Digital
Google-DoubleClick: semaforo verde dalla Ftc Usa. Ma l'Europa si oppone.
La Federal Trade Commission statunitense ha ufficializzato
ieri in serata quanto in molti si aspettavano: l'offerta di 3,1
miliardi di dollari lanciata da Google in aprile per
scalare DoubleClick non urta i principi della concorrenza – nel
mercato della pubblicità online - e quindi ha tutti i requisiti per essere
portata avanti.
Il semaforo verde acceso dall'autorità americana, che segue quelli degli organismi competenti di Australia (e per la precisione la Australian Competition and Consumer Commission) e Brasile, non ha però ancora trovato, e probabilmente mai lo troverà, un seguito al di qui dell'oceano. La Commissione Antitrust dell'Unione Europea infatti si è espressa a più riprese sull'ipotesi di merge e la sostanza non è mai cambiata: la fusione fra la società che domina il settore del search advertising e quella che spadroneggia nel campo della pubblicità online tradizionale (banner e via dicendo) darebbe vita a un'azienda che monopolizzerebbe di fatto uno dei segmenti a più elevata potenzialità dell'universo Internet.
La Ftc americana, che ha votato pro-merge con quattro voti a favore e uno contrario chiudendo ponendo fine a un'indagine conoscitiva durata otto mesi, è invece di parere opposto e del resto lo era stata anche nei confronti di Microsoft quando, mesi or sono, decise di rilevare gli asset di Aquantive (altro big a stelle e strisce nel campo dei media digitali) per sei miliardi di dollari. Google e Doubleclick, questo afferma in sostanza la Commissione al commercio americana, non sono diretti concorrenti perché operano in un mercato in fortissima evoluzione e dai contorni oggi difficilmente circostanziabili. Un mercato, questa la tesi della Ftc, che da questa operazione trarrebbe anzi vantaggio, generando nuovi stimoli per la domanda globale di on line advertising.
La decisione della Ftc non deve aver generato tanti sorrisi in casa Microsoft, che di Google è una dichiarata rivale anche nel campo della pubblicità su Internet. Il colosso di Redmond ha sempre osteggiato la mossa della società californiana e per farlo ha scomodato anche alcuni esponenti politici di stanza a Washington. In attesa di novità, Microsoft ha intanto messo a segno proprio questa settimana il colpo Viacom: con la società che detiene la proprietà del brand e dei contenuti Mtv la società ha infatti raggiunto un accordo quinquennale dal valore di 500 milioni di dollari che comprende giochi on line, spettacoli e film e che ruota intorno a una serie di attività congiunte per il Web advertising. Accordo che in Google hanno salutato come una prova tangibile ed evidente che il mercato dell'advertising è quanto mai caratterizzato da una forte (e libera) concorrenza.
Dal quartier generale di Mountain View la decisione della Ftc è stata ovviamente salutata con grande soddisfazione. "La Federal Trade Commission - ha detto in una nota il Ceo di Google Eric Schmidt (nella foto) – manda al mercato un messaggio chiaro: questa acquisizione non comporta rischi per la concorrenza e porterà benefici ai consumatori, più scelta per gli investitori pubblicitari e maggiori opportunità per chi sviluppa siti Web. Confidiamo ora che anche la Commissione Europea arrivi presto alla stessa conclusione". Senza l'ok della Ue, che annuncerà la propria decisione in merito al merge entro il prossimo 2 aprile, Google ha infatti le mani legate e del fatto che l'Europa costituisca uno scoglio difficilmente superabile i vertici della società californiana ne sono più che consapevoli.