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Inchieste

Inchiesta - Un'eccellenza italiana in Kuwait. Il caso di Parente Fireworks

Kuwait City ospita il più grande festival di sculture di sabbia con opere dei maggiori artisti a livello mondiale. La spettacolarizzazione del parco tramite effetti speciali è stata affidata a Parente Fireworks, che torna in Kuwait dopo il Guinness del 2012. Un incarico ‘all-in’ partito dal concept, fino alla realizzazione e al management per un evento lungo 90 giorni. L'articolo è tratto da e20 marzo - aprile 2014 ed è contenuto nell'inchesta Innovazione.
A Kuwait City 35.000 tonnellate di sabbia per creare il più grande villaggio di sculture temporanee mai visto da occhio umano, in un ambiente da sogno: tutto questo è il Remal International Festival, un parco progettato per offrire al pubblico la creatività e le opere di 73 tra i più grandi artisti di scultura su sabbia, supportato da un complesso apparato scenografico e di micro-eventi e valorizzato attraverso un percorso narrativo che rievoca la storia e le tradizioni del Kuwait

Capofila del progetto la fondazione P2bK (proud to be kuwaiti) di Dhari Hammad Al- Wazzan, che mira a trasformare questa prima edizione in un appuntamento a cadenza annuale. A ideare, realizzare e coordinare la spettacolarizzazione del parco l’azienda Parente Fireworks, già nel cuore dei cittadini del Kuwait per il mastodontico spettacolo pirotecnico per la celebrazione del cinquantesimo anniversario della Costituzione del paese, grazie al quale lo stato del Golfo ha ottenuto il Guinness dei Primati nel 2012

Una sfida ben affrontata, con una progettazione che ha tenuto conto dell’esigenza di affiancare alle opere scultoree un sistema di effetti speciali in grado di valorizzare l’esperienza del visitatore per tutto l’arco della giornata.

L’obiettivo di rendere reali i racconti de ‘Le mille e una notte’ è stato raggiunto attraverso l’incontro tra tecnologia avanzata e pianificazione strategica, inserendo gli impianti sia in ambienti indoor sia all’aperto, fino ad arrivare all’interno delle sculture stesse. A livello tecnico il progetto è stato suddiviso in diversi interventi: un effetto nebbia capace di avvolgere 600 mq di labirinti di sabbia anche in ore diurne, effetti low-fog in cui sono stati immersi 400 mq di sculture per l’intero orario di apertura del parco, per un totale di 540 ore e 18.000 litri di diossido di carbonio liquido utilizzati; getti criogenici di co2 alti fino a 15 metri in grado di animare statue e di aumentare il realismo degli spettacoli giornalieri, per un totale di 12.000 kg di anidride carbonica vaporizzata, e ancora, 1.700 kg di coriandoli lanciati sulla folla. 

Il fuoco, elemento che per sua natura genera emozione nello spettatore, ha svolto un ruolo fondamentale nella scenografia del parco. Un impianto di 120 fiamme naturali ha letteralmente avvolto sculture e percorsi dei visitatori, con un consumo di 8.000 litri di liquido speciale e 2.400 kg di propano, fiamme colorate e flame-bar hanno permesso un utilizzo flessibile e una grande adattabilità alle strutture presenti, primaria esigenza per l’animazione dei 30.000 metri quadri di divertimento. 

“Il Remal Festival - ha sottolineato Antonio Parente, creative director dell’azienda - è stata una sfida che ci ha consentito di dimostrare che anche i più complessi effetti possono essere inseriti armonicamente in un ambiente sia diurno che notturno, sia indoor sia su vaste zone all’aperto, creando un impatto immediato sulle emozioni e sul coinvolgimento dello spettatore e quindi sul risultato finale. L’effetto scenografico, usato con intelligenza, ha dimostrato di fungere da punto di unione di più fattori: toglie la staticità delle opere scultoree, genera stupore e colpisce i sensi, permette la continuità con il filo del racconto”.

Il festival, aperto da gennaio ad aprile, rappresenta una tipologia di show a lungo termine: “Per affrontare un progetto simile - ha sottolineato Fabio Pavanetto, project manager parente fireworks - è necessario un piano di lavoro che si estende per mesi, in qualsiasi condizione. La gestione dei dispositivi dev’essere il più possibile automatizzata, senza l’ausilio di personale per l’attivazione. L’incarico ha richiesto macchinari e attrezzature di ultima generazione, progettati e prodotti direttamente in azienda per raggiungere il grado massimo di personalizzazione. Anche a livello di risorse umane la progettualità è nel lungo periodo: oltre al nostro team di produzione, abbiamo previsto un turnover di 15 tecnici in loco per tutta la durata del Festival”. 

Progetti di questo tipo contengono un numero elevato di punti critici. “Spettacoli come quelli svolti fino a oggi in Kuwait - spiega parente - ci hanno permesso di portare a uno step superiore la ricerca italiana in materia di Sfx. anche per questo motivo la nostra presenza nei paesi arabi si sta consolidando e prevediamo nuove collaborazioni nel prossimo futuro”.

Francesca Fiorentino