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Fertility Day tra le proteste. Lorenzin: "La campagna era proprio brutta, ma io faccio il Ministro, non il comunicatore"

Alla fine, tra polemiche e critiche, Fertility Day fu. Durante la giornata manifestazioni di protesta nella capitale al grido di #FertilityFake. Riguardo all'immagine accusata di razzismo, il Ministro Lorenzin ha ribadito come la sua priorità sia quella di occuparsi di "cose vere". "Non va bene che io debba passare intere giornate a fare speculazioni su una foto della campagna: posso occuparmene un giorno, ma poi chi è responsabile dell’accaduto va a casa", ha dichiarato la Lorenzin.

Il tanto discusso Fertility Day è arrivato. Oggi, 22 settembre, è andata in scena la Giornata per la sensibilizzazione sui problemi dell’infertilità accompagnata, com'era prevedibile, da manifestazioni di dissenso.

I manifestanti, al grido di 'Fertility Fake', si sono riuniti fuori dal centro congressi in via del Babuino a Roma proprio mentre il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin apriva la tavola rotonda sul tema, per poi dare vita a una serie di mobilitazioni che sono proseguite in tutta Italia per tutto il giorno.  

Al centro della protesta il fatto che l'emergenza natalità in Italia sia causata da problemi seri come la mancanza di lavoro, di contratti stabili e di forme di welfare a sostegno delle mamme e delle famiglie. Non certo, dunque, dalla volontà delle donne di aspettare troppo tempo prima di procreare o dai comportamenti a rischio adottati. Il riferimento, nemmeno tanto velato, è alle campagne a sostegno dell'iniziativa, che hanno raccolto critiche feroci da parte degli utenti della rete e non solo. 

Dopo gli annunci diffusi a inizio settembre (si ricorderà quello con lo slogan "La bellezza non ha età. La fertilità sì" - leggi news), proprio ieri le accuse di razzismo nei confronti di un opuscolo dedicato agli stili di vita corretti per la prevenzione della sterilità e dell'infertilità, che mostra tra i ''cattivi compagni'' da evitare ragazzi di colore e con capigliatura rasta. Come pubblicato da ADVexpress (leggi news), è già stato attivato il procedimento disciplinare e quello per la revoca dell’incarico dirigenziale nei confronti del responsabile della direzione generale della comunicazione istituzionale del Dicastero, che ha curato la redazione e la diffusione del materiale informativo.

A questo proposito al Fertility Day il Ministro Lorenzin ha dichiarato come la sua priorità sia quella di occuparsi di "cose vere", sottolineando: "Non va bene che io debba passare intere giornate a fare speculazioni su una foto della campagna: posso occuparmene un giorno, ma poi chi è responsabile dell’accaduto va a casa". Come a dire, bando alle polemiche, ciò che conta sono i fatti.

In merito all'immagine della campagna accusata di razzismo,la  Lorenzin si è inoltre giustificata spiegando che la foto che le era stata presentata in un primo momento era diversa: "Perché fosse diversa non lo so, e i responsabili se ne devono assumere la responsabilità. Penso che ci sia stato un errore tecnico e di incapacità. Ovviamente, nessuno aveva intenzioni razziste".

Il Ministro ha poi tenuto a sottolineare che il suo lavoro non è occuparsi della comunicazione: "Certamente la campagna era proprio brutta, ma io faccio il ministro e non il comunicatore, quindi mi interessa il messaggio più della campagna in sé". 

Insomma, la Lorenzin ha cercato di portare l'attenzione sul problema, affermando che sul tema dell’infertilità, il 60% degli italiani si ritiene poco o per nulla informato ed è da questa esigenza di maggiore informazione che è nata l'idea del Fertility Day. 

Tuttavia, le spiegazioni del Ministro non sono piaciute per nulla ai manifestanti, che continuano a chiedere le sue dimissioni. La protesta, partita, neanche a dirlo, dalla rete, ha visto l’adesione di alcune organizzazioni e associazioni, d'accordo nel ritenere che invece di spendere soldi per campagne come queste, sarebbe stato meglio impegnarsi per realizzare progetti differenti davvero utili alle famiglie.  

SP