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Piccolo (OMG): la Content Strategy farà la differenza, anche nelle gare
Dopo l’anticipazione del suo ingresso in Omnicom Media Group (data da ADVexpress giovedì 27 giugno e confermata ufficialmente il giorno successivo, leggi news)
incontriamo Gianfranco Piccolo negli uffici milanesi di Via Spadolini. Da lì sta organizzando la sua nuova sfida professionale che, come anticipato, lo vede come responsabile dell’organizzazione delle attività di Content Strategy, ivi compreso il Brand Content, e delle attività unconventional.
Si tratta, almeno per l’Italia, di una frontiera nuova al confronto di paesi, soprattutto anglosassoni, dove non solo esistono molte strutture specialistiche, ma dove le agenzie media si sono da tempo organizzate con unit o divisioni dedicate. In questo senso l’impegno di Piccolo è abbastanza pionieristico, e quella per la Content Strategy, rivela ai microfoni di ADVexpress, è una vera e propria passione e ben si sposa con le sue precedenti esperienze maturate sul fronte delle aziende (Saiwa e Omnitel-Vodafone) e dell’agenzia dalla quale proviene (Universal McCann).
Secondo un approccio tradizionale, spiega Piccolo, dalla strategia di comunicazione discendono la strategia creativa e la strategia media, queste due quasi sempre parallele, che spesso non si parlano, o se lo fanno questo accade a valle non a monte. La Content Strategy, al contrario, prima ancora del media sviluppa il contenuto nel senso più ampio, con l’obiettivo di raggiungere l’obiettivo più importante: la coerenza tra media e contenuto. Se è vero che il Content è il king, afferma Piccolo, la Regina è la sua diffusione. Questo vuol dire che le agenzie media, con la content strategy, avranno un ruolo determinante per cercare di raccontare storie in maniera più sorprendente e coerente rispetto al passato.
Non soltanto. Un approccio di questo tipo rappresenta un vantaggio competitivo importante anche nelle gare, e potrà essere considerata una discriminante rilevante nella scelta del partner, molto di più rispetto al passato.
Piccolo descrive così il proprio ruolo all’interno di OMG: cercherò di contaminare di questa cultura l’agenzia, che già rappresenta un terreno fertile. Inoltre al suo interno esiste Fuse, la struttura che già si occupa di eventi, viral marketing, e unconventional, e che si allagherà al Brand Content.
A OMD, come noto, si affida Vodafone, cliente che Piccolo conosce bene per il suo già citato trascorso professionale. Omd ne gestisce tutto il budget, commenta il manager, e abbiamo già dato vita a un’operazione che ha visto la trasformazione delle classiche telepromozioni in serie tv che sono andate in onda anche sul web.
Quale obiettivo intende raggiungere nei prossimi 12 mesi? Vorrei raccontare almeno sei case history di successo nell’ambito del brand content misurarmi con una concorrenza ampia. Se così sarà vorrà dire che davvero il brand content è diventato la nuova frontiera della comunicazione.
Si tratta, almeno per l’Italia, di una frontiera nuova al confronto di paesi, soprattutto anglosassoni, dove non solo esistono molte strutture specialistiche, ma dove le agenzie media si sono da tempo organizzate con unit o divisioni dedicate. In questo senso l’impegno di Piccolo è abbastanza pionieristico, e quella per la Content Strategy, rivela ai microfoni di ADVexpress, è una vera e propria passione e ben si sposa con le sue precedenti esperienze maturate sul fronte delle aziende (Saiwa e Omnitel-Vodafone) e dell’agenzia dalla quale proviene (Universal McCann).
Secondo un approccio tradizionale, spiega Piccolo, dalla strategia di comunicazione discendono la strategia creativa e la strategia media, queste due quasi sempre parallele, che spesso non si parlano, o se lo fanno questo accade a valle non a monte. La Content Strategy, al contrario, prima ancora del media sviluppa il contenuto nel senso più ampio, con l’obiettivo di raggiungere l’obiettivo più importante: la coerenza tra media e contenuto. Se è vero che il Content è il king, afferma Piccolo, la Regina è la sua diffusione. Questo vuol dire che le agenzie media, con la content strategy, avranno un ruolo determinante per cercare di raccontare storie in maniera più sorprendente e coerente rispetto al passato.
Non soltanto. Un approccio di questo tipo rappresenta un vantaggio competitivo importante anche nelle gare, e potrà essere considerata una discriminante rilevante nella scelta del partner, molto di più rispetto al passato.
Piccolo descrive così il proprio ruolo all’interno di OMG: cercherò di contaminare di questa cultura l’agenzia, che già rappresenta un terreno fertile. Inoltre al suo interno esiste Fuse, la struttura che già si occupa di eventi, viral marketing, e unconventional, e che si allagherà al Brand Content.
A OMD, come noto, si affida Vodafone, cliente che Piccolo conosce bene per il suo già citato trascorso professionale. Omd ne gestisce tutto il budget, commenta il manager, e abbiamo già dato vita a un’operazione che ha visto la trasformazione delle classiche telepromozioni in serie tv che sono andate in onda anche sul web.
Quale obiettivo intende raggiungere nei prossimi 12 mesi? Vorrei raccontare almeno sei case history di successo nell’ambito del brand content misurarmi con una concorrenza ampia. Se così sarà vorrà dire che davvero il brand content è diventato la nuova frontiera della comunicazione.