Interviste

Mediagroup98: "L'evento è buono se è utile. La migliore arma anti crisi? Differenziazione e propositività"

Prosegue la nostra inchiesta tra le agenzie di eventi sul 2015 appena iniziato. L'anno dell'Esposizione Universale riserverà molte sorprese, e molti scommettono su un rilancio dell'economia e del settore eventi. Secondo il 'Monitor sul Mercato degli Eventi in Italia', il mercato ha chiuso il 2014 con un +2,2%. Ma al di là dei dati e delle previsioni, qual è il sentiment delle agenzie? E come stanno reagendo ai cambiamenti in atto? Oggi la parola a Mediagroup98.
L'ultima edizione del 'Monitor sul Mercato degli Eventi in Italia', promosso da ADC Group e realizzato da AstraRicerche, ha fatto registrare una crescita, sia pur lieve, degli investimenti in eventi nel corso del 2014 (+2,2%). 

E per il 2015 e 2016 le intenzioni delle aziende intervistate sono, almeno nelle dichiarazioni, positive.

(FOTO 2: The Big Team: attività di team building per Rete Assicoop Unipolsai Assicurazioni)

(FOTO 3: Congresso Nazionale Lagacoop. Roma, Auditorium Parco della Musica, 16-18 dicembre 2014)

(FOTO 4: 50° Unipol RE, convention corporate celebrativa con spettacolo di Paola Cortellesi – Elio e Le Storie Tese)

I dati, quindi, sembrano essere incoraggianti e se a questi si aggiunge l'Esposizione Universale in programma a Milano dal 1° maggio al 31 ottobre, il quadro finale appare ottimistico: di nuovo, dopo anni, si torna a parlare di 'fiducia'.

La crisi degli ultimi anni davvero sta allentando il freno? Una cosa è certa: lo scenario della comunicazione è cambiato in modo 'prepotente' con l'avvento della tecnologia mobile, allontanando dal mercato coloro che non hanno saputo essere 'flessibili'.

Il mobile, oltre a ridisegnare il profilo dell'utente, ha permesso alla rete di entrare di diritto nella vita quotidiana, diventando parte integrante delle attività di sempre. 
Anche gli eventi, di conseguenza, hanno modificato il proprio profilo, aprendo le porte ai social e rendendosi essi stessi terreni di condivisione non più solo reali ma anche virtuali

Nell'anno di Expo, dunque, e in attesa del grande evento, abbiamo condotto un 'giro di microfono' fra le maggiori agenzie di eventi per capire qual è il loro sentiment, quale l'andamento e quali i progetti in cantiere per i prossimi dodici mesi. 


Oggi, parola a Maria Cristina Manfredini (FOTO), presidente e direttore creativo, managing director Mediagroup98.

- Come avete chiuso il 2014 e quali strategie avete messo in atto per contrastare il periodo di ‘incertezza’ economica?
In crescita del 30% soprattutto per effetto di attività impreviste acquisite grazie a strategie di differenziazione su grandi clienti già acquisiti e allo sviluppo di strumenti innovativi applicati agli eventi sia sul versante dell’organizzazione che delle strategie di comunicazione. Differenziazione, innovazione, e formazione sono le attività che abbiamo messo in campo fin dal 2009 per reggere la crisi che ancora non è passata. Abbiamo potuto farlo grazie alle oculate politiche di patrimonializzazione attuate negli anni precedenti.

- Quanti progetti avete attualmente ‘nel cassetto’ e a quante gare state partecipando?
Due grandi progetti… e tutti quelli più piccoli che riusciremo a pensare. Da inizio anno abbiamo partecipato a cinque gare.

- Mancano tre mesi a Expo 2015. Avete progetti in cantiere per il grande evento? Organizzerete qualche evento ‘fuori Expo’ o direttamente all’interno del sito espositivo? Ce ne può dare un’anticipazione?
Non essendo dentro all’area milanese viviamo Expo in modo indiretto; inoltre, a parte le grandi gare affidate direttamente da Exp, tutto il resto sembra ancora indietro. Abbiamo presentato un progetto a un nostro cliente leader di mercato nell’area dell’agrolimentare italiano e presente all’interno di Expo e siamo in attesa di sapere cosa si potrà concretizzare: l’agroalimentare italiano detta legge sulla qualità ma comunica ancora in modo molto tradizionale soprattutto usa canali tradizionali laddove Expo fa grandi numeri e richiede bassi costi di contatto per poter raggiungere più persone possibili. Per quanto riguarda il fuori Expo, siamo impegnati in alcune attività di marketing territoriale sulla provincia di Modena.

- Secondo voi l’Esposizione Universale ha spinto l’acceleratore sul settore degli eventi?
Sì, perché Expo è di per se stesso un grande evento, dove le attività Btl possono dare importanti ritorni dell’investimento… mi risulta che dentro Expo siano già previsti almeno 3.500 eventi.

- Guardando al 2015 in generale, quali sono, secondo voi, i maggiori trend negli eventi? Quali tipologie resistono e quali, invece, stanno ‘cedendo il passo’?
Vincono la contaminazione di mezzi e linguaggi, e gli eventi capaci di creare un legame tra aziende e clienti/utenti in grado di costruire valore nel tempo. Ma resistono evolvendosi anche i vecchi meeting/congressi che sempre più si trasformano in strumenti di comunicazione anche grazie alle nuove tecnologie sottese all’organizzazione. Vince in sostanza tutto ciò che dà 'utilità', almeno questo accade nelle zone 'periferiche' del mercato eventi, nella cosiddetta 'provincia italiana' che poi è l’anima del Paese.

- Dal punto di vista, invece, dei settori merceologici, quali resistono negli investimenti e quali, invece, hanno tagliato i budget?
Non sono in grado di rispondere perché non abbiamo dati così complessi. Posso dire che Expo traina l’agroalimentare e in generale il Made in Italy, ma anche il settore assicurativo mantiene i suoi investimenti nelle attività Btl.

- Quali criticità vi sono oggi nel settore degli eventi rispetto a qualche anno fa? E come definirebbe oggi il mercato degli eventi, in una parola?
Le criticità sono anche opportunità per chi lavora bene: rispetto a qualche anno fa, il mercato degli eventi si è molto qualificato selezionando sempre più gli operatori, è diventato più difficile e competitivo perché, maturando sempre più, si è strutturato e chiede maggiori competenze. Il mercato in una parola? Complesso.

- Come è cambiata la committenza, cosa i clienti si vogliono oggi dalle agenzie di eventi?
Insieme al mercato anche la committenza si qualifica sempre più – non sempre purtroppo, perché, contrariamente a quello che si può pensare, è sempre meglio avere davanti a sé un cliente preparato piuttosto che qualcuno che non è in grado di cogliere gli elementi strategici delle proposte. Diciamo che da un lato c’è chi chiede una strategia sottesa e risultati… dall’altro chi vuole i risultati senza avere un approccio strategico.

- Quali saranno, dunque, i fattori chiave del successo di un’agenzia nei prossimi anni?
Capacità di lettura strategica del mercato, contaminazione di mezzi e linguaggi, innovazione tecnologica, integrazione tra creatività e organizzazione.


Chiara Pozzoli