
Scenari
Forum WPP - Ambrosetti | L’AI sarà l’anima della tecnologia e della ricerca del futuro in vista della sostenibilità. Italia possibile protagonista del settore e nel solare
Ad aprire i lavori del 13esimo Forum WPP - Forum Ambrosetti, il percorso di sviluppo avviato dodici anni fa con l’obiettivo di ingaggiare i decisori e la business community in riflessioni di alto livello sui principali trend e cambiamenti che interessano il Paese, al fine di indirizzare in modo consapevole le strategie e le decisioni di investimento degli operatori del settore della comunicazione e creare valore, occupazione e crescita.
Nel 2023, l'Advisory Board si è concentrato sul contributo della sostenibilità ambientale, economica e sociale per l’attrattività del Paese, e il ruolo del "saper fare" italiano, il turismo e i grandi eventi.
A dare avvio ai lavori è stato Adolfo Urso – Ministro delle Imprese e del Made in Italy, il quale ha inquadrato il futuro dell'Italia all'interno di un cambiamento radicale nell'uso delle materie prime, che dovrà essere supportato dal una nuova cultura d'impresa. Una visione e un sistema produttivo in grado di soddisfare la grande richiesta di integrazione delle nuove tecnologie, che rivoluzioneranno a loro volta l'occupazione. Bisognerà lavorare affinché la rivoluzione che l'AI apporterà all'interno della società, abbia un impatto positivo sull'intero sistema.
Per andare incontro e stimolare il cambiamento l'Italia sta facendo il suo, in relazione con l'Europa e in particolare con Francia e Germania che hanno dato vita all'asse Parigi-Roma-Berlino attraverso incontri trilaterali. Il primo di questi ha affrontato il problema delle materi prime critiche.
Fondamentale sarà migliorare il sistema della ricerca del Paese. Il primo passo in tale direzione è stato l'istituzione della Fondazione AI a Torino per lo sviluppo della tecnologia, anche in funzione del suo trasferimento alle imprese. Per attrarre maggiori investimenti stranieri nel nostro Paese è stato creato uno sportello unico per le imprese estere che consente, attraverso 3 diverse e veloci procedure fast track, di agevolare la messa a terra delle risorse.
“La capacità potenziale dell'Italia di essere protagonista a livello Europeo nella produzione di energia sostenibile è eccellente.” ha dichiarato il ministro. La trasformazione digitale dovrà essere correlata trasformazione green. Urso ha poi sottolineato la volontà, e necessità, di riportare i la produzione dei manufatti in Italia. Per farlo, saranno stanziati nei prossimi 2 anni 12 miliardi di euro, grazie anche alla riprogrammazione dei fondi del PNRR all'interno del Piano Transizione 5.0.

Anche per Ettore Sequi – Ambasciatore; Presidente, Sorgenia; già Segretario Generale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, siamo ad un cambiamento d'epoca. La situazione di policrisi globale ha stimolato esigenze di cambiamento da parte di paesi in via di sviluppo sfruttando l'interdipendenza economica, utilizzata come arma politica.
Gli 11 maggiori Paesi con forti riserve naturali strategiche, e con un ampia quota del commercio globale, oggi si sentono sotto rappresentati e chiedono di essere anch'essi protagonisti del panorama mondiale, nazioni che rappresentano il 32% del PIL globale.
Anche l'Europa ha il suo “fronte del sud” rappresentato dai Paesi che si affacciano sul mediterraneo, con i quali bisognerebbe costruire una prospettiva cooperativa e non competitiva.
È stato poi l'intervento di Markus Kerber – Chief Strategist, CDU; già Segretario di Stato, Ministro degli Interni, Governo tedesco; già CEO & Direttore Generale, Federazione delle imprese tedesche, il quale anch'esso vede grandi potenzialità per l'industria italiana nei prossimi 20 o 30 anni. “Se vogliamo sopravvivere come esseri umani dobbiamo produrre energie senza distruggere il nostro mondo. Il nostro modello energetico attuale non è sostenibile; e l'energia è vitale per l'industrializzazione.” Serve quindi una abbondanza di energia, anche per essere sostenibili, ma siamo ancora troppo dipendenti dal fossile. Dobbiamo sfruttare e sviluppare enormemente il sud dell'Europa attraverso l'energia solare. In Spagna sono già presenti massicci impianti che utilizzano il sole, anche al fine di produrre idrogeno. Dalla visione dell'esperto, l'Italia si prospetta quale avamposto per il fotovoltaico, in una prospettiva di divenire un potente player nel mercato dell'energia, generando al contempo lo sviluppando di molte microeconomie legate all'indotto.
A Laura Bottazzi – Professoressa Ordinaria, Dipartimento di Scienze Economiche, Università di Bologna; Professoressa a Contratto, Dipartimento di Finanza, Università Bocconi, è stato affidato il compito di stilare una fotografia dal punto di vista economico a livello mondiale secondo i dati reali. Per la docente “Il peggio sta arrivando” sul fronte economico. Non un esordio incoraggiante, determinato dalla grande incertezza economica mondiale, figlia delle svariate questioni geopolitiche generali che determino un aumento dei prezzi delle materi prime e del gas, il cui costo nei prossimi mesi varierà in base al proseguo e sviluppo dei conflitti in essere. Ad avvallare la visione, l'esperta ha ricordato che, storicamente, i picchi di prezzo del petrolio sono avvenuti nei momenti di crisi dei Paesi produttori. Nello scenario va poi contemplato il fondamentale comportamento delle economie di Cina e USA.
Nel merito: la Cina afferma che avrà una crescita del 5%, ma, secondo Bottazzi, nessun economista crede a questi dati, forniti dal Paese stesso, dove la disoccupazione giovanile è attualmente al 25% (da settembre il governo non da più dati in merito). I prezzi: da una inflazione negativa a gennaio del -2,1% a settembre risulta essere positiva: un primo segnale di deflazione all'interno dell'economia Cinese? Forse.

I prezzi delle seconde case in Cina (immobili il cui costo non è controllato dal Governo) nelle grandi città è sceso del 30%. La consumer confidential è scesa all'87% dal 100%. La non crescita prevista fa paura per via del suo peso nei confronti delle principali economie mondiale, Europa inclusa; anche in funzione della nostra dipendenza dalle importazioni cinesi: nell'ultimo periodo le esportazione europee verso la Cina sono aumentate di 3 miliardi di euro, mentre i nostri import dalla Cina sono cresciuti di più di 26 miliardi: uno squilibrio che desta tensione. Sul fronte degli investimenti il paese nipponico ha aumentato ancora gli investimenti in EU, mentre la dipendenza europea, in chiave di tecnologie future di stoccaggio dell'energia, dipende dall'80% dalle batterie made in Cina.
Dall'altra parte dell'oceano gli USA, sempre secondo le stime della docente, hanno il 55% di probabilità che si verifichi una recessione. In Europa si registra una diminuzione del credito elargito dalle banche, dovuto anche all'abbassamento delle tolleranze al rischio sulle quali si basano le valutazioni di concessione dei prestiti.
All'Italia serve una stabilizzazione del debito entro il 2036. Il PNRR ha permesso una non declasssazione secondo i parametri degli osservatori internazionali, ma del piano abbiamo attuato pochissimo.
Giorgio Metta – Direttore Scientifico, Istituto Italiano di Tecnologia ha elargito alcuni scenari di come l'AI trasformerà il modo di fare scienza e ricerca nel futuro, nello sviluppo delle tecnologie. Sarà inoltre una grossa opportunità per l'Italia, per le aziende, per il digitale, le scienze dei materiali, le neuroscienze, la genomica. Una capacità di calcolo e generazione di modelli sperimentali che permetteranno di eseguire in un brevissimo tempo un numero esperimenti impensabili fino a pochi anni fa, permettendo la costruzione di molecole e farmaci senza effetti collaterali già prima dell'inizio della sperimentazione sull'uomo.
La scienza dei materiali avrà poi un impatto formidabile sull'uso di energia col l'invenzione di composti meno energivori per la loro fabbricazione. Un esempio, tra i diversi citati, la generazione, già in atto, di materiali biologici ottenuti da scarti vegetali per eliminare la plastica come oggi la conosciamo.
La chimica che oggi viene svolta “a mano” si potrà robotizzare con analisi dirette, in una prospettiva che vedrà i laboratori funzionare “praticamente da soli”, in una continua elaborazione, uomo-guidata, degli esperimenti fino alla soluzione desiderata. Anche per il settore della robotica le ricadute saranno enormi.
Lo studioso in chiusura ha ricordato che, in prospettiva, 3,7 milioni di italiani saranno in pensione nel 2040, una forza lavora pari a circa il 15% del PIL. In questa prospettiva le PMI si dovranno digitalizzare; gli studenti dovrebbero aumentare passando a 137 mila unità annue anziché le attuali 50 mila; formare gli attuali lavoratori (3,7 milioni di persone); in un futuro che vedrà la convivenza dell'AI piegata alle necessità dell'uomo che, come spesso è stato evidenziato nel corso del dibattito dai diversi protagonisti, avrà bisogno di una politica attenta, capace di precedere le nuove prospettive e dinamiche socio-lavorative nate dalla necessaria strutturazione dell'AI nel mondo.
