Interviste

Alan Pini, ancora debole l’identità della filiera congressuale

Giudizio più che positivo e ottimismo verso il Convention Bureau nazionale. Alan Pini, presidente Italcongressi-Pco Italia, esprime in questi termini il proprio commento sulla convention Federcongressi. Muovendo, però, una critica nei confronti dell'identità della filiera.
Si è conclusa sabato 4 aprile la seconda convention nazionale Federcongressi. Presso il Centro Congressi ‘Magazzini del Cotone’ di Genova, si sono riuniti circa 270 protagonisti della meeting industry italiana, per una tre giorni all’insegna della formazione, dell’aggiornamento professionale e del networking. Abbiamo raccolto il commento di Alan Pini, CMP, CMM, presidente Italcongressi-Pco Italia. Per leggere le altre dichiarazioni, vedi le notizie su e20express.it.

piniweb.jpg“Il risultato è stato a mio parere più che soddisfacente. Il numero dei partecipanti è già un grosso risultato se si considerano i tempi che corrono e la coincidenza con le attività fieristiche”. Positivo, dunque, il parere di Alan Pini, che, lo ricordiamo, è anche membro del Comitato Esecutivo di Federcongressi e amministratore unico Teknocongress, specie per quanto riguarda la tavola rotonda del 4 aprile, che ha visto enti pubblici e soggetti privati riflettere sulla collaborazione per il successo della meeting industry e, di riflesso, sulla costituzione del CB Nazionale. “Credo davvero, come annunciato, che i tempi siano in fase di accelerazione e che entro l’autunno si riesca a costituire il Convention Bureau nazionale. Questo grazie anche al riconoscimento del ruolo di Federcongressi da parte di Enit e da parte di Federturismo e Confturismo”.
L’unica critica di Pini riguarda quanto da lui stesso enunciato durante il seminario ‘Smettiamola di farci del male -Etica e professionalità nella meeting industry’, ovvero: “Il settore congressuale è formato da una filiera molto composita, ma non esiste ancora un’identità della stessa. Sia all'esterno che all’interno della filiera, formata da tutti i soggetti attivi nel settore, manca ancora la percezione dell’importanza di un’identità forte”.

Chiara Pozzoli