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'Voices from storytelling by The Story Group'. Perché Twitter è ancora un canale social imprescindibile per chi fa comunicazione

Perchè, come si evince dalla rubrica di ADVexpress a cura di The Story Group, società di cui fanno parte Lifonti&Company, Cabiria Brand Universe e Social Content Factory, Twitter rimane tuttora il più efficiente mezzo di trasmissione di una notizia inventato dall’uomo e lo strumento più performante per diffondere un contenuto nel minor tempo possibile. Complici gli hashtag.

Twitter è morto, viva Twitter. Nonostante i numeri impietosi che lo vedono arrancare tra i fanalini di coda dei social media per numero di utenti attivi (numeri di tutto rispetto, intendiamoci) Twitter resta tutt’ora un canale social imprescindibile per chi opera nel campo della comunicazione.

A prescindere dalle sempre più insistenti voci di vendita, dai non confortanti dati sulla crescita degli utenti, dallo scarso successo riscontrato in strumenti come Periscope rispetto alla rivoluzione annunciata, Twitter rimane tuttora il più efficiente mezzo di trasmissione di una notizia inventato dall’uomo: al punto che ciò che non appare su Twitter, difficilmente può far notizia.

Non importa quanti follower hai, non importa quante volte hai usato Twitter in passato, né la tua capacità di utilizzo del social: per chi deve diffondere un contenuto nel minor tempo possibile verso il maggior numero possibile di persone Twitter rimane tutt’ora lo strumento più performante. Il segreto? è tutto negli hashtag, l’idea iniziale che ha caratterizzato il social e tutt’ora applicata, nonostante numerose innovazioni.

Per quanto l’introduzione di “Moments” possa aver modificato sensibilmente la percezione che gli utenti hanno di Twitter e la sua fruizione, modificando in parte la naturale distribuzione cronologica dei tweet, il social rimane ancora in buona parte invulnerabile dal fenomeno della “filter bubble”.

Per quanto un utente possa curare maniacalmente il proprio newsfeed, epurando tutti i following sgraditi o non pertinenti, il continuo aggiornamento dei trending topic costiuisce il miglior antidoto al rischio di rimanere imprigionati all’interno di un flusso di aggiornamenti sempre uguali a se stessi, nella tipologia del contenuto come nel novero delle fonti. Un rischio, quello di dipendere eccessivamente da poche, selezionate fonti, che il comunicatore di oggi non può permettersi di correre.

Se sono vere le voci per cui Facebook modifica “manualmente” la sua sezione di notizie “Trending” (al momento non disponibili in Italia), il rumore di fondo persistente provocato da hashtag di tendenza lanciati da giovani e giovanissimi lascia intendere che Twitter non sia ancora arrivato a un livello di simile artificiosità.

Quello che a prima vista può irritare l’utente di Twitter – la continua apparizione di hashtag non interessanti per lui – in realtà si rivela essere la maggior ricchezza prodotta da questo social, che a differenza degli altri non pretende di costruire un mondo “su misura” dell’utente, ma lascia che sia quest’ultimo a trovare la strategia migliore per distinguere il rumore di fondo dai contenuti di valore.

Per il comunicatore di oggi che, in virtù della progressiva disintermediazione dei media si ritrova a essere in prima fila di fronte a un pubblico affamato di storie e tuttavia lontano a lui nel tempo e nello spazio, servirsi degli strumenti digitali più idonei a rimanere in contatto con il mondo reale diventa dunque non solo un’opzione o una moda del momento, ma una necessità imprescindibile per non alienarsi progressivamente dalla realtà, concreta o virtuale che sia.