Interviste

Sette intervista Marco Balich. Grande attesa per l'inaugurazione del nuovo stadio della Juventus

Il concept dell'evento, in programma l'8 settembre, ruoterà intorno alla storia della maglia bianconera, che nel 1903 prese il posto di quella rosa delle origini. Nel frattempo K-Events sta partecipando a una gara per l'assegnazione del galà dei Giochi di Rio de Janeiro 2016, un bando da 128 milioni di dollari. E il prossimo ottobre sarà in Turkmenistan per i festeggiamenti dei 20 anni del Paese. Tra i progetti per il futuro, uno show per Las Vegas.

Il numero 34 del settimanale Sette (Corriere della Sera, intervista di Edoardo Vigna) dedica, all'interno dello 'Speciale Campionato', un articolo a colui che viene definito 'l'uomo delle cerimonie', il presidente di K-Events Marco Balich.

Balich_Marco2.JPGL'occasione, l'attesissima inaugurazione del nuovo Stadio della Juventus, prevista per il prossimo 8 settembre, di cui Balich sarà regista.
Come spiega il presidente di K-Events, all'inaugurazione parteciperanno 1.500 volontari. Il concept dell'evento ruoterà intorno alla storia della maglia bianconera, che nel 1903 prese il posto di quella rosa delle origini. I tifosi potranno rivivere in modo spettacolare la storia delle prime casacche, sostituite da una fornitura arrivata da Nottingham attraverso un socio fondatore inglese della Juventus: 15 magliette - a sorpresa- degli stessi colori della squadra britannica che inaugurerà lo stadio con la Juve.

Ma l'impegno di Balich non si 'limita' a questo grande evento. Nel frattempo K-Events sta partecipando a un'ambitissima gara per l'assegnazione del galà dei Giochi di Rio de Janeiro 2016, un bando da 128 milioni di dollari. E il prossimo ottobre sarà in Turkmenistan per i festeggiamenti dei 20 anni del Paese, un appalto di 16 milioni. Tra i progetti per il futuro, infine, uno show per Las Vegas e l'idea di dar vita a Roma a una Cappella Sistina molto particolare...ma i dettagli sono ancora top secret.

Insomma, in pochi anni la società è riuscita a giocare alla pari con inglesi e americani in un campo fino a quel momento off limits: l'organizzazione di cerimonie olimpiche e di grandi eventi. Come si fa a competere?
"Sono andato all'estero a osservare tutti i grandi eventi del mondo - spiega Balich nell'intervista -. Ho capito che la struttura di queste cerimonie deve essere semplice. Bisogna saper raccontare un mondo bello, pulito, 'alto', fanciullesco. Occorre trovare il modo giusto di essere popolari. In questo senso, per fare un paragone, il maestro è Roberto Benigni: comprensibile per tutti, ma capace di trasmettere grande cultura. I nostri competitor inglesi fanno questo mestiere dal 1033: sono spettacolari, hanno una grande padronanza della tecnica, degli effetti. Ma noi italiani riusciamo di più a dare emozioni".
Nel corso dell'intervista, Balich si toglie anche un sassolino dalla scarpa: "Peccato che l'Italia non abbia fatto nulla per festeggiare i 150 anni dell'Unità. Sarebbero bastati 10-15 milioni di euro per un evento memorabile per la nostra identità di italiani. Invece di buttarne 300 facendoci votare in due giorni diversi la scorsa primavera..."