Interviste

Siani (ADCI) su Toscani: "Ha trasformato la pubblicità in un’arte provocatoria, una piattaforma di amplificazione per verità scomode. Ha sfidato il sistema, anche creativo, con prese di posizione durissime che vogliamo custodire"

Nel giorno della scomparsa del celebre fotografo e creativo, abbiamo chiesto a Stefania Siani, Presidente dell'Art Directors Club Italiano, quale eredità lascia il controverso artista ai professionisti della creatività e alla pubblicità italiana. La manager e creativa afferma: "Avere un ruolo attivo nella formazione di una coscienza e dell’opinione pubblica, anche a costo di risultare divisivi, può ancora essere il ruolo della comunicazione".

E' di oggi la notizia della scomparsa, dopo una lunga malattia, di Oliviero Toscani, fotografo e creativo che ha lasciato un grande segno nella pubblicità italiana con le sue campagne disruptive e coraggiose (leggi la news su ADVexpress).  Quale eredità lascia ai professionisti della creatività e all'advertising italiano? Lo abbiamo chiesto a Stefania Siani, presidente dell'ADCI Italiano, Ceo e CCO di Serviceplan Italia. 

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"Oliviero Toscani ha saputo trasformare la pubblicità in un’arte provocatoria, una piattaforma di amplificazione per le verità scomode" commenta ad ADVexpress. "Da quando, nel 1984, lanciò la sfida firmando un gruppo di ragazzi e ragazze di etnie diverse con lo slogan per Benetton "All the colors in the world”  ha trasformato la moda in un inno all’inclusione. Non più la guerra delle razze, ma il miracolo etnico con la ricchezza delle sue reminiscenze pacificate. Ed è andato oltre con un anticipo sui tempi da pioniere. Nel sodalizio con Luciano Benetton ha lavorato per trasformare ogni immagine in un antidoto all’indifferenza, con un solo obiettivo: scuotere le coscienze da un torpore colpevole. 

Lui che è riuscito negli anni 90 con la campagna sull’Aids a ritrarre la morte e associarla ad un brand.

Ha sfidato il sistema, anche creativo,  con prese di posizione durissime: considerava i creativi una minoranza schiacciata dai falsi creativi che definiva dei livellatori verso la mediocrità.

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"Queste affermazioni scomode sono quelle che vogliamo custodire: avere un ruolo attivo nella formazione di una coscienza e dell’opinione pubblica, anche a costo di risultare divisivi, può ancora essere il ruolo della comunicazione".

"L’Art Directors Club tedesco gli ha conferito un premio alla carriera nel 2019 e siamo convinti come Art Directors Club Italiano che la sua eredità leggendaria necessiti di essere valorizzata e discussa" sottolinea infine Stefania Siani.