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Clonwerk inaugura il 2025 consolidando la Unit Eventi e nominando Alessandro Pongan nuovo direttore creativo
Per affermarsi come azienda leader nel settore e assecondare l’evolversi del mercato, il team di professionisti di Clonwerk ha sempre attraversato uno stato di continua evoluzione e sviluppo interno, con l’apertura di nuove divisioni e l’inserimento di nuovi collaboratori e figure professionali. Nonostante l’innovazione e il cambiamento facciano parte del DNA Clonwerk, il 2025 sembra iniziare in grande fermento, con una profonda riorganizzazione della Unit Eventi, l’ingresso in squadra di giovani professionisti e, come già anticipato a fine anno, di Alessandro Pongan (nella foto), direttore artistico di eventi, produttore di contenuti, scenografo e artista che opera nel mondo dell'intrattenimento e della comunicazione da oltre 30 anni, con cui abbiamo provato a immaginare che cosa aspettarci da questa piccola rivoluzione in casa Clonwerk.
Sin dai primissimi esordi, quando nel 1988 fondasti a Milano il tuo personale spazio di sperimentazione creativa e tecnologica, il tuo percorso professionale ha chiaramente puntato molto sull’unione di questi due elementi. In un certo senso, Clonwerk ha sempre fatto della “creatività applicata” il suo marchio di fabbrica, è questa affinità che vi ha fatto incontrare o ci sono anche altri elementi comuni?
Sicuramente ho sempre messo in rapporto la creatività con le possibilità tecnologiche, anche se sarebbe più preciso parlare del rapporto stretto tra creatività e la ricerca tecnica, una pratica che non necessariamente deve sempre esprimersi in un territorio tecnologicamente estremo. Ovviamente la curiosità di sperimentare le potenzialità di soluzioni tecnologiche avanzate è continua ma dò molto valore anche all’esperienza maturata in ambiente analogico. A volte la creazione di un’emozione non ha bisogno di diavolerie all’ultimo grido, il concept viene prima della sua applicazione. Detto questo, l’esperienza e le potenzialità di espressione presenti in Clonwerk sono molto vaste e possono solo potenziare il mio approccio alla progettazione. Abbiamo sempre avuto in comune la pratica della ricerca e l’esperienza nella produzione, nelle sue varie sfaccettature.
Da molti anni sei alla guida di team creativi impegnati nella progettazione e produzione di concept per eventi, nella creazione di spazi espositivi, padiglioni per Expo e musei, con particolare esperienza in scenografia, installazioni video e tecniche 3D. Quale credi che sarà l’impatto della tua direzione creativa sullo stile Clonwerk? Secondo te, su che cosa bisogna puntare per emozionare il pubblico?
Come già accennato, tutto parte dal processo creativo: l’idea e il contenuto sono frutto di una combinazione unica di sensibilità, creatività, cultura e gusto. Ma un’idea resta incompleta senza la capacità di tradurla in realtà, ed è qui che entrano in gioco il know-how e le tecnologie, che considero il nostro 'coltellino svizzero' per dare vita a progetti davvero unici ed emozionanti. Non si tratta solo di stupire, ma di creare un dialogo tra tecnologia e contenuto, dove ogni elemento visivo, sonoro e narrativo contribuisca a un’esperienza sensoriale coerente ed emozionante. Un altro aspetto che reputo imprescindibile è la personalizzazione: interpretare l’identità di ogni progetto in modo unico, partendo dalle esigenze del cliente e del pubblico, per realizzare soluzioni che siano sorprendenti ma sempre autentiche. Alla base di tutto c’è la capacità di ascoltare, interpretare e reinventare. Credo che il mio approccio creativo e il mio bagaglio di esperienze possano portare uno stile distintivo e innovativo al lavoro di Clonwerk, ma ovviamente dipenderà molto anche dalle occasioni di progetto che si presenteranno e dalle possibilità di applicare lo spettro di discipline in cui sono capace.
Negli anni hai collaborato con una vasta rete di agenzie italiane e internazionali, offrendo servizi che spaziano dalla direzione artistica dell'evento al design grafico, dalla progettazione scenografica alla realizzazione di contenuti culturali e aziendali. Oltre al mondo della comunicazione e dell’intrattenimento però hai sempre coltivato anche una carriera parallela come artista. In che modo coniughi queste tue due anime, come si riflette nel tuo lavoro?
Domanda scomoda… non sono stato molto virtuoso nel coniugare questi due aspetti. Per sviluppare la mia pratica artistica ho sentito il bisogno di uscire dalla corrente sempre abbastanza impetuosa della mia attività professionale. Dovevo attutire il più possibile il rumore di fondo per concentrarmi in un racconto. Questo scarto mi ha consentito di esprimermi con tecniche nuove per me e avere l’occasione di vivere l’incontro prezioso con artigiani di straordinaria esperienza e umanità. Inoltre, seppure sempre affaccendato come un castoro, di creare con lentezza. Spero ora di riuscire a provocare un cortocircuito virtuoso fra queste due esperienze di vita. Anche perché in diverse occasioni di evento d’arte in cui sono stato coinvolto ho rimpianto la concretezza e la velocità d’azione propria del nostro ambiente professionale. Sono convinto che il contenuto artistico sia una leva molto preziosa, specialmente in alcune aree geografiche che vedono forti investimenti nei contenuti culturali.
Il tuo approccio si distingue per il forte contenuto creativo e l’impronta progettuale, con soluzioni tecnico-creative che danno vita a potenti macchine sceniche. Se dovessi sintetizzare il tuo modus operandi in una frase, come lo descriveresti?
Olistico, sono abituato a progettare concept e dispositivi scenici dal set design ai contenuti visivi.
Il tuo ingresso in Clonwerk avviene in concomitanza con una generale riorganizzazione e consolidamento della Unit Eventi. La squadra di professionisti guidata da Simona Taddei, Event Unit Senior Producer, presidia con la consueta professionalità gli uffici di Milano, mentre nella sede di Roma alcune figure sono state potenziate, tra queste spiccano per esempio Simone Bocola e Stefano Esposito, nominati rispettivamente nuovi Art Director e Head of Events & Special Projects. In parallelo con la valorizzazione dei professionisti Clonwerk più esperti e capaci, il team si è poi arricchito di nuovi grafici e giovani talenti creativi, segnando un deciso cambio di passo e aprendo la strada a progetti ambiziosi per il nuovo anno. Naturalmente, la più importante novità nella sede di Milano è proprio il tuo arrivo, hai già avuto modo di conoscere i colleghi? Pensi che mettersi alla guida di un team in evoluzione rappresenti un vantaggio o uno svantaggio?
Per ora ho avuto occasione di collaborare a distanza con alcuni nuovi colleghi per un progetto molto complesso. Non nascondo che ero abbastanza preoccupato all’inizio ma tutto è filato liscio; ho potuto apprezzare la concretezza, la velocità di risposta della squadra e la qualità nonostante non avessi avuto modo di conoscerne prima i componenti. Sul fronte TV, abbiamo appena approcciato un nuovo progetto e anche in questo caso mi pare stiamo lavorando molto bene in grande sintonia con la direzione tecnica. Nella mia attività, oltre che con i miei collaboratori, mi sono sempre rapportato con team interni ad altre organizzazioni, agenzie di comunicazione, di eventi, di produzione televisiva, o clienti finali, i casi di difficoltà sono stati davvero molto rari. Credo che col tempo troveremo il nostro modus operandi.
Pietro Saccomanno