Interviste
Bombay Sapphire: Il Design che comunica
Gli eventi culturali al primo posto, insieme al digital, nella comunicazione di Bombay Sapphire, che dialoga con le community del design attraverso l'inspirational program. Appuntamenti ormai imperdibili, i design happenings, organizzati in tutta Italia insieme all'agenzia Bellissimo. Il brand del Gruppo Bacardi-Martini punta a un rapporto diretto con i propri consumatori. Senza mediazione.
Il colore, un azzurro cristallino, la forma squadrata e l’etichetta, sulla quale spicca il ritratto della Regina Vittoria in una cornice di zaffiri.
Questi gli elementi che fanno di Bombay Sapphire un prodotto dal design inconfondibile.
A ciò si aggiunge il mix di ingredienti provenienti da ogni parte del mondo e il processo di distillazione.
Risultato: un gin ‘super premium’. Prodotto fin da metà Ottocento nel Lancashire, fu importato in America da Alan Subin. Era il 1959.
Subin decise di chiamarlo ‘Bombay Dry Gin’ e, per sottolinearne l’origine inglese, volle inserire in etichetta l’immagine della Regina Vittoria.

Il gin assume, nel 1988, il nome di ‘Bombay Sapphire’ e prosegue con successo la sua globalizzazione.
Nel 1998 viene acquisito dal Gruppo Bacardi-Martini.
Al design distintivo della bottiglia si ispira anche la comunicazione del marchio, che punta, soprattutto in Italia, proprio alle community del design come target elettivo.
A esse è infatti dedicato il ‘Bombay Sapphire Inspirational Program’, che comprende gli Inspirational Design Happenings: organizzati in tutta Italia, consistono in un appuntamento con un ‘design hero’ di fama internazionale e un cocktail party a base del gin Bombay Sapphire. Bombay Sapphire è l’esempio di un marchio che ha fatto degli eventi il principale strumento per realizzare un dialogo diretto ed esperienziale con il target.
Ne parliamo con Davide Tronzano (nella foto), brand manager di Bombay Sapphire e di altri brand, premium e super premium, del Gruppo Bacardi-Martini.
Quali sono gli obiettivi della comunicazione di Bombay Sapphire?
Puntiamo a stabilire un rapporto diretto con i consumatori, focalizzandoci su attività di experiential marketing e sull’utilizzo dei mezzi digitali. A proposito di digital, design.bombaysapphire.it ne è un ottimo esempio. Il sito è nuovo, ma capitalizza l’esperienza maturata negli anni. L’obiettivo è quello di interagire con le persone, accogliendo commenti e riflessioni intorno ai temi del design e non solo. Sia il sito che il profilo su Facebook sono strumenti per essere prossimi ai consumatori. Poi ci sono gli Inspirational Design Happenings, eventi sul territorio che coinvolgono gli appassionati di design. Gli Happening si inseriscono nell’ampio progetto ‘Inspirational Program’, che mira ad aggregare una community sempre più ampia intorno al brand. La comunicazione risulta, quindi, molto diretta.
A quanto ammonta il budget di comunicazione per il 2011?
Il budget non può essere dichiarato. L’investimento nelle attività di comunicazione è comunque elevato e, in particolare, l’Inspirational Program è di importanza strategica per il brand.

Qual è, più nel dettaglio, il target di riferimento degli eventi Bombay Sapphire?
I nostri eventi hanno sempre un alto profilo culturale. Il target di Bombay Sapphire è quello della design community, ovvero optimistic seakers, dai 18 ai 35 anni, metropolitani, attenti allo stile e al design e che fanno delle proprie scelte uno stile di vita. In Italia poli di design sono presenti in tutte le maggiori città e sono composti da community molto coese, dinamiche e attente alle tendenze e alla contemporaneità.
In che modo, concretamente, Bombay Sapphire si lega al design?
Il legame con il design nasce, innanzitutto, dalla nostra bottiglia: iconica, riconoscibile dal suo colore blu e dalle sfaccettature. Bombay gode di tanti design lover che negli anni hanno lavorato e collaborato con il brand. Amanda Levete, che è stata nostra ospite a Napoli in occasione dell’ultimo Inspirational Design Happening (23 ottobre 2010, ndr), ne è un esempio. Esistono, oltre agli Happening, altre attività e premi legati al design.
Quali messaggi vuole comunicare il marchio attraverso gli eventi?
Innanzitutto la sua storia fantastica, che nasce da una ricetta segreta del 1761 e che lo rende un gin unico nel suo genere. Il resto, l’immaginazione e l’atmosfera, si possono scoprire partecipando a uno dei nostri selezionati eventi. Parliamo del XXI Inspirational Happening... Il XXI Inspirational Design Happening di Napoli, il 23 ottobre scorso, è un esempio di come Bombay Sapphire coinvolga la community del design portandola vicino ai propri ‘heroes’, offrendo poi una drink experience e un intrattenimento di altissimo livello.

Come si è svolto l’evento e perché avete scelto Napoli?
Con gli Inspirational Design Happenings siamo stati in tutta Italia: da Milano a Padova, da Torino a Roma... a Napoli, e in generale nel Sud, non eravamo mai stati. Napoli è una città attiva, il cui pubblico risponde sempre con entusiasmo alle iniziative. Insieme all’agenzia Bellissimo, che ha curato l’evento, abbiamo individuato la location di Porta del Parco, complesso polifunzionale realizzato da Bagnolifutura (società che si occupa del progetto di riconversione e bonifica dell’area di Bagnoli, ex sede delle acciaierie Illva, ndr). L’evento ha previsto due momenti: la lectio magistralis dell’architetto londinese Amanda Levete nell’Auditorium e il cocktail party offerto da Bombay Sapphire. Levete è legata alla città partenopea, poiché sta lavorando, insieme ad Anish Kappur, a un’installazione che sarà collocata presso la metropolitana di Monte Sant’Angelo. La sua lecture, una rassegna di progetti e una riflessione sul design, è stata seguita da 1.000 persone, tutte accreditatesi o invitate alla sessione ed è stata proiettata all’esterno su maxi schermo. Amanda si è lasciata andare a confessioni personali, colpendo al cuore la platea, mostrando un atteggiamento molto distante dalla posa di tante ‘archistar’. Proprio per questo, quella di Levete è stata una delle conferenze più inspirational e convincenti tra quelle proposte dagli Happening negli ultimi anni. In particolare, ho trovato molto interessante il suo parlare sia di successi che di insuccessi, entrambi, allo stesso modo, fonte di ispirazione. A seguire, gli invitati hanno potuto gustare, nell’area esterna, i cocktail preparati con il gin Bombay, con l’accompagnamento musicale di Dj Danilo, architetto, designer ed esponente della scena house e ambient partenopea. Suggestiva l’illuminazione della location, rigorosamente con luci di colore blu, ma senza essere invasiva. Uno spettacolo di luci azzurre, inoltre, ha fatto rivivere l’altoforno Illva, dismesso da vent’anni e oggi esempio di architettura industriale.

A quali fiere partecipate?
Dipende dagli anni. Il Salone del Mobile rimane, comunque, un appuntamento cui ci piace pensare.
Quale ruolo ha la Csr per voi e in che modo si comunica/integra negli eventi?
La Csr ha un ruolo fondamentale in ogni nostra iniziativa di comunicazione. Il pubblico cui ci riferiamo è sempre e solo maggiorenne e i nostri cocktail vengono serviti in maniera contingentata da uno staff di barman professionisti.
Quale ruolo ha l’ecosostenibilità all’interno nella vostra filosofia aziendale?
Aver reso disponibile e gratuito tutto l’archivio sul design nel web non è stata una cosa da poco. Dopodiché, per gli eventi, preferiamo ‘vestire’ le location con giochi di luce di colore rigorosamente blu, producendo così il minimo allestimento fisico. Anche gli inviti agli eventi sono digitali, consentendo un notevole risparmio sulla carta.
Con quali agenzie collaborate per i vostri eventi? Come avviene la scelta?
Bellissimo è il partner numero uno di Bombay Sapphire. Una creative agency di cui ci riteniamo pienamente soddisfatti e della quale ci possiamo sempre fidare. La scelta di agenzie, come anche dei nostri fornitori, viene sempre fatta su base comparata.

Cosa le piace di più del suo lavoro?
Il fatto di creare un mondo attorno alle nostre marche e, parallelamente, il fatto di sforzarsi sempre di capire il mercato e i nuovi bisogni dei consumatori. Il mondo che un brand crea deve essere vero e rilevante, proprio come i nostri prodotti. Per questo, poi, un consumatore lo sceglie.
Cosa c’è nel futuro degli eventi Bombay Sapphire?
Tanta immaginazione!
Questi gli elementi che fanno di Bombay Sapphire un prodotto dal design inconfondibile.
A ciò si aggiunge il mix di ingredienti provenienti da ogni parte del mondo e il processo di distillazione.
Risultato: un gin ‘super premium’. Prodotto fin da metà Ottocento nel Lancashire, fu importato in America da Alan Subin. Era il 1959.
Subin decise di chiamarlo ‘Bombay Dry Gin’ e, per sottolinearne l’origine inglese, volle inserire in etichetta l’immagine della Regina Vittoria.

Il gin assume, nel 1988, il nome di ‘Bombay Sapphire’ e prosegue con successo la sua globalizzazione.
Nel 1998 viene acquisito dal Gruppo Bacardi-Martini.
Al design distintivo della bottiglia si ispira anche la comunicazione del marchio, che punta, soprattutto in Italia, proprio alle community del design come target elettivo.
A esse è infatti dedicato il ‘Bombay Sapphire Inspirational Program’, che comprende gli Inspirational Design Happenings: organizzati in tutta Italia, consistono in un appuntamento con un ‘design hero’ di fama internazionale e un cocktail party a base del gin Bombay Sapphire. Bombay Sapphire è l’esempio di un marchio che ha fatto degli eventi il principale strumento per realizzare un dialogo diretto ed esperienziale con il target.
Ne parliamo con Davide Tronzano (nella foto), brand manager di Bombay Sapphire e di altri brand, premium e super premium, del Gruppo Bacardi-Martini.

Quali sono gli obiettivi della comunicazione di Bombay Sapphire?
Puntiamo a stabilire un rapporto diretto con i consumatori, focalizzandoci su attività di experiential marketing e sull’utilizzo dei mezzi digitali. A proposito di digital, design.bombaysapphire.it ne è un ottimo esempio. Il sito è nuovo, ma capitalizza l’esperienza maturata negli anni. L’obiettivo è quello di interagire con le persone, accogliendo commenti e riflessioni intorno ai temi del design e non solo. Sia il sito che il profilo su Facebook sono strumenti per essere prossimi ai consumatori. Poi ci sono gli Inspirational Design Happenings, eventi sul territorio che coinvolgono gli appassionati di design. Gli Happening si inseriscono nell’ampio progetto ‘Inspirational Program’, che mira ad aggregare una community sempre più ampia intorno al brand. La comunicazione risulta, quindi, molto diretta.
A quanto ammonta il budget di comunicazione per il 2011?
Il budget non può essere dichiarato. L’investimento nelle attività di comunicazione è comunque elevato e, in particolare, l’Inspirational Program è di importanza strategica per il brand.

Qual è, più nel dettaglio, il target di riferimento degli eventi Bombay Sapphire?
I nostri eventi hanno sempre un alto profilo culturale. Il target di Bombay Sapphire è quello della design community, ovvero optimistic seakers, dai 18 ai 35 anni, metropolitani, attenti allo stile e al design e che fanno delle proprie scelte uno stile di vita. In Italia poli di design sono presenti in tutte le maggiori città e sono composti da community molto coese, dinamiche e attente alle tendenze e alla contemporaneità.
In che modo, concretamente, Bombay Sapphire si lega al design?
Il legame con il design nasce, innanzitutto, dalla nostra bottiglia: iconica, riconoscibile dal suo colore blu e dalle sfaccettature. Bombay gode di tanti design lover che negli anni hanno lavorato e collaborato con il brand. Amanda Levete, che è stata nostra ospite a Napoli in occasione dell’ultimo Inspirational Design Happening (23 ottobre 2010, ndr), ne è un esempio. Esistono, oltre agli Happening, altre attività e premi legati al design.
Quali messaggi vuole comunicare il marchio attraverso gli eventi?
Innanzitutto la sua storia fantastica, che nasce da una ricetta segreta del 1761 e che lo rende un gin unico nel suo genere. Il resto, l’immaginazione e l’atmosfera, si possono scoprire partecipando a uno dei nostri selezionati eventi. Parliamo del XXI Inspirational Happening... Il XXI Inspirational Design Happening di Napoli, il 23 ottobre scorso, è un esempio di come Bombay Sapphire coinvolga la community del design portandola vicino ai propri ‘heroes’, offrendo poi una drink experience e un intrattenimento di altissimo livello.

Come si è svolto l’evento e perché avete scelto Napoli?
Con gli Inspirational Design Happenings siamo stati in tutta Italia: da Milano a Padova, da Torino a Roma... a Napoli, e in generale nel Sud, non eravamo mai stati. Napoli è una città attiva, il cui pubblico risponde sempre con entusiasmo alle iniziative. Insieme all’agenzia Bellissimo, che ha curato l’evento, abbiamo individuato la location di Porta del Parco, complesso polifunzionale realizzato da Bagnolifutura (società che si occupa del progetto di riconversione e bonifica dell’area di Bagnoli, ex sede delle acciaierie Illva, ndr). L’evento ha previsto due momenti: la lectio magistralis dell’architetto londinese Amanda Levete nell’Auditorium e il cocktail party offerto da Bombay Sapphire. Levete è legata alla città partenopea, poiché sta lavorando, insieme ad Anish Kappur, a un’installazione che sarà collocata presso la metropolitana di Monte Sant’Angelo. La sua lecture, una rassegna di progetti e una riflessione sul design, è stata seguita da 1.000 persone, tutte accreditatesi o invitate alla sessione ed è stata proiettata all’esterno su maxi schermo. Amanda si è lasciata andare a confessioni personali, colpendo al cuore la platea, mostrando un atteggiamento molto distante dalla posa di tante ‘archistar’. Proprio per questo, quella di Levete è stata una delle conferenze più inspirational e convincenti tra quelle proposte dagli Happening negli ultimi anni. In particolare, ho trovato molto interessante il suo parlare sia di successi che di insuccessi, entrambi, allo stesso modo, fonte di ispirazione. A seguire, gli invitati hanno potuto gustare, nell’area esterna, i cocktail preparati con il gin Bombay, con l’accompagnamento musicale di Dj Danilo, architetto, designer ed esponente della scena house e ambient partenopea. Suggestiva l’illuminazione della location, rigorosamente con luci di colore blu, ma senza essere invasiva. Uno spettacolo di luci azzurre, inoltre, ha fatto rivivere l’altoforno Illva, dismesso da vent’anni e oggi esempio di architettura industriale.

A quali fiere partecipate?
Dipende dagli anni. Il Salone del Mobile rimane, comunque, un appuntamento cui ci piace pensare.
Quale ruolo ha la Csr per voi e in che modo si comunica/integra negli eventi?
La Csr ha un ruolo fondamentale in ogni nostra iniziativa di comunicazione. Il pubblico cui ci riferiamo è sempre e solo maggiorenne e i nostri cocktail vengono serviti in maniera contingentata da uno staff di barman professionisti.
Quale ruolo ha l’ecosostenibilità all’interno nella vostra filosofia aziendale?
Aver reso disponibile e gratuito tutto l’archivio sul design nel web non è stata una cosa da poco. Dopodiché, per gli eventi, preferiamo ‘vestire’ le location con giochi di luce di colore rigorosamente blu, producendo così il minimo allestimento fisico. Anche gli inviti agli eventi sono digitali, consentendo un notevole risparmio sulla carta.
Con quali agenzie collaborate per i vostri eventi? Come avviene la scelta?
Bellissimo è il partner numero uno di Bombay Sapphire. Una creative agency di cui ci riteniamo pienamente soddisfatti e della quale ci possiamo sempre fidare. La scelta di agenzie, come anche dei nostri fornitori, viene sempre fatta su base comparata.

Cosa le piace di più del suo lavoro?
Il fatto di creare un mondo attorno alle nostre marche e, parallelamente, il fatto di sforzarsi sempre di capire il mercato e i nuovi bisogni dei consumatori. Il mondo che un brand crea deve essere vero e rilevante, proprio come i nostri prodotti. Per questo, poi, un consumatore lo sceglie.
Cosa c’è nel futuro degli eventi Bombay Sapphire?
Tanta immaginazione!