Valentino Cagnetta, ceo Media Italia
Inchieste

Cagnetta (Media Italia): “Togliere il canone Rai sarebbe un danno per tutto il sistema televisivo ed editoriale. I rischi? Calo dei prezzi, spostamento dei budget in tv a grande scapito di stampa, radio e degli altri mezzi"

Secondo il Ceo di Media Italia la proposta di Matteo Renzi avrebbe un impatto negativo su tutto il mercato perchè: "un eccesso di offerta di spazi impatterebbe sui prezzi del mercato tv, con una ricaduta negativa sui player tv, ma anche sulla stampa e gli altri mezzi".

Prosegue su ADVexpress l'inchiesta sugli effetti che potrebbe avere sul mercato l'ipotesi del capo del PD Matteo Renzi di togliere il canone Rai e i tetti pubblicitari alla tv pubblica.

Secondo Valentino Cagnetta, Ceo di Media Italia (Gruppo Armando Testa), questa proposta sarebbe un danno per tutto il sistema.  Il perchè è semplice: “Un eventuale innalzamento dell'affollamento pubblicitario Rai al livello delle reti commerciali, sarebbe devastante per il sistema televisivo, pubblicitario ed editoriale in genere. Perchè il passaggio, ad esempio, dal 4% al 18% del tetto all'affollamento pubblicitario settimanale delle reti Rai, farebbe aumentare di circa quattro volte il numero di secondi pubblicitari a disposizione degli investitori, incrementando parecchio anche i grp" osserva il manager. 

"Un eccesso di offerta che impatterebbe sui prezzi del mercato tv, con una ricaduta negativa sui player tv, ma anche sulla stampa e gli altri mezzi. Come se un grande vaso di ferro si ingrandisse a tal punto da frantumare i vasi limitrofi. Con un effetto domino, i prezzi più bassi di accesso alla tv sposterebbero sul piccolo schermo i budget di aziende e clienti che fino ad oggi pianificavano su stampa, radio e mezzi più accessibili. Dunque, una turbativa per il mercato tv e un danno ai media minori già in difficoltà per il calo del lettorato”.

“Credo che questa proposta effettuata dal PD abbia un mero scopo elettorale - aggiunge Cagnetta - ,  ma se si traducesse in una legge concreta potrebbe rappresentare un problema per tutto il settore pubblicitario ed editoriale”.

Che fare? “Credo che la cosa migliore sarebbe il mantenimento dello stato dell'arte attuale, che ha creato un discreto equilibrio nel sistema che, da parte sua, ha saputo conformarsi”.

Quali i vantaggi della proposta di Renzi?

"Probabilmente la possibilità per piccole medie aziende di avere accesso alla tv con budget minori, con una ricaduta positiva in termini di numero di clienti per agenzie creative, case di produzione e in generale per l'indotto di alcuni player del settore" sottolinea il manager. Nessun cambiamento per i centri media, che "al limite potrebbero aver a che fare con una fase transitoria di turbolenza di prezzi". Diverso il discorso per la Rai che, osserva Cagnetta "sarebbe spinta ad adottare un'ottica prevalentemente commerciale, e in quel caso alcuni programmi come il Festival di Sanremo o gli stessi Mondiali sarebbero più difficilmente sostenibili con il solo contributo della pubblicità".

Diversa  la risposta data dagli utenti di twitter a un sondaggio effettuato i giorni scorsi sul tema da Media Italia, che sul proprio account ha chiesto: “ Rai, realisticamente, quale pensi sia la migliore ipotesi?' dando tre possibilità di scelta

no canone più pubblicità (56% delle risposte)

solo canone (18%)

lasciare tutto com'è (26%).

“Certamente una risposta scontata, impulsiva, legata al fatto che il canone è una tassa che colpisce la quasi totalità delle famiglie italiane ed è una delle meno 'digerite' dalle stesse - commenta il manager - .  Ma è comunque positivo il fatto che il nostro sondaggio abbia ottenuto in poche ore ben 1187 risposte, a dimostrazione che il tema è di grande interesse e la tassa sulla tv pubblica non viene pagata volentieri da una buona parte degli italiani". 

 

EC