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Media

Paolo Casti presenta Digitaly: il DOOH si fa social device e le 'navi volanti' approdano in Puglia

Integrare le grandi potenzialità di ingaggio della comunicazione esterna con l’appeal delle tecnologie digitali, fondendole con il linguaggio delle interfacce dei device di nuova generazione. E' questa la sfida di Digitaly, la nuova società fondata da Paolo Casti che, nel corso di un anno da lui stesso definito 'sabbatico', ha girato il mondo e incontrato clienti, riflettendo su come fosse possibile dare una svolta ai media territoriali.

Digitaly è una società di spin-off delle attività che, fino ad oggi, il manager ha svolto a livello manageriale, professionale ed accademico, che gli consentirà di dare continuità al suo lavoro di ricerca e di studio, attraverso lo sviluppo di soluzioni di comunicazione pubblica, integrata attraverso l’utilizzo delle tecnologie delle reti e delle cloud computing di nuova generazione.

Come ha spiegato lo stesso Casti ai microfoni di ADVexpressTv, gli strumenti digitali oggi disponibili sul mercato sono quasi esclusivamente adatti a un utilizzo personale (basti pensare agli smartphone, o ai tablet). Da questa considerazione è nata l'idea: perché non sfruttare invece le nuove tecnologie per dare vita a dei 'social device'?

E' stato creato quindi il BoohmBox, un oggetto che utilizza gli stessi linguaggi, gli stessi formati, le stesse tecnologie, le stesse logiche di interfaccia dei personal device, ma è destinato ad essere condiviso con gli altri nei luoghi più frequentati delle aree urbane.

BBX, come ha affermato Casti ai nostri microfoni, si propone come terminale multimediale interattivo in grado di gestire, razionalizzandole, informazioni, intrattenimento e comunicazioni all'interno delle aree urbane nei momenti di maggior carico, nei momenti in cui le strutture fisse normalmente utilizzate, che convivono stabilmente gli spazi della città, risultano poche oppure inadeguate.

Di fatto, BBX funziona come un cellulare, solo che chi chiama può parlare a una moltitudine di persone invece che rivolgersi solo a una. Un'esperienza di consumo semplice quindi che, grazie all'integrazione con i social network, può diventare anche interattiva. Facile immaginarne l'utilizzo che potrebbero farne le aziende, che avrebbero a disposizione uno strumento di notevole impatto per promuovere i propri marchi.

Riguardo alle caratteristiche strutturali, le 'gambe', grazie al loro peso proprio, abbassano il baricentro dell'impianto abbastanza da impedirne il ribaltamento. Mobilità e stabilità sono garantite anche grazie allo schermo orientato in posizione verticale.

La sua natura mobile rende il BBX 'sostenibile' anche nelle aree di pregio della città ed adatto agli impieghi eccezionali, ovvero quando la città ha bisogno di comunicare eventi straordinari in aree normalmente preservate dalla presenza di spazi di comunicazione istituzionale, commerciale oppure artistica.

Trampolino di lancio del nuovo strumento, come ha anticipato Casti ai nostri microfoni, sarà Expo 2015, occasione in cui alcune aziende sponsor potrebbero utilizzare questo tipo di impianti per moltiplicare i propri messaggi sul territorio: non è ancora stato definito un numero di posizioni, ma senz'altro il progetto coinvolgerà non solo Milano, ma anche altre città.

Il BoohmBox non è il solo device nato in seno a Digitaly. Come ha spiegato Casti ai microfoni di ADVexpressTv, la società si è infatti aggiudicata la gara indetta da Aeroporti di Puglia per la consulenza di progetto, oltre che commerciale, relativa alla comunicazione negli aeroporti della regione. Per l'occasione, è stato messo a punto un progetto ad hoc, che ha visto la creazione di impianti di nuova generazione, come ad esempio l'ORing, che presenta delle funzionalità molto simili a quelle del BBX ma un'estetica diversa, che lo rende del tutto simile a uno smartphone. L'obiettivo è integrare in un unico device l'informazione normalmente veicolata in aeroporto e l'advertising.

Gli Aeroporti di Puglia costituiranno la vetrina ditutte le tecnologia d'avanguardia e dell'integrazione tra design ed usabilità, all'interno degli spazi
destinati alla collettività, di tutti i prodotti che iI gruppo Imecon sta pensando insieme a Casti per il mercato digitale 3.0 a livello internazionale. Digitaly, che si occupa in particolare di design e comunicazione, è affiancata infatti dalle competenze hardware, software ed operation di Imecon, una società di engineering fondata da due giovani ingegneri italiani. Competenze indispensabili per realizzare device semplici dal punto di vista dell'esperienza d'uso ma complessi per quanto attiene alla tecnologia. .

Attualmente, oltre ad essere Ceo di Digitaly, Casti ricopre anche il ruolo di Chief Designer Officer di Imecon, integrando in questa carica la supervisione di tutti gli aspetti di progettazione di prodotti e servizi, tra cui progettazione del prodotto, user experience, design, design industriale, pubblicità e marketing di prodotto.

L'intenzione di Casti e di Fabio Vairani, Ceo di Imecon, è dare vita a progetti esportabili oltreconfine, utilizzando proprio la Puglia come territorio di collaudo. D'altra parte, come ha affermato il Ceo di Digitaly ai microfoni di ADVexpressTv, gli Aeroporti di Puglia, come del resto la regione che li ospita, rappresentano oggi la più importante sfida nel campo della ricerca e dell’innovazione. Basti pensare che a Grottaglie, lo stabilimento produttivo di Alenia Aermacchi, centro di eccellenza nei materiali compositi, si sviluppano programmi aeronautici avanzati e qui vengono realizzate lavorazioni strutturali per alcuni fra i principali programmi aeronautici a livello mondiale.

Non stupisce che la sfida di Casti parta da qui, dunque, come testimoniano anche le nuovissime 'Navi Volanti' che, oltre a dare il titolo al libro in cui il manager svela i suoi nuovi progetti, sono di fatto un impianto molto emozionale, alto 25 metri, che assomiglia molto a una vela.

Il prossimo passo, come ha dichiarato il manager ad ADVexpressTv, è trovare i clienti pronti a sfruttare le potenzialità di questi nuovi strumenti. Brand importanti che possano capire la portata innovativa della proposta di Digitaly. Anche se, come ha tenuto a sottolineare Casti, l'obiettivo, almeno iniziale, è più il collaudo di questi nuovi modi di comunicare che il guadagno immediato.

"Di fatto ci poniamo sul mercato come una startup - ha detto Casti -. Innanzitutto vogliamo vedere come reagirà il mercato alla nostra offerta, poi si vedrà".

La struttura al momento è piuttosto snella. Digitaly è di fatto una piattaforma digitale che riunisce circa una ventina di persone, professionisti della comunicazione con i quali Casti ha lavorato in passato e altri che integrano le competenze tecniche relative alla programmazione ed al clouding.

In seguito è previsto l’ingresso di altre compagini sociali che consolideranno l’evoluzione di Digitaly con una struttura d’offerta più articolata ed una gamma di servizi più vasta.

Tutti gli schermi aggregati alla piattaforma, ovunque essi si trovino, potranno anche essere interconnessi. Come? Gli schermi saranno dotati di un device-decoder accessorio attraverso il quale sarà possibile riprodurre contenuti multimediali, catturare immagini del sito, misurare le audience in tempo reale, anche attraverso Tag univoci, e, non ultimo, consentire lo scambio live di contenuti audio-video tra i device.

Il gruppo è al lavoro per tracciare il futuro dei supporti per la comunicazione informativa e pubblicitaria nella prossima epoca digitale. Hardware, software, design, creatività, contenuti, editing, broadcasting ed operation al servizio della comunicazione digitale dei brand, dei soggetti sociali e politici (a livello nazionale ed internazionale) che scelgono di comunicare nelle città e sul territorio negli aeroporti, nelle stazioni, liberi da vincoli, con messaggi focalizzati e personalizzati per ogni specifica location.

Un progetto ambizioso che, come ha affermato Casti, poggia le radici sulla consapevolezza del valore del Made in Italy nel campo dell’eccellenza dei prodotti fuori serie.

Serena Piazzi