Industry

Coronavirus. Quale l'impatto sulla event industry italiana/4. I commenti di Mazzucchelli (Synapsy), Belloni (New Light) e Albanese (Action Brand Events)

Nella quarta puntata del nuovo giro di microfono di e20express, continuano gli interventi dei big player della live communication italiana con l'intento di denunciare una situazione che se protratta eccessivamente creerà danni economici irreversibili. Pubblichiamo i commenti di: Davide Mazzucchelli, Founder Synapsy, Fabio Albanese, Amministratore unico Action Brand Events e Sara Belloni, responsabile commerciale e marketing New Light.

Il nostro Paese sta vivendo un'emergenza economica, oltre che sanitaria, a causa del Coronavirus. Sono molte le testimonianze da parte dei big player della live communication intervenuti nella nostra inchiesta sia quando il problema era fuori dai confini nazionali (leggi news 1) (leggi news 2) (leggi news3) (leggi news 4) (leggi news 5), sia quando la questione ha interessato da vicino anche l'Italia (leggi news1b), (leggi news2b), (leggi news3b).

Ridimensionare i toni allarmistici e attivare sostegni alle imprese è ciò che chiedono alle istituzioni i player del settore.

Nel frattempo è sceso in campo anche il Club degli Eventi e della live communication che ha dato voce al comparto su Il Sole 24 Ore (leggi news), e che mercoledì 4 marzo si riunirà per creare un tavolo di lavoro permanente e stabilire le linee guida da seguire per proteggere un comparto tanto rilevante per l’economia italiana.

Una situazione che i media hanno contribuito a generare con una "cattiva comunicazione che prima, senza informazioni controllate e autorevoli, ha urlato a una nuova peste e poi, forse troppo tardi, sta tornando a più miti consigli cercando di gettare acqua al fuoco che esso stesso ha appiccato", come ha scritto nel suo editoriale il presidente di ADC Group Salvatore Sagone (leggi news). 

Nella quarta puntata del nuovo giro di microfono, hanno fatto sentire la loro voceDavide Mazzucchelli, Founder Synapsy, Fabio Albanese, Amministratore unico Action Brand Events e Sara Belloni, responsabile commerciale e marketing New Light.

 

Davide Mazzucchelli, Founder Synapsy

mazzucchelli

"L’impatto del Coronavirus sulla event industry ha causato un danno di difficile valutazione ma sicuramente molto preoccupantePrima di tutto nell'immediato con la cancellazione di svariati eventi  calanderizzati da Marzo a Giugno, determinando una perdita dei fatturati “consolidati”, allo stesso tempo una pianificazione non più concreta e chiara  da parte dei nostri clienti che stanno cercando di comprendere come e se pianificare. La speranza è che una volta usciti dalla “tempesta perfetta”  il comparto eventistico faccia tesoro di quanto avvenuto senza innescare politiche di dumping per cercare di fare massa   (mercato permettendo) amplificando ulteriormente la crisi. Sicuramente la situazione è nebulosa con tratti assai grotteschi, il panico innescato ha determinato la non capacità di preparare delle condizioni “tampone” (per stare a tema!) che consentissero di gestire l’emergenza con buon senso, lungimiranza  e visione. Posso solo augurarmi che il governo, oltre a comunicare probabili interventi, sia più pragmatico nei fatti, nella speranza che il danno arrecato al comparto possa essere parzialmente frenato. Lato nostro cercheremo di fare quello che abbiamo sempre fatto, poter contribuire attivamente a creare progetti  che abbiano nel proprio dna i valori fondanti dei nostri clienti".

 

Fabio Albanese, Amministratore unico Action Brand Events

Albanese

"La settimana della moda a Parigi è stata un esempio di equilibrio fra giusta attenzione sanitaria e rispetto del business. Al momento in Francia sono sospesi solo gli eventi con più di 5.000 persone in ambienti CHIUSI, ma soprattutto non c'è mai stata da parte del governo e dei media, la diffusione di notizie allarmistiche! Idem in Inghilterra dove ho lavorato settimana scorsa, senza vedere una sola mascherina, fra uffici, eventi, ristoranti e negozi affollati. L'industria degli eventi in Italia è una parte centrale dell'economia, come il turismo. Entrambe le filiere sono in ginocchio grazie ad una gestione politica catastrofica della comunicazione, che ha già portato alla cancellazione o al rinvio del 95% degli eventi e alla cancellazione di quasi tutte le prenotazioni alberghiere. E visto che ci siamo auto qualificati come Paese di "untori", American Airlines e Lufthansa hanno sospeso i voli per e dall'Italia. E siamo solo all'inizio. Unica eccezione Milano, il cui sindaco Sala e tante associazioni private e pubbliche stanno cercando di rilanciare, con grande difficoltà, quella spinta al fare e all'ottimismo che sono da sempre nel DNA di questa città. La prima regola del crisis management dice che ci deve essere una sola fonte autorevole, che faccia da raccordo fra esperti, politici, governo, regioni e il pubblico. Questo non è accaduto e gli italiani, come ben ricordava il prof. Umberto Galimberti ospite di Nicola Porro, sono passati in 24 ore dalla paura, che ha un obiettivo preciso, all’angoscia, che invece getta nel panico perchè la gente non capisce da dove il pericolo possa arrivare. Questa gestione caotica e spezzettata, dove ogni regione e persino ogni comune, sta agendo con sue modalità, ha portato la popolazione e di conseguenze le aziende nel caos

Quando se ne uscirà? I tempi di ripresa sono quanto mai incerti. L’Italia è diventato un Paese “untore”, le aziende straniere non mandano qui i loro manager, né vogliono ricevere italiani o persone di rientro dall’Italia. Il danno di immagine è incalcolabile, con ricadute enormi sull’economia: a Parma ad esempio, capitale della cultura, sono state cancellate in poche ore il 95% delle camere negli hotel. Stessa sorte per molte strutture alberghiere, ristoranti, location, catering, trasporti. Gli eventi e le fiere poi sono stati cancellati in blocco, rimandati per lo più, ma sappiamo tutti che la loro realizzazione futura dipenderà dall’evolversi della crisi.

Come uscirne? L’industria degli eventi nel nostro paese è storicamente debole, a mio avviso per due motivi principali: il primo è che le aziende/clienti tagliano i budget marketing e soprattutto quelli destinati agli eventi, con grande facilità, al primo sentore di crisi, come se queste voci di budget fossero “un lusso” non indispensabile.  La seconda ragione è che il mercato delle agenzie di eventi in Italia è troppo frammentato e composto al 90% da piccolissime e medie strutture, con fatturati individuali che al massimo (in pochissimi casi) toccano o superano i 20 milioni di euro. Tranne rare eccezioni, con fatturati così bassi la possibilità di affrontare un crisi prolungata è nulla. Questi due fattori combinati generano una debolezza strutturale ed endemica che va combattuta a mio parere in due modi: innanzitutto attraverso l’aggregazione sinergica fra società che forniscono servizi di marketing ad alto valore aggiunto, fra questi il digitale, la gestione dei social, l'intelligenza artificiale, la realtà aumentata, la UX technology, gli eventi. Il secondo punto è che occorre uscire dall’orticello individuale per creare poli di eccellenza internazionale, in grado di portare non solo al mercato italiano ma soprattutto all'estero un elevato know how. Sbarcare all’estero è fondamentale, il mercato italiano è troppo fragile e la creatività italiana è molto apprezzata nel mondo. Ma per creare una rete all’estero occorrono molte risorse umane e soprattutto economiche; un progetto industriale che si potrebbe affrontare solo facendo sistema, unendo cioè energie e competenze con una visione strategica ampia e condivisa. Lo fanno da molti anni e con successo diversi gruppi stranieri. Sarei felice di aprire un tavolo di confronto con chi condivide questo pensiero".
 

 

Sara Belloniresponsabile commerciale e marketing New Light, società specializzata nell'utilizzo della luce come mezzo per creare scenografie e ambientazioni che valorizzino forma, dimensioni e profondità di una sala convegni o di uno spazio espositivo. 

Belloni

"Questa emergenza ha creato diversi problemi economiciTutti noi siamo preoccupati per la situazione umana e sanitaria, ma non è la sola situazione drammatica che dobbiamo affrontare in questi giorni e nei prossimi mesi, in pochissimi giorni tutto quanto si è fermato, tutti gli eventi in essere e che dovevano iniziare sono stati sospesi e soppressi, noi quali fornitori fiera in più ci siamo visti chiudere davanti alla faccia tutte le fiere che erano già state montate e pronte ad aprire, lo scenario di questi giorni è a dir poco assurdo, non suonano nemmeno i telefoni come se ognuno di noi fosse bloccato, immobile. Tra i fornitori e i clienti con i quali ci si confronta regna il dubbio e la confusione per quanto sta accadendo. Subito dopo i dubbi si è travolti dall’ansia per il non lavoro di ora e il caos che si creerà dopo che tutto quanto ripartirà. La maggior parte degli eventi è stata posticipata da metà maggio in poi con la conseguenza di avere eventi che si accavallano l’uno con l’altro e quindi il pensiero va alla capacità che ognuno di noi avrà di sopperire alle richieste, in termini di persone e quindi professionalità e in termini di materiale. Non credo che ci sia stato o che ci sarà qualcuno seduto al governo che si preoccupi di quello che è il nostro lavoro e le nostre difficoltà ed è per questo che alla fine dobbiamo farcela da soliQuello che possiamo dire è che nell’ottica di un pensiero positivo che abbiamo, stiamo utilizzando questi giorni di stop per sistemare tutte le nostre attrezzature in maniera tale da essere pronti a ripartire e per tutto il nostro personale che ha i corsi di aggiornamento in scadenza nei prossimi mesi stiamo cercando di farli in questo periodo proprio per evitare altri fermi nei mesi futuri in cui dovrebbe riprendere tutto il lavoro. Noi ce la metteremo tutta per superare questa situazione".