Inchieste

NC. AGI, informazione mobile-first

La storica agenzia di informazione ha messo in atto di recente un profondo processo di digitalizzazione della propria offerta e degli strumenti utilizzati, nell'ottica di sfruttare le opportunità offerte dall'era digitale per continuare a offrire un giornalismo di alta qualità, ma sempre più al passo con i tempi. Obiettivo: coniugare innovazione e velocità con le regole deontologiche ed etiche dell'informazione. Pubblichiamo l'intervista all'AD Salvatore Ippolito tratta dall'Inchiesta 'Italians do it better' nell'ultimo numero di NC - Nuova Comunicazione.

Dal 1950 affianca con i suoi notiziari il mondo istituzionale, economico e industriale, perseguendo una strategia di crescita costante in ambito internazionale che le ha consentito di essere presente in oltre 50 Paesi nel mondo. Oggi Agi, storica realtà dell’informazione italiana indipendente del mondo giornalistico, ha avviato un percorso di profondo rinnovamento, con l’obiettivo di offrire un’informazione di qualità, sfruttando le potenzialità dell’era digitale. Lo spiega in questa intervista il fautore di questa importante evoluzione Salvatore Ippolito da maggio 2017 amministratore delegato dell’agenzia di informazione e nominato ‘Digital Media Person of the Year’ agli NC Digital Awards 2017 proprio per i risultati raggiunti nei primi mesi di lavoro all’Agi.

 

Agi ha iniziato un nuovo corso verso una comunicazione più contemporanea e digitale. Ci spiega le motivazioni di questo cambio di strategia?

Agi rappresenta da sempre un punto di riferimento per il mercato italiano e internazionale della comunicazione. Con l’ingresso nel ‘nuovo secolo digitale’ abbiamo avvertito l’esigenza di accelerare sulla strada dell’innovazione e continuare a cogliere le opportunità offerte dalle nuove modalità di comunicazione. Con il direttore Riccardo Luna e con il condirettore Marco Pratellesi ci siamo chiesti se esistesse un modello nuovo e vincente di agenzia di stampa per affrontare e interpretare al meglio le nuove sfide. Per questo motivo da agenzia di stampa tradizionale Agi si è trasformata nella prima agenzia italiana mobile first per giornalisti e utenti. La promessa è quella di coniugare innovazione e velocità con le regole deontologiche ed etiche dell’informazione per rimettere al centro il giornalismo.

 

Quali sono gli strumenti e le tecnologie che utilizzate nella nuova veste di agenzia di informazione ‘mobile first’?

Abbiamo portato avanti un importante processo di innovazione, non solo nell’approccio al mondo dell’informazione, ma anche relativamente agli strumenti messi a disposizione dei giornalisti, nonché di tutti coloro che entrano in contatto con il lavoro dell’agenzia. Abbiamo introdotto un nuovo sistema editoriale, Kolumbus, che consentirà a tutti i giornalisti di Agi di operare in mobilità e ai clienti e fruitori dell’agenzia di ricevere su app per mobile tutto il notiziario con possibilità di alert personalizzati sulle notizie. Questa appAgi permetterà ai giornalisti di editare i testi multimediali da inviare immediatamente alla testata per cui scrivono, consentendo un flusso di lavoro ininterrotto anche in mobilità e in tempo reale.

 

Come è strutturata la nuova offerta di Agi? Quali i suoi punti di forza?
Accanto a questa svolta tecnologica, Agi da un anno ne ha intrapresa una editoriale che risponde allo slogan ‘la verità conta’. Per fare ciò, accanto al notiziario tradizionale che è stato rilanciato e rafforzato anche da una serie di reti verticali (Mobilità, Energia, Digitale, Africa, Mediterraneo, ndr), Agi ha attivato una serie di partnership con alcune delle realtà più innovative del panorama editoriale, come Pagella Politica, Formicablu, YouTrend, Next New Media, Tpi, Dshare e Vista. Con questi partner Agi ha realizzato nuovi prodotti multimediali: dal fact checking ai long form di approfondimento; dal data journalism per trasformare numeri in notizie verificate e verificabili al video journalism, per raccontare e visualizzare fenomeni complessi; dagli eventi live agli ebook, fino ai Quaderni dell’Agenzia Italia in collaborazione con il Censis per indagare la cultura dell’innovazione.

 

Al vostro interno avete creato una factory per il brand journalism e lo storytelling. Perché questa scelta?

Le agenzie tradizionali di comunicazione, sino a oggi, hanno giocato un ruolo importante in questo settore. Con Agi, però, vogliamo andare oltre. Agi Factory, infatti, vuole porsi come la prima factory italiana di brand journalism, storytelling, content creation & publishing, dedicata ad aziende, enti, istituzioni, organizzazioni, PA, e a chiunque abbia la necessità di narrare e di narrarsi. Siamo pronti a ideare e realizzare contenuti data driven di alta qualità, narrazioni transmediali, content strategy, video stories, data visualization, graphic telling, social storytelling. Vogliamo essere una factory che mira a diventare il punto di riferimento del mercato unendo la vision e l’innovazione di una nuova divisione con i 60 anni di professionalità nel selezionare e trattare fatti e scovare le notizie che da sempre contraddistinguono Agi. Ma vogliamo essere anche un‘hub dell’innovazione e della creatività’, con una scuderia di giovani innovatori, designer, grafici, illustratori, videomaker, fotografi,storyteller e copywriter e collaborazioni con le agenzie emergenti StoryFactory, The Visual Agency e True Numbers.

 

Perché Salvatore Ippolito, con una lunga esperienza nella comunicazione digitale (da Wind a Twitter), ha deciso di affrontare questa sfida in un media classico come l’agenzia di stampa?

Nel corso della mia carriera professionale ho attraversato il digitale in tutte le sue forme. Dai primi dati di internet audience, ai più rilevanti portali locali e internazionali, fino all’esperienza in Twitter, una piattaforma di informazione in tempo reale che ha posto nuove sfide alle agenzie di stampa. Quando il mio attuale editore mi ha chiesto se me la sentivo di accompagnare Agi ad affrontare le nuove sfide poste dal digitale, non potevo dire di no! Oggi posso dire di essere contento della scelta fatta e, soprattutto, soddisfatto per come stanno andando le cose. In pochi mesi, Agi è diventata la prima agenzia mobile first, con una piattaforma digitale tutta nuova e un traffico aumentato del 162%.

Come interpretate eportate avantila vostra italianità e la vostra indipendenza? Quali gli aspetti in cui le traducete?

Agi ha sempre fatto dell’internazionalizzazione uno dei propri punti di forza. Ma questo non vuol dire perdere l’identità di agenzia di stampa italiana. Parlo, ad esempio, del nuovo format video #vivalitalia, una finestra social sul nostro Paese, durante il quale il direttore Riccardo Luna dialoga con i protagonisti della politica, dell’economia e della società italiana sui temi più attuali. In questo senso, poi, va anche la creazione della piattaforma blogitalia, che raccoglie i contributi dei più importanti scienziati, ricercatori e innovatori sociali, così come la realizzazione di un notiziario internazionale in inglese e arabo, incentrato sul made in Italy. Per quanto riguarda l’indipendenza, oggi che chiunque può creare e diffondere informazioni, proprio un’agenzia di giornalisti deve prendere atto che nella società dei personal media il nostro lavoro è cambiato e che la verità e quindi la completa e assoluta indipendenza - e il valore che essa esprime nel dibattito democratico sono più centrali che mai. Combattere le notizie false, creare una migliore esperienza online per i lettori, contribuire a una discussione civile e informata che è la base di ogni decisione consapevole è il nostro compito.

 

Alla luce del nuovo posizionamento,quali sono le aspettative per il 2018?

Nel futuro di Agi c’è AgiFactory, che a regime muoverà un business da 5-6 milioni e, nell’ambito del nuovo piano industriale 2018-21, questo vuol dire puntare a un fatturato complessivo nel 2020 di 30 milioni e a conti prossimi al pareggio operativo.Tra creazione di contenuti e nuovi prodotti dell’agenzia, la stima della crescita dei ricavi è di 7 milioni. Una delle nostre priorità sarà mettere sempre più al centro la verifica: cercheremo di aumentare la produzione di inchieste di verifica dei fatti/dichiarazioni misurando l’oggetto di analisi con numeri e dati certificabili. Più in generale, cercheremo di portare avanti un progetto di digital transformation a 360 gradi, incentrato sull’estensione dell’offerta di soluzioni e servizi della società, dall’attuale core business - il news gathering - a un nuovo paradigma comprensivo della fornitura al mercato di content solution a 360 gradi, incluse soluzioni tecnologiche mobile first con alto livello di specializzazione nel settore media.

 

Ilaria Myr