Interviste
Pavanini (Newtonlab): "La nostra mission negli eventi: combattere la noia. Se c'è noia non c'è efficacia"
Un cervello evoluto, collegato a un efficiente braccio produttivo, che lavora a
costi competitivi e con ambizioni internazionali. Newtonlab è tutto questo e molto di
più, grazie alla grande competenza sui contenuti e i linguaggi, al coraggio di osare, di mettersi
in gioco, sempre, per rendere ogni evento, diverso, efficace e mai tedioso. Articolo tratto da e20 maggio / giugno 2015.

Queste parole, che campeggiano nel sito dell’agenzia,
ne sintetizzano in modo efficace la filosofia e l’approccio
operativo. Un metodo che unisce la capacità di
analisi sugli aspetti strategici e di contenuto con quella
organizzativa.
“Partiamo - spiega Piero Pavanini (FOTO), ad e
direttore eventi Newtonlab - dagli obiettivi del cliente
e dalle caratteristiche dell’audience, per poi arrivare alla
parte tecnico - operativa. Cerchiamo soluzioni emergenti
ed efficaci, finalizzate alla mobilitazione dell’impegno.
Non siamo per la spettacolarizzazione fine a se stessa.
Lavoriamo, spesso insieme al management, per definire
nuovi format, stravolgere le consuetudini e i paradigmi,
creare efficacia.
La nostra appartenenza al Gruppo
24 Ore e la nostra capogruppo Newton Management
Innovation, con i suoi 32 consulenti specialisti
in molte aree della cultura manageriale, ci consentono
di capire le problematiche dei clienti, fare le domande giuste, entrare nelle loro corde e interloquire con loro a
tutti i livelli, dalla finanza all’automotive, dalla distribuzione
alla tecnologia".
(FOTO A SEGUIRE: Serata di lancio del programma ‘Hair - Sfida all’ultimo taglio’, durante la quale Discovery Italia ha voluto tentare, con successo, la sfida di entrare nel Guinness World Record)
"Se posso usare una semplificazione - precisa Pavanini -, direi un cervello evoluto collegato a un efficiente
braccio produttivo, che riesce peraltro a lavorare a
costi competitivi e con ambizioni internazionali".
Come è organizzata internamente NewtonLab?
Quali modelli e metodi avete messo a punto?
Abbiamo una direzione creativa, una commerciale e
una di produzione. Ma a differenza di molti competitor,
le competenze sono sviluppate in verticale in tutte le
persone, che sono responsabili dei progetti, dal budget
alla creatività. Da noi non si deve saper fare una cosa
sola bene, ma molte e tutte bene.

Un event manager
deve saper usare bene Excel, Power Point, deve sapere relazionarsi con il cliente, saper mettere insieme una
riunione di brainstorming, gestire i fornitori e capirne
di tecnica. Poi ci sono le figure specializzate a supporto,
ma non esiste che ci sia l’account, che parla con il
producer, che parla con il grafico, che parla con direttore
creativo. Il mercato non è più disposto a pagare
l’incompetenza e la gerarchizzazione o a remunerare
persone che sanno solo gestire i gruppi. Secondo noi
è un modello obsoleto.
Crediamo in persone di valore
che vogliono imparare e sono disposte a mettersi in
gioco. Su tutto! E credo che ci stiamo riuscendo e
abbiamo messo insieme un team speciale di trentenni, in grado di rapportarsi con successo con gli
ad delle aziende e con i tecnici in regia. E questo genera
snellezza, velocità, efficacia e costi competitivi,
ma anche soddisfazione nelle persone che si sentono
responsabilizzate e crescono, senza avere come
riferimento falsi senior, che per fare una presentazione
hanno bisogno di un team di grafici e che di grande
hanno solo l’ego.

Quali sono i servizi e le soluzioni che offrite e che
vi contraddistinguono?
Crediamo di essere snelli, veloci e competitivi, ma
soprattutto in grado di lavorare dove serve innovazione
dei format, creare efficacia e combattere la
noia. Ecco, questo è un tema che mi è caro. Purtroppo
vediamo ancora tanti eventi noiosi, con il pubblico con
gli occhi sul cellulare e poco che gli resta in mente. Ma
chi oggi è disposto a sopportare la noia? In un mondo
con più di 100 canali sul telecomando e 50 app sullo
smartphone, chi di noi non è pronto a ‘cambiare canale’
se qualcosa non piace o annoia?
Ma negli eventi dal
vivo non si può, ed ecco che il pubblico è svogliato e l’azienda spreca risorse. Noi stiamo
combattendo una battaglia di principio contro la
noia, perché, se non c’è noia, ci può essere efficacia e
anche piacevolezza.
Quali sono i vostri plus?
Se il cliente cerca il modo di rendere davvero
‘diverso’ un evento, ed è disposto a osare e a
lasciarsi consigliare, lì noi facciamo la differenza.
Tecnologia ed eventi. Qual è la vostra
opinione a riguardo?
La tecnologia deve essere al servizio delle
idee, un mezzo e non un fine.
Abbiamo appena organizzato un evento
con zero tecnologia, ma le persone erano
inchiodate alle sedia, nessun cellulare
in mano e sono uscite volando.

Il segreto?
Chi parlava raccontava cose interessanti.
Sembra banale, ma non lo è affatto.
Parlava di cose che riguardavano direttamente
le persone in sala, e che avrebbero
potuto riguardare presto i loro figli, di cose che
stanno arrivando nelle nostre vite a cambiarle, e non
sempre in meglio.
Quanto alla spettacolarizzazione, la tecnologia può fare la differenza solo se dietro c’è un pensiero.
Tra le tendenze vi è quella che vede
scomparire la divisione classica tra eventi BtoB ed
eventi BtoC... Quali sono le implicazioni di questa
trasformazione?
A noi sta accadendo sempre più spesso che un evento
B2B sia anche/diventi B2C. Il cliente cerca il modo per
proporre al pubblico esterno quello che prima o dopo propone al pubblico interno.
Lo fa per efficienza su tempi e costi, ma anche
perché, in alcuni contesti, il pubblico
consumer si è talmente evoluto da avvicinarsi al pubblico
professionale.
In moltissimi settori il pubblico è maturato, critica,
chiede, è informato, seleziona e giudica. Questo è dovuto alla diffusione della tecnologia, ma anche
all’enorme crescita dell’offerta e della competizione. Quindi
nell’evento, se non c’è troppo contenuto tecnico,
i format possono essere ‘girati’ dal professionista
al consumatore senza troppi problemi. Il format va
pensato ovviamente a monte per essere flessibile. C’è molto pensiero creativo, ma anche tecnico
e produttivo.

Come vi state muovendo rispetto a Expo Milano
2015? Avete già messo in campo iniziative legate
all’Esposizione?
Abbiamo già lavorato all’interno del padiglione Usa
per un nostro cliente internazionale, e abbiamo diverse
iniziative in corso anche con la nostra capogruppo.
Tra queste, ‘NewtonHub’, area dedicata alle
aziende posizionata nella sede del Gruppo 24 Ore, in
via Monterosa, e ‘The Tank’, spazio pubblico
dedicato allo spettacolo e all’intrattenimento in zona
Porta Romana.
Due aree a disposizione delle imprese
partecipanti a Expo, la prima per il pubblico business e
la seconda per il consumer.
Facciamo il punto sull’andamento di NewtonLab.
Come avete chiuso il 2014 e come sta andando il 2015?
Abbiamo chiuso un 2014 brillante con una crescita del
20% sul 2013. Il 2015 si prospetta di consolidamento
con la volontà di continuare a esplorare prospettive
internazionali, la prima delle quali su Londra, ove stiamo portando avanti una solida campagna di sviluppo
business. Il 2015 per ora è in linea con le previsioni.
Ci descrive una recente case history?
Per il lancio del nuovo programma televisivo ‘Hair,
sfida all’ultimo taglio’, Discovery Italia desiderava
un evento di grande impatto, in grado di promuovere il
nuovo big show di Real Time presentandolo come
l’evento televisivo della primavera 2015 e creare un
marketing case study importante. Ci siamo aggiudicati
la gara a febbraio e abbiamo supportato l’azienda in
tutti gli aspetti, compresa progettazione dell’elemento centrale del format: un’impresa in grado di far entrare
Discovery Italia nel Guinness World Records.

Lavorando parallelamente tra gli obiettivi di marketing
e i pillar del programma, abbiamo curato la componente creativa,
il design della location, trasformata in un grande
Hair Salon dal gusto cool e retrò, la regia,
coordinando lo show e la gestione di ospiti e talent, e
tutti gli aspetti organizzativi e produttivi.
Non solo. Nato da un’idea di Discovery Italia, il tentativo
di record ha rappresentato, per Newtonlab, un elemento
nuovo e sfidante da inserire nell’organizzazione di un
evento: tutta la produzione, i contenuti e gli elementi
entertainment sono stati realizzati tenendo conto dei
parametri necessari al raggiungimento del record stesso.
La sfida è stata anch’essa
ingaggiante: ideare un appuntamento dedicato a un
pubblico omnicomprensivo di clienti, audience e media,
in cui tutti i segmenti di target potessero convivere,
essere ingaggiati in maniera equivalente.
A questo proposito, il team di progetto ha gestito
la promozione dell’evento e i casting dedicati ai
partecipanti, la presenza e il lavoro degli hairstylist
artefici delle acconciature, ma anche il rispetto delle
regole di valutazione, che hanno portato al successo
e all’ingresso nel Guinness World Records, oltre ad
attività di entertainment collaterali allo show e
specifiche aree del format, rivolte ai giornalisti che
hanno partecipato alla serata.

Quattro ore intense, durante le quali 30 parrucchieri
hanno cotonato i capelli della folla di ragazze accorse
il 19 marzo al Teatro della Vetra di Milano. Il tutto sotto la supervisione
del conduttore Costantino
della Gherardesca e dei
giudici del talent Charity
Cheah (co-fondatrice in
Italia della catena Toni&Guy,
ndr), e Adalberto Vanoni
(direttore artistico di Aldo
Coppola, ndr).
I tre talent del programma
sono stati a loro volta
protagonisti dello show,
condotto da Marisa Passera
di Radio Deejay,
attraverso interviste, interazioni
con il pubblico e
tutorial live.
La serata, che ha visto
oltre 500 invitati, si
è aperta con una carrellata
di guest sul Golden
Carpet allestito per l’occasione: da Victoria Cabello
a Paola Marella e poi ancora il re del cioccolato
Ernst Knam, le deejay Krys&Kris, Justin Mattera
e molti altri.
Il gran finale è stato invece riservato al record: il giudice
del Guinness World Records, Lorenzo Veltri ha decretato ufficialmente
l’entrata di Discovery Italia nel Guinness dei primati,
con il più grande gruppo di persone con acconciatura
Beehive, il famoso stile cotonato in voga negli anni
’60.
Le 261 ragazze protagoniste del record, insieme
al pubblico, sono state ingaggiate nel proseguimento della serata dedicata al party
celebrativo per la vittoria conquistata.
Chiudiamo guardando al futuro. Può fornirci
qualche anticipazione in riferimento a progetti/
iniziative che avete in cantiere?
Stiamo partecipando a diverse gare. Ci
siamo aggiudicati un progetto importante per un
cliente automotive che partirà a settembre. L’obiettivo
è aumentare la nostra riconoscibilità e i nostri tratti distintivi,
far conoscere meglio la nostra offerta e cercare
di lavorare all’estero, dove, come italiani, abbiamo
qualcosa da dire. Ma soprattutto sconfiggere la
noia! Abbiamo vinto qualche battaglia, ma la guerra
è ancora lunga.
Marina Bellantoni