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Inchieste

Accatino (Filmmaster Events): "Il NO a Roma 2024? Offensivo nei modi e nel contenuto"

Roma ha rinunciato a portare avanti la candidatura di Roma a sede delle Olimpiadi del 2024. Cosa ne pensano i professionisti del mondo degli eventi e della comunicazione?

Sono passati pochi giorni da quando il sindaco di Roma Virginia Raggi ha annunciato il NO ai Giochi Olimpici 2024 (leggi la news a QUESTO LINK) e giovedì 29 settembre si è svolta l'assemblea capitolina per il consiglio straordinario sulle Olimpiadi. Un nulla di fatto, dal momento che la direzione presa è stata confermata: Roma 2024 non è, come aveva dichiarato Raggi, una priorità per Roma.

Anche il presidente del Comitato Promotore di Roma 2024 Luca Cordero di Montezemolo ha dichiarato "Siamo tutti convinti che è un discorso chiuso e basta".

A seguito dei fatti si sono scatenate le reazioni del mondo politico, sportivo e, anche, della comunicazione.

Cosa ne pensano le agenzie di eventi e i professionisti del mondo della comunicazione? Abbiamo interpellato alcuni dei protagonisti della event industry per capire il sentiment all'indomani dell'annuncio.

Risponde Alfredo Accattino (Filmmaster Events): "Sulla vincenda del 'NO' a Roma 2024 contesto due cose: il metodo e il contenuto. Il metodo perché non mi è piaciuto il modo in cui questa classe politica è arrivata alla decisione e il modo in cui si è mossa verso tutti e verso le istituzioni sportive. Dal punto di vista del contenuto, invece, trovo che ci sia, di fondo, una mancanza di conoscenza o di considerazione verso la storia: le Olimpiadi hanno caratterizzato la nostra storia e quella della Città. Grazie ai Giochi di Roma del 1960, ad esempio, sono state fatte, ultimate e messe a punto importanti infrastrutture quali l'Aeroporto di Fiumicino, la Stazione Termini, due ponti... Senza dimenticare che le Olimpiadi sono un laboratorio di studio e uno stimolo per tutta la nazione: tutte le grandi capitali, da sempre, fanno i grandi eventi. Insomma, quello che intendo dire è che anche un 'NO' deve essere frutto di una scelta ragionata, razionale e consapevole, e non mi sembra sia stato questo il caso".

Il direttore creativo dell'agenzia del Gruppo Filmmaster - che, ricordiamo, al Bea Italia 2016 si è aggiudicato anche il premio come Direttore Creativo dell'Anno e il Premio alla Carriera - ha scritto su Huffington Post, in data 12 settembre, un interessante articolo dal titolo "Sulle Olimpiadi Grillo si aggiudica la faccia di bronzo": una lettera aperta a Grillo, di cui riportiamo uno stralcio:

"Caro Grillo, [...] 

La politica, come urlavi nei tuoi primi tour teatrali, ma forse non lo ricordi, dovrebbe "guardare avanti", tutelare gli interessi primari, ma anche dare fiducia, permettere di sognare. Deve, ritengo io, sforzarsi di capire dove sta andando il mondo. Anzi, essere parte del mondo, non fermarsi a osservarlo dalla passeggiata di Nervi.
Così, ripensa con un minimo di autocritica, a quando affermavi nel 2014 che nessuno avrebbe visitato l'Expo: "...ma chi è che viene a Rho. Ditemi!".

Ironizzavi su 2 milioni di visitatori, ne sono arrivati 21, con un indotto pari a 31,6 miliardi di euro di produzione aggiuntiva (circa l'1% della produzione nazionale) nel 2012-2020: 13,9 miliardi di euro impatto occupazionale di 242mila unità (fonte Sda Bocconi 2016). Un evento che ha formato decine di migliaia di giovani, avvicinando milioni di persone a tecnologie e realtà altre. Cosa che, forse, se avessi visitato altri Expo prima di parlare, avresti compreso.

Così, probabilmente, non hai mai vissuto di persona una Olimpiade. Anzi, non sai cosa sia. Ignori che, dopo l'evento, Torino è rinata, dopo aver coinvolto 23.000 giovani volontari che hanno incontrato il mondo, formando professionisti che hanno poi dato vita, ad esempio, alle olimpiadi di Sochi o di Rio. È vero, alcuni impianti, pochi, sono ora chiusi, ma altri hanno permesso alla città di diventare meta internazionale per eventi e turismo, cosa mai successa prima, divenendo con 7 milioni di visitatori nel 2015, quinta meta turistica italiana dopo Roma, Pompei, Venezia e Firenze.

Alla luce di tutto questo trovo quindi la gestione dell'Affaire Roma 2024, tua e del partito che possiedi, grottesca e umiliante, nei modi ancora di più che nella sostanza per i cittadini italiani, per noi romani e per Roma stessa, che si merita di più di essere vetrina per uno scontro politico.

È giusto avere le proprie opinioni, sollevare dubbi e criticità, fare osservazioni di congruità e convenienza, ma lo si fa guardandosi in faccia. In maniera serena e proattiva, analizzando i progetti, sollecitando miglioramenti, modifiche o garanzie, ponendo condizioni, non con battute e comunicati stampa. Non utilizzando un bene comune come strumento di lotta interna al proprio movimento. Il debito di Roma è sotto gli occhi di tutti, forse non ci sono effettivamente le condizioni per realizzare un progetto così ambizioso, ma ci si deve confrontare, sforzandosi di capire di cosa si stia parlando. La democrazia diretta quando si è al potere non conta più, vero? Ascoltare la base e i cittadini, non serve, e pare ora evidente a tutti.

I grandi eventi sono parte della storia della civiltà, e lo sono stati anche per Roma nel 1960 che ha vissuto la più grande trasformazione urbanistica dal dopoguerra: aeroporto di Fiumicino, via Olimpica, Metropolitana, completamento Eur, sottopassi di Corso Italia e Muro Torto, quadrante Flaminio, tanto per dire. E non a caso i contendenti delle prossime edizioni olimpiche 2018-2024 sono città come Tokyo, Los Angeles, Parigi, Seoul, Londra, Madrid, Istanbul, Budapest, Amburgo...

Perdere questa opportunità, in questo modo, per la seconda volta dopo il beau geste di Monti significherebbe, di fatto, rinunciare per decenni ai grandi eventi internazionali. Cosa che non sai e che evidentemente non capisci.

Ecco, caro Grillo. Io mi sbaglierò. E sicuramente hai ragione tu, che hai preso un bel po' di voti, a divertirti a giocare con la capitale, per vivere anche tu, come tanti tuoi predecessori, quelli che criticavi, la danza di una sola estate. Zum-pa-pa. Ma Roma ha visto imperatori, barbari, lanzichenecchi, papi, francesi, ducetti, tedeschi, sindacicarraro, bande della Magliana, socialisti, e ha le spalle forti per trasformare l'Uomo Qualunque Grillo in un altro sbiadito ricordo".

 

Leggi anche l'editoriale di Salvatore Sagone, presidente di ADC Group a QUESTO LINK

 

Chiara Pozzoli