Interviste
Sinergie: "Il futuro è di chi sa pianificare il futuro. Expo? Una buona occasione, ma isolata. Ci vuole continuità"
Prosegue la nostra inchiesta tra le agenzie di eventi sul 2015 appena iniziato. L'anno dell'Esposizione Universale riserverà molte sorprese, e molti scommettono su un rilancio dell'economia e del settore eventi. Secondo il 'Monitor sul Mercato degli Eventi in Italia', il mercato ha chiuso il 2014 con un +2,2%. Ma al di là dei dati e delle previsioni, qual è il sentiment delle agenzie? E come stanno reagendo ai cambiamenti in atto? Oggi la parola a Sinergie.
L'ultima edizione del 'Monitor sul Mercato degli Eventi in Italia', promosso da ADC Group e realizzato da AstraRicerche, ha fatto registrare una crescita, sia pur lieve, degli investimenti in eventi nel corso del 2014 (+2,2%).
E per il 2015 e 2016 le intenzioni delle aziende intervistate sono, almeno nelle dichiarazioni, positive.
(FOTO 2: Seconda edizione del Kick Off Adecco all’Unipol Arena di Bologna. Un evento smart che ha immerso i 1.500 ospiti da tutta Italia in un programma di forti contenuti e coinvolgenti emozioni)
(FOTO 3: L'evento internazionale di Covidien a Varsavia ha riunito 1.600 ospiti da tutta Europa. Definito dal management “unico nel suo genere”, ha racchiuso sei convention di area, ognuna con la propria identità e creatività)
(FOTO 4: Il Salone del Risparmio di Assogestioni. Giunto alla sesta edizione, ognuna curata da Sinergie, nel 2014 ha avuto un’affluenza record di 14.000 pax. Prossimo appuntamento: dal 25 al 27 marzo 2015 all’Università Bocconi di Milano)
I dati, quindi, sembrano essere incoraggianti e se a questi si aggiunge l'Esposizione Universale in programma a Milano dal 1° maggio al 31 ottobre, il quadro finale appare ottimistico: di nuovo, dopo anni, si torna a parlare di 'fiducia'.
La crisi degli ultimi anni davvero sta allentando il freno? Una cosa è certa: lo scenario della comunicazione è cambiato in modo 'prepotente' con l'avvento della tecnologia mobile, allontanando dal mercato coloro che non hanno saputo essere 'flessibili'.
Il mobile, oltre a ridisegnare il profilo dell'utente, ha permesso alla rete di entrare di diritto nella vita quotidiana, diventando parte integrante delle attività di sempre.
Anche gli eventi, di conseguenza, hanno modificato il proprio profilo, aprendo le porte ai social e rendendosi essi stessi terreni di condivisione non più solo reali ma anche virtuali.
Nell'anno di Expo, dunque, e in attesa del grande evento, abbiamo condotto un 'giro di microfono' fra le maggiori agenzie di eventi per capire qual è il loro sentiment, quale l'andamento e quali i progetti in cantiere per i prossimi dodici mesi.
Oggi, parola a Davide Verdesca (FOTO), coo-ceo Sinergie.
- Come avete chiuso il 2014 e quali strategie avete messo in atto per contrastare il periodo di‘incertezza’ economica?
Sinergie ha chiuso il 2014 raggiungendo i 26 milioni di fatturato e superando già alla pausa estiva il budget obiettivo fissato a inizio anno. Questo ha permesso alla struttura di dedicarsi al 2015 fin dalla seconda parte del 2014. Allo stesso modo, Sinergie aveva voluto investire già da inizio anno sulla struttura e sulle persone, con corsi di formazione e inserimenti di nuove figure professionali nelle varie Divisioni, conferendo maggiore qualità e caratura all’agenzia, a partire da un nuovo Direttore di Divisione per gli Eventi alla creazione della Divisione Idea per la creazione di contents e creatività a livello trasversale per l’intero gruppo, sviluppando nuove proposte per i clienti e creando una divisione MarCom (Marketing e Comunicazione, ndr) a supporto della comunicazione e del marketing di clienti esterni e intergruppo.
- Quanti progetti avete attualmente ‘nel cassetto’ e a quante gare state partecipando?
Per il 2015 abbiamo confermata la maggior parte dei progetti con scadenza annuale che abbiamo sviluppato lo scorso anno. Questo ci permette di partecipare a nuove gare, che ogni giorno impegnano i nostri team nel creare progetti dedicati e realizzati secondo il brief ricevuto e la verve creativa dell’agenzia.
In questo momento siamo impegnati in molte gare, su molti fronti per differenti clienti di differenti settori.
- Mancano due mesi a Expo 2015. Avete progetti in cantiere per il grande evento? Ce ne può dare un’anticipazione?
Sinergie sta interpretando Expo in maniera trasversale. Grazie a 27Names, la prima agenzia di live communication europea costituita dalle migliori agenzie d’Europa di cui siamo soci fondatori, rappresentiamo il punto di riferimento per l’Italia e per le richieste dei clienti pan europei. Siamo focalizzati principalmente sullo sviluppo di iniziative collegate ad Expo ma più incentrate sul territorio che sulla manifestazione stessa.
- Secondo voi l’Esposizione Universale ha spinto l’acceleratore sul settore degli eventi?
L’Esposizione Universale rappresenta certamente per tutta l’Italia l’opportunità di mostrarsi e fare business, però in forma di pick performance isolata e relativa ad un determinato periodo, quindi a nostro avviso non può essere la vera spinta sull’acceleratore per il mercato di riferimento, dove invece viene ricercata una maggiore continuità, nuove vie di sviluppo del segmento basate su multimedialità, integrazione di contenuti e linguaggi, contaminazioni di metodologie di lavoro e comunicazione.
- Guardando al 2015 in generale, quali sono, secondo voi, i maggiori trend negli eventi? Quali tipologie resistono e quali, invece, stanno ‘cedendo il passo’?
La componente di live communication continua a essere, e probabilmente aumenterà in peso e valore, la base fondamentale su cui costruire un evento. Per i partecipanti, ospiti o invitati, è sempre più importante comprendere di essere partecipi di un momento speciale pensato e dedicato a loro, in cui la coerenza di messaggio con la forma sia percepibile e reale; occorre rendere davvero protagonisti i partecipanti, affinché ci possa essere comunione di intenti con gli obiettivi del cliente. In merito alle tipologie, nessuna sta cedendo particolarmente il passo, fatta salva la maggior contaminazione di cui parlavamo, maggior interazione digital.
- Come è cambiata la committenza, cosa i clienti si vogliono oggi dalle agenzie di eventi?
Oggi viene richiesta competenza su differenti core business. Gli eventi sono ormai dei veri e propri contenitori esperienziali, dove differenti componenti, dalla logistica al digital, dalla video produzione alla regia rappresentano le differenti professionalità necessarie. Il cliente cerca la garanzia di un’armonia e di una coerenza stilistica nella creazione, oltre che nella gestione, di tutti questi differenti aspetti. Una firma riconoscibile che diventa brand, come nella moda. Uno stile unico e identificativo.
- Quali saranno, dunque, i fattori chiave del successo di un’agenzia nei prossimi anni?
Una flessibilità performante, unita all’alta velocità di risposta vanno ad affiancarsi a qualità e a creatività nella stesura di un progetto. Ovviamente, inoltre, la solidità aziendale rappresenta una garanzia per il cliente, che trova cosi nell’agenzia un partner e non un classico fornitore.
Chiara Pozzoli
E per il 2015 e 2016 le intenzioni delle aziende intervistate sono, almeno nelle dichiarazioni, positive.
(FOTO 2: Seconda edizione del Kick Off Adecco all’Unipol Arena di Bologna. Un evento smart che ha immerso i 1.500 ospiti da tutta Italia in un programma di forti contenuti e coinvolgenti emozioni)
(FOTO 3: L'evento internazionale di Covidien a Varsavia ha riunito 1.600 ospiti da tutta Europa. Definito dal management “unico nel suo genere”, ha racchiuso sei convention di area, ognuna con la propria identità e creatività)
(FOTO 4: Il Salone del Risparmio di Assogestioni. Giunto alla sesta edizione, ognuna curata da Sinergie, nel 2014 ha avuto un’affluenza record di 14.000 pax. Prossimo appuntamento: dal 25 al 27 marzo 2015 all’Università Bocconi di Milano)
I dati, quindi, sembrano essere incoraggianti e se a questi si aggiunge l'Esposizione Universale in programma a Milano dal 1° maggio al 31 ottobre, il quadro finale appare ottimistico: di nuovo, dopo anni, si torna a parlare di 'fiducia'.
La crisi degli ultimi anni davvero sta allentando il freno? Una cosa è certa: lo scenario della comunicazione è cambiato in modo 'prepotente' con l'avvento della tecnologia mobile, allontanando dal mercato coloro che non hanno saputo essere 'flessibili'.
Il mobile, oltre a ridisegnare il profilo dell'utente, ha permesso alla rete di entrare di diritto nella vita quotidiana, diventando parte integrante delle attività di sempre.
Anche gli eventi, di conseguenza, hanno modificato il proprio profilo, aprendo le porte ai social e rendendosi essi stessi terreni di condivisione non più solo reali ma anche virtuali.
Nell'anno di Expo, dunque, e in attesa del grande evento, abbiamo condotto un 'giro di microfono' fra le maggiori agenzie di eventi per capire qual è il loro sentiment, quale l'andamento e quali i progetti in cantiere per i prossimi dodici mesi.
Oggi, parola a Davide Verdesca (FOTO), coo-ceo Sinergie.
- Come avete chiuso il 2014 e quali strategie avete messo in atto per contrastare il periodo di‘incertezza’ economica?
Sinergie ha chiuso il 2014 raggiungendo i 26 milioni di fatturato e superando già alla pausa estiva il budget obiettivo fissato a inizio anno. Questo ha permesso alla struttura di dedicarsi al 2015 fin dalla seconda parte del 2014. Allo stesso modo, Sinergie aveva voluto investire già da inizio anno sulla struttura e sulle persone, con corsi di formazione e inserimenti di nuove figure professionali nelle varie Divisioni, conferendo maggiore qualità e caratura all’agenzia, a partire da un nuovo Direttore di Divisione per gli Eventi alla creazione della Divisione Idea per la creazione di contents e creatività a livello trasversale per l’intero gruppo, sviluppando nuove proposte per i clienti e creando una divisione MarCom (Marketing e Comunicazione, ndr) a supporto della comunicazione e del marketing di clienti esterni e intergruppo.
- Quanti progetti avete attualmente ‘nel cassetto’ e a quante gare state partecipando?
Per il 2015 abbiamo confermata la maggior parte dei progetti con scadenza annuale che abbiamo sviluppato lo scorso anno. Questo ci permette di partecipare a nuove gare, che ogni giorno impegnano i nostri team nel creare progetti dedicati e realizzati secondo il brief ricevuto e la verve creativa dell’agenzia.
In questo momento siamo impegnati in molte gare, su molti fronti per differenti clienti di differenti settori.
- Mancano due mesi a Expo 2015. Avete progetti in cantiere per il grande evento? Ce ne può dare un’anticipazione?
Sinergie sta interpretando Expo in maniera trasversale. Grazie a 27Names, la prima agenzia di live communication europea costituita dalle migliori agenzie d’Europa di cui siamo soci fondatori, rappresentiamo il punto di riferimento per l’Italia e per le richieste dei clienti pan europei. Siamo focalizzati principalmente sullo sviluppo di iniziative collegate ad Expo ma più incentrate sul territorio che sulla manifestazione stessa.
- Secondo voi l’Esposizione Universale ha spinto l’acceleratore sul settore degli eventi?
L’Esposizione Universale rappresenta certamente per tutta l’Italia l’opportunità di mostrarsi e fare business, però in forma di pick performance isolata e relativa ad un determinato periodo, quindi a nostro avviso non può essere la vera spinta sull’acceleratore per il mercato di riferimento, dove invece viene ricercata una maggiore continuità, nuove vie di sviluppo del segmento basate su multimedialità, integrazione di contenuti e linguaggi, contaminazioni di metodologie di lavoro e comunicazione.
Una criticità specifica, invece, mi viene in mente guardando i lavori per Expo. E mi sorge spontanea una domanda: cosa faremo di tutta quella terra smossa? Spiego meglio la mia metafora. Pensiamo a un giardino. A un grande albero. Per piantumarlo occorre scavare un grande buco, smuovere molta terra, creare lo spazio, avere le strutture per spostare l’albero e finalmente metterlo a dimora. Ma poi creato il buco, dove va la terra? Ovvero finito Expo, cosa ci resterà? E’ vero che è una grande opportunità per il mondo degli eventi, tuttavia finita la kermesse cosa succederà a quelle strutture che si sono ingigantite per far fronte solo a questo evento? Cosa sarà del personale impiegato? E, ancora, è stata una scelta giusta quella di creare un’area di cui nessuno conosce il domani e il destino? Doveva diventare un 'qualcosa', ma nessuno oggi sa cosa. E questo mi preoccupa. Mi chiedo se non abbiamo mangiato altre aree verdi invece che utilizzare aree già esistenti, se non abbiamo fatto un altro 'qualcosa' senza un piano futuro, se invece di 'creare' non abbiamo in qualche modo 'occupato' una parte di territorio. Lo so, forse sbaglio, lo diranno il tempo e il dopo. Però oggi guardo a Expo come a 'una' delle opportunità del 2015, non certamente a quella risolutiva o in grado di cambiare il nostro futuro; e soprattutto non a una che mi ha moralmente affezionato.
- Guardando al 2015 in generale, quali sono, secondo voi, i maggiori trend negli eventi? Quali tipologie resistono e quali, invece, stanno ‘cedendo il passo’?
La componente di live communication continua a essere, e probabilmente aumenterà in peso e valore, la base fondamentale su cui costruire un evento. Per i partecipanti, ospiti o invitati, è sempre più importante comprendere di essere partecipi di un momento speciale pensato e dedicato a loro, in cui la coerenza di messaggio con la forma sia percepibile e reale; occorre rendere davvero protagonisti i partecipanti, affinché ci possa essere comunione di intenti con gli obiettivi del cliente. In merito alle tipologie, nessuna sta cedendo particolarmente il passo, fatta salva la maggior contaminazione di cui parlavamo, maggior interazione digital.
Vi è invece una sempre più attenta segmentazione del target per poi definire i canali di comunicazione migliori prima di affiancarli alla componente live. In questo senso ci stiamo muovendo per parametrare molto attentamente gli obiettivi dei nostri clienti, fornendo risposte sempre più mirate ai loro target finali, considerando con attenzione età, sesso, abitudini di spesa e sociali. Ci viene in soccorso, in questo, una più attenta preparazione a livello digitale dei nostri eventi: un melting pot creativo che valorizza la tecnologia, rendendo sempre più innovativa l’experience.
- Dal punto di vista, invece, dei settori merceologici, quali resistono negli investimenti e quali, invece, hanno tagliato i budget?
Settori merceologici come quello bancario e assicurativo mantengono costanza nel dedicare i propri investimenti in progetti di comunicazione e in eventi. Anche il settore farmaceutico continua il proprio percorso nello creazione di eventi dedicati. Tuttavia noi siamo impegnati molto ormai anche nell’automotive, con una Unit dedicata, nel settore dell’High Tech e delle comunicazioni. Anche in ottica Expo, sicuramente, il settore food è quello che ha avuto maggior margine di crescita rispetto al passato.
- Dal punto di vista, invece, dei settori merceologici, quali resistono negli investimenti e quali, invece, hanno tagliato i budget?
Settori merceologici come quello bancario e assicurativo mantengono costanza nel dedicare i propri investimenti in progetti di comunicazione e in eventi. Anche il settore farmaceutico continua il proprio percorso nello creazione di eventi dedicati. Tuttavia noi siamo impegnati molto ormai anche nell’automotive, con una Unit dedicata, nel settore dell’High Tech e delle comunicazioni. Anche in ottica Expo, sicuramente, il settore food è quello che ha avuto maggior margine di crescita rispetto al passato.
- Quali criticità vi sono oggi nel settore degli eventi rispetto a qualche anno fa? E come definirebbe oggi il mercato degli eventi, in una parola?
Le criticità maggiori potrebbero essere date da quelle realtà che sono nate su una improvvisa scia di successi, trovandosi poi a volte privi di una struttura adeguata al carico di lavoro o senza una forte componente di pianificazione economica a lungo termine. Oggi più che mai è importante avere un piano industriale anche nel nostro settore, non fermarsi alle sensazioni del momento, conoscere e valutare sotto l’ottica del project management e del finance planning. Rispondere a esigenze puntuali senza pensare al futuro, se da un lato aiuta la fioritura nel settore, dall’altro può trasformarsi in un minus per tutta la filiera, che da sempre investe per rendere la propria realtà di alto livello e soprattutto con una stabilità tale da poter garantire la miglior risposta al cliente. Credo che il pericolo venga proprio da chi non si organizza in modo industriale.
Le criticità maggiori potrebbero essere date da quelle realtà che sono nate su una improvvisa scia di successi, trovandosi poi a volte privi di una struttura adeguata al carico di lavoro o senza una forte componente di pianificazione economica a lungo termine. Oggi più che mai è importante avere un piano industriale anche nel nostro settore, non fermarsi alle sensazioni del momento, conoscere e valutare sotto l’ottica del project management e del finance planning. Rispondere a esigenze puntuali senza pensare al futuro, se da un lato aiuta la fioritura nel settore, dall’altro può trasformarsi in un minus per tutta la filiera, che da sempre investe per rendere la propria realtà di alto livello e soprattutto con una stabilità tale da poter garantire la miglior risposta al cliente. Credo che il pericolo venga proprio da chi non si organizza in modo industriale.
Il futuro lo vedo positivo per quelle agenzie che sanno trasformarsi da piccolo studio in azienda. Noi abbiamo stimolato ormai da tempo la managerialità; i soci si stanno lentamente allontanando, pur sovraintendendo con occhio attento, dalla gestione del quotidiano impellente, per pianificare un futuro programmato. E’ stata fatta un’accurata pulizia a livello di risorse per avere un team skillato e forte, cui si aggiungerà ad aprile, ciliegina sulla torta, un direttore creativo in arrivo da una struttura di livello internazionale per dare ai nostri progetti un’ancora maggior identità. Siamo un Gruppo che da sempre crede nell’autonomia, tuttavia stiamo strutturandoci per essere completi al nostro interno a livello di gruppo e, nel corso del 2015 in cui festeggeremo i nostri primi 15 anni, saremo capaci di stupire tutto il settore con interessantissime novità.
- Come è cambiata la committenza, cosa i clienti si vogliono oggi dalle agenzie di eventi?
Oggi viene richiesta competenza su differenti core business. Gli eventi sono ormai dei veri e propri contenitori esperienziali, dove differenti componenti, dalla logistica al digital, dalla video produzione alla regia rappresentano le differenti professionalità necessarie. Il cliente cerca la garanzia di un’armonia e di una coerenza stilistica nella creazione, oltre che nella gestione, di tutti questi differenti aspetti. Una firma riconoscibile che diventa brand, come nella moda. Uno stile unico e identificativo.
- Quali saranno, dunque, i fattori chiave del successo di un’agenzia nei prossimi anni?
Una flessibilità performante, unita all’alta velocità di risposta vanno ad affiancarsi a qualità e a creatività nella stesura di un progetto. Ovviamente, inoltre, la solidità aziendale rappresenta una garanzia per il cliente, che trova cosi nell’agenzia un partner e non un classico fornitore.
Chiara Pozzoli