
Congresso - convegno
Agli Stati Generali di Lab Village oltre 50 relatori tra docenti, Istituzioni, imprese e artisti. Ora l’obiettivo è di avviare un Centro di ricerca permanente
Si è conclusa gioved' 30 ottobre a Bassano del Grappa in villa Angaran San Giuseppe la tre giorni degli Stati Generali di Lab Village – Turismo, Cultura e Industrie Creative, progetto di ricerca finanziato dal Pnrr e condotto dall’Università Ca’ Foscari Venezia nell’ambito delle attività di Consorzio iNEST (Interconnected Nord-Est Innovation Ecosystem). L’evento ha chiuso quasi due anni di sperimentazione intorno al rapporto tra arte, turismo e innovazione sociale, con la presenza di oltre 50 relatori tra docenti, ricercatori, artisti e creativi, Istituzioni, imprese e operatori del settore.
«Siamo partiti dall’idea che attraverso i linguaggi dell’arte fosse possibile coinvolgere le comunità locali nell’ambito turistico - ha spiegato il professor Maurizio Busacca, docente di Sociologia Economica e responsabile del progetto Lab Village - Ma l’innovazione culturale richiede tempo e quelli che abbiamo chiamato prototipi culturali, vale a dire nuovi modelli per un turismo più intelligente, sono risultati essere delle proto-innovazioni che mettono in relazione ricerca, arte e cittadinanza, ma che hanno ancora bisogno d’entrare a regime».
Da ciò la proposta di compiere un passo ulteriore e di trasformare il Lab Village in un Centro permanente di ricerca e innovazione dedicato al rapporto tra turismo, cultura e comunità: una piattaforma di sperimentazione e connessione tra Università, imprese e territori con l’obiettivo non soltanto di continuare a produrre conoscenza, ma anche di accompagnare le trasformazioni del settore turistico in chiave sostenibile e inclusiva. «Abbiamo innescato un processo d’innovazione, - ha annunciato Valeria Bruzzi, ricercatrice dell’Università Ca’ Foscari Venezia- ora il nostro scopo è di andare oltre».
La tre giorni in villa Angaran San Giuseppe si è aperta insieme all’assessore alla Cultura e Turismo del Comune di Bassano del Grappa, Giada Pontarollo, con una prospettiva d’insieme sul percorso che si è concluso lo scorso settembre a Venezia e durante il quale il Lab Village ha dato vita a tre diverse azioni pilota – a tema “Montagna”, “Outdoor” e “Città” – e a nove laboratori creativi che hanno attraversato il Nordest toccando Lavarone, Tonezza del Cimone, Roana, Carmignano di Brenta, Cerea, le Prealpi trevigiane e Venezia per ideare nuovi format di turismo sostenibile a base culturale. Sono stati coinvolti fotografi, attori e registi, musicisti e cantautori, filmmaker e documentaristi, sound artist, esperti di arti grafiche, illustratori e scienziati.
Fabrizio Panozzo, docente di Politiche Culturali dell'Università Ca' Foscari Venezia e responsabile scientifico dello Spoke6 di INEST, ha spiegato: «Abbiamo tentato di costruire soluzioni a problemi molto concreti e in maniera particolare abbiamo voluto superare la contrapposizione tra visitatori e residenti. Ci siamo occupati di flussi turistici, ma anche del tentativo di alcune località di diventare destinazione turistica attraverso la cultura. Abbiamo voluto dare spazio alla narrazione perché, se il turismo culturale è fatto di storie, è altrettanto vero che queste storie possono trasformarsi in stereotipi. Ecco perché ci siamo domandati cosa non si vede quando si parla di turismo. La risposta è che le comunità locali spesso diventano visibili soltanto quando protestano: noi ci siamo impegnati a raccogliere le loro voci utilizzando le discipline umanistiche».
Nel corso delle tre giornate la discussione ha coinvolto Atenei e Istituzioni, come anche la DMO Dolomiti Bellunesi con la direttrice Valentina Colleselli e il GAL Alta Marca Trevigiana con la vicepresidente Giamaica Fraccaro. Particolare attenzione è stata riservata all’indagine degli effetti dei flussi sulle città d’arte, in particolare Venezia, e al tema dell'impatto e delle conseguenze dell’overtourism. Attraverso le esperienze dell’azione pilota “Città”, la riflessione si è estesa inoltre al ruolo delle Industrie Creative come strumento di rigenerazione urbana e di equilibrio tra visitatori e residenti.
Ampio spazio è stato dedicato, insieme al professor Riccardo Caldura, direttore dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, al tema del turismo industriale inteso come ambito di ricerca e proposta di itinerari capaci di valorizzare il sistema produttivo veneto, alle residenze artistiche, raccontate come pratiche di citizen engagement, mentre le sperimentazioni sviluppate la scorsa estate su turismo fluviale e outdoor hanno portato a considerare il paesaggio non più solo come una risorsa naturale da sfruttare, ma come un ecosistema sociale in cui relazioni, economie e pratiche si intrecciano.
Il confronto ha messo inoltre in evidenza la necessità di ripensare i modelli tradizionali del turismo montano alla luce dei cambiamenti climatici e dei processi di spopolamento delle aree più marginali, immaginando forme di abitabilità che uniscano sostenibilità ambientale, cultura e benessere con il professor Filippo Barbera dell’Università di Torino: le montagne come laboratori di innovazione e di sperimentazione sociale.
A chiudere gli Stati Generali la riflessione su memoria e tradizioni locali, con un percorso esperienziale ispirato alla storia produttiva e artigianale di Bassano del Grappa, dalle antiche manifatture alla ceramica, dalla grappa al tabacco: esempi emblematici di come un territorio possa trasformare la propria eredità culturale in risorsa per il futuro.
Gli Stati Generali del Lab Village lasciano un’idea di turismo che genera valore condiviso, riconosce le diversità e contribuisce alla costruzione di comunità più coese: un turismo come una pratica culturale capace di unire qualità della vita, partecipazione e sostenibilità.

