreto. Le persone credono che mi sia arricchita cercando di imbrogliarle? Bene, il milione di euro ricevuto dalle mie società lo dono al Regina Margherita di Torino e farò ricorso al Tar contro una sanzione che ritengo ingiusta e sproporzionata, ovviamente la pago e, se qualcosa otterrò indietro, donerò anche quello".

Sull'errore di comunicazione ammesso nel video, Chiara Ferragni spiega al Corriere: "Ci siamo resi conto che alcuni processi di analisi interna avrebbero potuto essere gestiti meglio. E stiamo lavorando per migliorare alcuni profili organizzativi. Ho sempre pensato che, se hai trenta milioni di follower, se fai beneficenza e ne parli, crei un effetto emulativo. Durante il Covid, io e Federico abbiamo donato 50 mila euro a testa, ma comunicandolo, il crowdfunding è risultato il più sostanzioso d’Europa raccogliendo quattro milioni e mezzo, grazie ai quali siamo riusciti a creare una terapia intensiva in un mese e mezzo. Ma non solo: seguendo il nostro esempio, altri hanno attivato operazioni simili per altri ospedali. Per questo, quando possibile, la mia ratio è stata che, nell’ambito di operazioni commerciali tra le mie società e un partner, fosse semplicemente una buona idea provare ad aggiungere una parte di beneficenza anche piccola rispetto al contratto. Ho sempre pensato che, fra niente e poco, era comunque del bene che veniva fatto".

Poi l'attenzione si sposta sull'operazione per il Pandoro Balocco, in cui la beneficenza, 50 mila euro, è stata fatta dall'azienda e non dall'influencer.

"Vero, cosi come è vero che è stata una iniziativa mia e del mio team far inserire la donazione all’interno del contratto" spiega Ferragni. "La donazione è stata fatta subito dopo la firma del contratto ed è stata fatta subito proprio perché l’importo di 50 mila euro era certo e slegato dalle vendite e poi perché speravamo che il macchinario arrivasse prima della messa in vendita del pandoro. Nel cartiglio e nei miei post, però, abbiamo sempre scritto e detto che “Chiara Ferragni e Balocco sostengono l’ospedale…”, mai che una percentuale delle vendite sarebbe andata in beneficenza" aggiunge. 

Sul fatto che la procura presupponga che sull'operato delle società di Chiara Ferragni ci sia un unico disegno criminoso tra più operazioni: Balocco, uova pasquali di Dolci Preziosi e bambola Trudi, la titolare sottolinea nell'intervista al Corriere: "Queste operazioni rappresentavano una percentuale esigua del nostro fatturato. Non comprendo come si possa dire che ci sia stato un disegno criminoso: perché, se così fosse, la maggior parte del fatturato dovrebbe dipendere da queste attività. Per fortuna con il nuovo Ddl beneficenza, o Ddl Ferragni, tutto sarà molto più chiaro. Se ci fosse stato prima, avremmo scritto sul cartiglio “Chiara Ferragni e Balocco sostengono l’ospedale Regina Margherita con una donazione di 50 mila euro fatta da Balocco”. Nessuno avrebbe potuto dire niente e ci faceva onore comunque. Se c’è un effetto positivo di questa vicenda, è che ora abbiamo un Ddl beneficenza".

Infine, sulla grande attenzione mediatica che l'ha vista al centro in questi mesi, Chiara Ferragni commenta: "È stata dura. Per due mesi si è parlato di me come se fossi una criminale e incarnassi ogni male di questo Paese. Quando è scoppiato il caso, gli hater non hanno attaccato Balocco perché dicevano che ci sono gli operai e le famiglie, ma anche per le mie società lavorano 50 famiglie. Sono abituata a essere un personaggio divisivo, ad avere persone che mi supportano, ma anche hater. Fa parte del gioco, ma cercare ogni giorno una notizia negativa, anche falsa, per volere la mia disfatta, è stato eccessivo da sopportare anche per me. Poi ho l’impressione che faccia fare più clic dare enfasi a qualche hater piuttosto che alla maggioranza silenziosa che magari la pensa in altro modo".