Inchieste
Sorrell/Benatti: 1 a 0
Come già anticipato dalla stampa italiana e inglese nel corso del week end, la prima pronuncia ufficiale sulla querelle Benatti/Wpp/Sorrell da parte degli organi giudiziari è stata pronunciata. Su iniziativa della capogruppo Wpp 2005 Limited, della controllata italiana Wpp Holding Italy, e della finanziaria olandese Berkely Square Holding BV, mercoledì 8 marzo 2006 l'Alta Corte di Giustizia di Londra (Queen's Bench Division) ha accolto le istanze del 'ricorrente', il Gruppo Wpp, e ha emesso una sentenza contro il 'convenuto', Marco Benatti , country manager di Wpp in Italia fino allo scorso 9 gennaio (alleghiamo in alto a destra copia della sentenza in formato .pdf).
In particolare, il manager veronese viene ritenuto colpevole della rottura
del contratto e della violazione del dovere fiduciario verso Wpp i cui danni,
secondo la sentenza, sono da valutare. Inoltre, la Corte obbliga Benatti a
pagare la somma di 206.582 euro, pari alla commissione di introduzione pagata da
Wpp a fronte dell'acquisizione di Media Club. A questa somma si
aggiungono gli interessi in base alla valutazione dei danni che verrà fatta dal
tribunale. Infine, il Convenuto (Benatti) dovrà pagare le spese sostenute dai
Ricorrenti (Wpp) le quali, se non sono state concordate, sono soggette a una
valutazione dettagliata. Toccherà adesso a Benatti confutare gli addebiti della
Corte e dimostrare il suo effettivo peso in Media Club. In caso contrario verrà
avvalorata la tesi dell'accusa, e verrebbe confermata la condanna. In questo
secondo caso i danni potrebbero essere milionari poiché Benatti, secondo
l'accusa, controllerebbe una quota assai rilevante del centro media in
questione.
La sentenza, secondo quanto si apprende dalla stampa
inglese, più in particolare dal Telegraph, è stata emessa "by default", in
contumacia, perché gli imputati
non si sono presentati. Ovvia la soddisfazione del Gruppo guidato
da Martin Sorrell. In una nota pervenuta in redazione questa
mattina il solito portavoce Wpp afferma che in relazione alla Sentenza dell'Alta
Corte di Giustizia di Londra "abbiamo sempre sostenuto che i fatti avrebbero
dimostrato da sé le responsabilità. Forse i fratelli Benatti (Marco e Vittorio,
ndr) – continua la nota – dovrebbero dedicare più tempo alla lettura delle
pratiche legali e alle udienze in Tribunale che non fare virtuose affermazioni
alla stampa". Ovvia pure la replica di Benatti che già attraverso alcune
dichiarazioni rilasciate al Sole 24Ore, al Corriere della Sera, a Repubblica
attraverso le parole dell'avvocato difensore Claudio Consolo, ha definito la
vicenda una "birbonata", una "vittoria di Pirro", e definisce "illegittimo"
l'ordine della Corte firmato da "un cancelliere e non da un giudice": "la
sentenza non ha valore per l'ordinamento italiano e nemmeno per quello inglese –
afferma l'avvocato Console nell'articolo del Sole 24Ore – perché non c'è stato
contraddittorio". Consolo continua: "il cancelliere ha agito in buona fede
emettendo un provvedimento senza nemmeno attendere le tre settimane di tempo
previste dalla legge inglese per la difesa".
"Si tratta più di una sanzione che di una condanna" afferma ad ADVexpress Marco Benatti. Perché Benatti non si è presentato alla lettura dell'Ordine o della sentenza, che dir si voglia? Anche su questo fronte non c'è ancora chiarezza. Il manager italiano potrebbe aver ricevuto l'avviso non presso l'attuale domicilio legale. Da domani Benatti sarà comunque a Londra, per un paio di giorni, per organizzare la propria difesa. Da parte Wpp fanno sapere che le dichiarazioni dell'avvocato Consolo non sono esatte e che la sentenza, pur emessa da un Master, è comunque valida. Insomma, si questiona anche sui termini inglesi, ognuno dà la propria interpretazione, e la vicenda si prospetta sempre più complessa.