Marketing
Nasce eBit, l’innovazione in outsourcing
L'esplosione della bolla finanziaria ha innescato reazioni a
catena che, in breve tempo, hanno raggiunto tutti i settori e
le dimensioni della società globale. E il 'mondo della consulenza' non poteva
certo rimanerne immune. Secondo una recente ricerca curata da Enrico
Finzi (foto 1), sociologo e
presidente di Astra Ricerche, e realizzata coinvolgendo 400
imprese con più di 100 dipendenti, il 68% degli imprenditori e
dei top manager esprime insoddisfazione nei confronti della consulenza
tradizionale. E, il 74% delle organizzazioni produttive
che è ricorsa a società di consulenza negli ultimi 18 anni ne lamenta
la scarsa efficacia di lungo periodo e/o il cattivo rapporto risultati/prezzo.
"Morale - sintetizza Finzi -, dati tassi di insoddisfazione così elevati, è
l'intero sistema che va ripensato". Ed è proprio per questo che è nata eBit
Marketing&Retail Innovation. "Non siamo consulenti e non siamo
'cacciatori di teste' - tiene a precisare Paolo Santini, socio
fondatore della società assieme a Gianluca Borsotti e
Andrea Agostini (foto
2, da sx a dx)
-, noi rappresentiamo
un nuovo modo di collaborare con le aziende".
Dall'indagine emerge, inoltre, che i modelli fino a oggi messi
in campo dalle società di consulenza non sono più idonei ed efficienti per
sostenere le aziende in questo periodo di svolta epocale dell'economia. Occorre
abituarsi a un nuovo scenario, che Finzi definisce 'lower profit
economy', e che sarà governato da tre principi fondamentali: value for
money, strategie di pricing più sostenibili e misurabilità delle performance
step by step.
Nel dettaglio, come è stato spiegato ieri sera alla conferenza che sì è svolta a Milano, presso il Palazzo Mezzanotte in piazza degli Affari, eBit è specializzata in servizi di marketing, vendite, retail ed e-business in outsourcing, e si occupa di gestire le aree critiche del cambiamento in contesti aziendali caratterizzati da forti necessità di evoluzione e di espansione del core business.
I tre manager, che hanno dato vita alla società, hanno alle spalle esperienze ventennali maturate in posizioni di responsabilità all'interno di multinazionali quali Nestlé, Kraft, Walt Disney, Procter&Gamble, Autogrill e Vodafone. Nel suo intervento, Borsotti precisa che far la differenza è il modello lavorativo innovativo adottato da eBit. L'elemento chiave consiste nell'affiancare il cliente nella fase di sviluppo e di lancio del prodotto stando all'interno dell'azienda e mantenendo il focus sull'execution. "E, proprio l'inserimento di risorse eBit all'interno della struttura del cliente - continua Borsotti - determina una sorta di 'inseminazione incrociata' che facilita il raggiungimento dei risultati prefissati".
Il tema dell'accessibilità del servizio offerto è trattata da Agostini, il quale ha sottolineato che eBit propone ai clienti diverse forme di collaborazione in funzione delle loro specificità. È possibile, per esempio, legare una parte del compenso a criteri di successo del progetto, oppure percepire a una sorta di 'royalty' sul giro d'affari extra generato dalle iniziative, fino a forme di partecipazione societaria nate sul progetto e sullo sviluppo di nuove aree di business.
Alla conferenza, moderata dalla giornalista
Rai, Sabrina Manfroi, era presente anche Giancarlo Vergori (foto
3), responsabile digital media e advertising
Matrix, società del gruppo Telecom Italia
. Alla domana su come sia nato il rapporto tra
le due società, Vergori ha risposto: "eBit è composta da manager con cui avevamo
avuto rapporti di business in passato e di cui avevamo avuto modo di apprezzare
la professionalità. Quando abbiamo avuto bisogno di una collaborazione con
fornitori di servizi nell'area marketing e vendite, specificatamente nel Fast
Moving Consumer Goods, la nostra scelta si è orientata verso degli specialisti
di settore".
Al dibattito hanno partecipato anche William Griffini, ceo Carter & Benson Executive Search, società specializzata in attività di head hunting, e Robert Cortese, general manager Publicis , i quali hanno evidenziato come, in un contesto di crisi internazionale, sia vitale impegnarsi per ridurre i costi e ottimizzare le risorse, per incrementare l'efficienza e l'efficacia delle attività.
La serata è stata conclusa da un commento di Finzi sul 'sentiment' degli italiani. Gli ultimi dati della ricerca periodica sull'ottimismo/pessimismo dei cittadini della nostra penisola rivelano che siamo di fronte a una positiva inversione di tendenza. Se a inizio 2008 la percentuale degli 'stabili ottimisti' che dichiaravano di stare bene era del 41% , un anno dopo, nel gennaio 2009, tale percentuale crollava al 29%. Ora si registra una, seppur lieve, ripresa: 33% a marzo e 37% ad aprile. Non significa che la crisi è finita, ma è già qualcosa.
Mario Garaffa