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Cannes 2022. Spadini (Havas Media Group): "Il mercato ci premia perché proponiamo un modello di agenzia sostenibile, anche a costo di rinunciare a qualche gara. Cannes è specchio di un cambiamento che propone nuove sfide"

All'Havas Café ADVexpressTV ha incontrato il Ceo del Gruppo per un confronto sui premi vinti, sull'evoluzione del Festival, sui risultati positivi ottenuti dalla company negli ultimi anni e su come abbia affrontato la pandemia investendo sulla formazione delle risorse interne per rinnovarsi, creando il new business del proprio futuro.

Dopo gli interventi del Maestro Sèguèla e quello del ceo del gruppo Yannick Bollorè ci concentriamo sull’Italia attraverso una piacevole conversazione con Stefano Spadini, Ceo di Havas Media Group, che insieme a Manfredi Calabrò, Chairman & CEO Havas Creative Group Italy, e Raphael De Andreis, Chairman South of Europe Havas Creative, ha ricevuto parole di encomio da parte del patron cisalpino.

La nostra intervista non può non partire dal leone d’argento per il progetto ‘Never ending chase’ ideato da Havas Milan nella categoria Outdoor. “Un’idea semplice supportata da una tecnologia per un insight vero”.

La performance realizzata nel corso del 2021 è stata possibile grazie a una politica di new business importante che ha puntato a mantenere livelli di remunerazione sostenibili per l’agenzia e rinunciando, all’occorrenza, anche alle gare non ritenute congrue dal punto divisa della procedura.

“Abbiamo raccolto i frutti degli investimenti fatti nel periodo più brutto della crisi pandemica, quando abbiamo ascoltato i nostri clienti e abbiamo investito in tool, nelle nostre persone potendo ripartire più velocemente rispetto al mercato. Abbiamo così consolidato un eccellente 21 grazie ad acquisizioni come Pernod Ricard, Pescanova e Dolce & Gabbana. E abbiamo fatto registrare un’ottima prima parte del 22 grazie a un new business sano che fa crescere l’agenzia in reputazione, qualità del prodotto e sostenibilità economica. Il coraggio di scegliere le gare da fare è rispettoso nei confronti dei clienti e delle persone, perché non esistono agenzie buone per tutti i clienti e viceversa”.

Il Festival di Cannes come specchio dei tempi. “Negli ultimi 20 anni il Festival è profondamente cambiato perché è cambiato il rapporto tra tecnologia e media dove il confine tra quello che è media e quello che è contenuto, esperienza o entertainment è diventato estremamente labile. Il Festival è la rappresentazione di questo cambiamento nei confronti del quale noi agenzie dobbiamo dare risposte coerenti con il comune sentire dei consumatori. Connected tv, podcast, social commerce sono le nuove sfide, ancora agli albori, che dobbiamo affrontare”.

Il sentiment delle aziende nei confronti degli investimenti pubblicitari regge ancora nonostante quanto successo nei mesi scorsi con la crisi geopolitica e prima ancora con la pandemia. “Ci sono però dei fenomeni positivi ai quali stiamo assistendo come il ritorno alla disponibilità dei microchip che sta rilanciando il settore delle auto. Nel largo consumo il rischio di vedere un rallentamento è reale, anche se non certo. L’industry ha dimostrato che le aziende che hanno mantenuto un rapporto costante col consumatore riescono poi a ripartire di slancio quando la crisi viene superata”.