Interviste

Mai Tai, intervista ai partner: "Gli eventi? Una corsa continua alla novità. Ma è l'idea geniale a fare il botto"

Mai Tai è una delle strutture coinvolte nel nostro 'giro di microfono': una chiacchierata 'a tu per tu' con le maggiori agenzie italiane per fare il punto su un 2016 in cui le partite sono ancora tutte aperte.
L'inchiesta di e20express.it coinvolge le maggiori agenzie di eventi.
Obiettivo: esplorare l'andamento di mercato, i maggiori trend, le strategie evolutive messe in atto e le criticità della eventi industry & live communication.


Intervistiamo Angelo Mazzi e Andrea Mastropaolo (FOTO). Entrambi siamo Founding Partner.

Come avete chiuso il 2015? Qual è l’andamento di questo primo quadrimestre 2016?
Mastropaolo: Il 2015 si è chiuso molto bene, dopo un 2014 già in crescita. Quest’anno abbiamo iniziato altrettanto bene e siamo sopra gli obiettivi semestrali che ci eravamo dati a inizio anno. Nel frattempo, abbiamo diversi progetti in fase di valutazione per cui speriamo di poter proseguire con questo ottimo trend.

Quali sono i nuovi canali di business che state esplorando? I mercati esteri sono per voi un’opportunità?
Mazzi:
Sicuramente l’integrazione con il digital e con le nuove tecnologie in generale, per chi fa eventi sul territorio, è fondamentale dal momento che oggi le opportunità di rendere notiziabile un evento sono davvero molteplici. E’ una corsa continua all’aggiornamento, alla ricerca di nuovi canali o formule di intrattenimento ed ingaggio che abbiano nella novità l’elemento preponderante. 

Alcuni mercati esteri, anche se solo con veloci toccate e fuga, in questi ultimi anni li abbiamo presidiati. Quest’anno abbiamo un paio di opportunità per le quali stiamo ancora attendendo risposta E che potrebbero sicuramente rafforzare la nostra presenza anche all’estero.

Oggi una delle tendenze delle agenzie è quella di realizzare format proprietari di live entertainment. Avete mai esplorato questo ambito?
Mastropaolo: Si, anche in questo caso ci è capitato di avere sollecitazioni interessanti. Abbiamo lavorato ad alcuni progetti che potrebbero andare in questa direzione e nei quali crediamo molto (sono progetti per il secondo semestre). Oggi Mai Tai è un’agenzia in grado di gestire e realizzare anche progetti di media / grande portata e la realizzazione di format proprietari è sicuramente un trend interessante. 

Salone del Mobile, fiere, eventi sportivi… quali sono i maggiori catalizzatori di eventi? Il 2016, in particolare, è l’anno degli eventi sportivi: Europei di Calcio in Francia, la finale della Uefa Champions League a Milano e le Olimpiadi di Rio. Avete progetti in corso o eventi in programma legati a uno di questi eventi?
Mazzi:
Quest’anno gli eventi sportivi sono davvero tanti e il calendario estivo è forse fin troppo fitto. L’annoso dilemma, per chi fa eventi in periodi come questi, è sempre quello di decidere se spingere la concomitanza con altri eventi o evitarla dal momento che manifestazioni così importanti tendono a cannibalizzare l’attenzione generale. Noi saremo comunque presenti durante la finale di Champions League con un’attività per Gazprom, che della Champions è uno degli sponsor.

Relativamente alle gare, invece, ritiene che rispetto a qualche anno fa ci sia oggi maggior rispetto per le agenzie oppure siamo sempre a livello di gare ‘selvagge’ con tante strutture e nessun rimborso?
Mazzi: Il tema gare è molto delicato e credo che gran parte delle agenzie sia molto sensibile al riguardo. In linea generale, non credo sia cambiato molto anche se apparentemente così potrebbe sembrare. Spesso i clienti coinvolgono un numero spropositato di agenzie, danno brief incompleti e poco dettagliati e seguono logiche di assegnazione non completamente limpide. 

Personalmente, ritengo che una gara interessante alla quale partecipare sia una gara nella quale non vengano coinvolte più di tre agenzie, dove il brief venga condiviso a tutte le agenzie in un unico incontro e dove, alla fine, venga esplicitato dettagliatamente e in modo trasparente il metro di valutazione delle contendenti. Questo, purtroppo, nella maggior parte dei casi non avviene.

Tanto per citare un esempio attuale, proprio ultimamente ci è capitato di venir coinvolti da un cliente molto importante in una gara nella quale abbiamo presentato un’idea che non ha vinto ma che poi è stata 'passata' a un’altra loro divisione (ritenuta più in linea per quell’idea) la quale ha pensato bene di indire un’ulteriore gara basata proprio su quell’idea che però poi ha assegnato a un’altra agenzia. 
Capite che siamo al paradosso assoluto; una cosa del tipo: “Devo fare una gara per policy aziendale ma alla fine assegno un progetto non a chi ha avuto l’idea originaria ma a un’altra agenzia che di quell’idea non è nemmeno titolare con la classica scusa del più economica e più a fuoco”.


Come i consumatori, anche i partecipanti agli eventi diventano sempre più esigenti e più critici. Quali sono i ‘requisiti minimi’ che vanno garantiti per evitare critiche o insuccessi? E come si fa a gestire il dissenso?
Mastropaolo: Sicuramente oggi, anche grazie ai social, croce e delizia della comunicazione in generale, l’attenzione verso ciò che si fa deve essere esponenziale. I requisiti minimi sono sicuramente quelli di saper intrattenere senza esagerare, saper passare messaggi che non siano fraintendibili e saper garantire standard qualitativi elevati anche per eventi non necessariamente di alto profilo. Le variabili che possono incidere sulla riuscita o meno di un evento sono davvero molteplici e diventa difficile riuscire a prevederle tutte, per cui sicuramente bisogna saper gestire l’imprevisto minimizzando l’eventuale impatto negativo sul consumatore finale. 

La capacità di reazione a un evento avverso è sicuramente uno degli elementi differenzianti nella capacità di saper far bene questo lavoro. Qualora si verificasse comunque un dissenso, sicuramente è importante saper parlare al proprio utente, saper gestire le eventuali critiche non censurandole qualora venissero palesate ma argomentandole con cognizione di causa. 

I canali social rappresentano un ottimo modo per pubblicizzare l’evento, ma possono rivelarsi un’arma a doppio taglio in caso di critiche. In che modo va costruito e nutrito il consenso del pubblico?
Mazzi: Purtroppo oggi i canali social permettono a chiunque di esprimere un parere, anche a chi non lo fa con occhio critico ma semplicemente per il piacere di farlo o per mancanza di competenza. Noi lavoriamo con ragazzi su tutto il territorio nazionale e ogni agenzia che fornisce personale per eventi è sotto un’enorme lente di ingrandimento dal momento che sui canali social ci sono veri e propri gruppi che commentano, criticano o approvano la modalità di lavoro delle agenzie stesse. 

Basta un piccolo errore per finire nella loro black list e avere un ritorno di immagine enormemente negativa. Conosciamo pertanto molto bene queste dinamiche per cui sappiamo quanto sia importante costruire il consenso del proprio pubblico (ma non solo) in maniera tale da trasformare un buon evento in un ottimo evento grazie anche ai consensi positivi ottenuti. 
Affidabilità, serietà, competenza e professionalità sono elementi che sicuramente aiutano ma è 'l’idea geniale' che permette di trasformare il consenso positivo in vero e proprio trionfo.

Oggi vi sono moltissime app che possono utilizzate per gli eventi. Quali, secondo voi, sono le più utili o quali da voi le più utilizzate?
Mastropaolo: Da questo punto di vista ci avvaliamo del nostro partner E3 che sviluppa numerose app funzionali alla tipologia di eventi che realizziamo. Le app sono davvero molto diversificate tra loro, ma tendenzialmente quelle che più spesso utilizziamo sono quelle legate a form di registrazione che garantiscano vantaggi come: prova prodotto gratuita / esperienza valoriale, condivisione contenuti sui propri profili social, advergame con sharing performance ottenute e classifiche premio, etc.

Il 2016 pone sotto i riflettori, più che mai, il tema della sicurezza. A vostro avviso c’è oggi una maggiore preoccupazione in tal senso?  In che modo le agenzie sono chiamate a garantire che gli eventi si svolgano in totale sicurezza per i partecipanti?
Mastropaolo: La sicurezza per chi fa eventi sul territorio è sicuramente un tema molto importante e delicato. Al di là delle assicurazioni che garantiscano le coperture di base: personale, materiale tecnico, allestimenti, etc., per esempio è importante garantire la sicurezza delle pubblico che vi partecipa mediante le certificazioni ingegneristiche per strutture particolarmente imponenti o dotarsi i personale con certificazione Haccp qualora si maneggino prodotti alimentari. 

E’ giusto che ci sia maggiore attenzione al tema sicurezza e che tutti i fornitori siano sensibilizzati a non trascurare nessun dettaglio che possa mettere in pericolo le persone che vi lavorano e il pubblico che vi partecipa. Non ritengo ci sia una maggior preoccupazione in tal senso, ma ritengo che sempre più operatori del settore siano sensibilizzati a dare il massimo affinché non si verifichino situazioni pericolose dettate da mancanza di scrupolo o leggerezza organizzativa.

Quale evento da voi realizzato nell’ultimo anno vedrebbe bene sul podio del Bea – Best Event Awards?
Mazzi: Partecipare al Bea è sicuramente un nostro obiettivo e salire sul podio sarebbe indubbiamente un gran bel risultato. L’autorevolezza e la visibilità del premio è sicuramente allettante, ma per poter partecipare dobbiamo avere un’attività assolutamente idonea a competere con le grandi agenzie di eventi che ogni anno vi partecipano. In questi ultimi anni abbiamo comunque vinto diversi premi in altre manifestazioni e pertanto siamo sicuri che prima o poi riusciremo a calcare anche questo prestigioso palcoscenico

Se dovessi segnalare alcune attività realizzate in questo ultimo anno che potrebbero concorrere al premio sicuramente direi: 'Un’estate di Meraviglie' per McArthur Glen, il lancio su Milano di Amazon Prime Now e l’ultimo unconventional stand realizzato per Schroders al Salone del Risparmio.

Se aveste la bacchetta magica, che cosa cambiereste oggi nel mondo degli eventi?
Mazzi e Mastropaolo: Amiamo il nostro lavoro con tutte le problematiche e criticità che un settore come il nostro deve quotidianamente affrontare, per cui non abbiamo grandi necessità di cambiare lo stato delle cose, ma se proprio dovessimo avere una bacchetta magica sicuramente controlleremmo l’unico fattore davvero imponderabile; vera e propria variabile impazzita nel successo o meno di un evento outdoor: il meteo.