Interviste

NC Speciale ’20 e Altri 20’. Filmmaster Events, l’umanità è il vero propulsore del successo

Experience, format, contenuti, metaverso, storie. Sono solo parole di un futuro lontano se al centro non c’è l’elemento propulsore che consente di fare di ogni evento un successo: la cosiddetta ‘humanity’. Perché ogni progetto ha il nome, le idee, la cultura d’impresa di coloro che vi lavorano ogni giorno. Sono loro la forza, la vera piattaforma. Unico dictat: mai adattare il progetto alla soluzione.

Quando a metà anni ’90 Linkage era la agenzia di eventi di Filmmaster (prima ancora di chiamarsi K-events e poi Filmmaster Events, ndr) eravamo in quattro a lavorarci, dentro il garage della sede di Via Marocco a Roma. Da allora c’è stata una crescita esponenziale, vissuta mettendoci in gioco, ten- tando carte mai tentate prima da nessuno. Come partecipare a Cerimonie Olimpiche - siete pazzi, ci dicevano- o andare a produrre per il mercato arabo (prima agenzia di eventi italia- na ad aprire una sede stabile nel 2004, ndr), innovando sem- pre. Abbiamo creato format mai sperimentati come il lancio open di una vettura (Fiat 500 sul Po a Torino, ndr), primi a usare in Italia il Watch Out, primi a realizzare guerrilla mar- keting (primo premio vinto della nostra storia al Bea), primo mapping corporate (Indesit), convenshow per 12.000 per- sone (Unipol) e primo live show perma- nente (Enigma, ndr) sino alla prima ceri- monia in realtà aumentata (final four). E potrei andare avanti... “. Queste le parole di Alfredo Accatino, chief creative officer Filmmaster Events, che, intervistato insie- me al general manager Andrea Francisi, ha raccontato i punti di forza che hanno permesso a Filmmaster, da loro stessi definita ‘la madre di tutte le case di produzione’, di essere protagonista del- la live communication industry da oltre 45 anni. “Del resto - precisa Accatino il termine ‘executive producer’ in Italia lo ha portato lei...”

 

La vostra storia è molto più lunga... Ma che dire degli ultimi venti anni?

(Francisi) In vent’anni l’azienda ha subito scosse interne ed ester- ne. Ognuna di queste ha rappresentato un’opportunità di crescita e di confronto, con la conseguente ridefinizione dell’organizza- zione. Nel tempo l’azienda ha spostato il focus dalla production al management/execution, in sintesi, siamo passati da un team di produzione a un team di esecuzione e gestione. Così la creatività, da sempre il reparto creativo che è cuore pulsante e punto di forza dell’azienda ha potuto ampliare ancora di più le sue competenze. Abbiamo implementato il graphic design, la modellizzazione 3d, coinvolto visualizer di assoluta eccellenza. Per competere su mercati differenti, valorizzando un nuovo mix di capacità.

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Qual è il ruolo della creatività oggi?

(Accatino) è il passepartout che permette di tradurre le tendenze e le innovazioni che ci si presentano davanti ogni mese in un linguaggio comprensibile a tutti. È la chiave che spesso ci differenzia insieme alla capaci- tà di gestire progetti complessi. È il fattore che potrebbe aiutare questo Paese a riparti- re, perché la creatività e la proattività sono il combustibile che potremmo utilizzare per fare un balzo in avanti. Altro che gas russo....

In cosa consiste il vostro manifesto #webelieveinhumanity?

(Francisi) È stato un proclama di intenti, una vision, o solo un codice di identità che ci è sembrato sintetizzasse il percorso di un brand che io stesso ho imparato ad amare. Tutto è nato du- rante la pandemia e non si parlava d’altro. Tutti dicevano che se non ci fossimo dotati di una piattaforma digitale di proprietà noi degli eventi saremmo morti. Ci abbiamo pensato a lungo, ma più analizzavamo il fenomeno, più capivamo che ‘vendere servizi’ a basso contenuto creativo non era parte del nostro dna. Io stesso a lanciare all’interno la sfida, e mi sembra che le prime righe la spieghino bene: “Non vendiamo pacchetti digitali. Non vi offriamo tariffe scontate. Sappiamo solo che per rendere unico un progetto, la soluzione non è mai un link uguale per tutti. La nostra Piattaforma si chiama Giorgia, Giulia, Jelena, Liza, Dania, Fabio, Matte, Marco, Adri, Neb, Fede, Dario John, Bran, Arzo, Alex... Ha il nome, le idee, la cultura d’impresa di coloro che lavorano ogni giorno con noi, in Italia, nel Middle East e in tante nazioni del mondo. Sono loro la vostra forza, la vostra Piattaforma. La nostra sfida è la stessa: creare ogni volta eventi unici e spettacolari. Senza mai adattare il progetto alla soluzione”.

Come dice Alfredo (Accatino, ndr): “Non sappiamo sempre dove stiamo andando. Ma sappiamo come ci vogliamo arrivare”.

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Come è cambiato nel tempo il vostro rap- porto con le aziende clienti? (Francisi) C’è stata una evoluzione continua nel corso degli anni, e quello che rileviamo

che sempre di più ci stiamo trasformando in consulenti, per poter affiancare brand, aziende e istituzioni nel creare percorsi di comu- nicazione live. Ci stiamo dotando di soluzioni e figure professionali per implementare queste esigenze, immaginando di poter nel tempo diventare anche ‘produttori di contenuti creativi’ .

Quali i momenti chiave della comunicazione degli ultimi vent’anni?

(Accatino) All’alba del 2000 i social non esistevano, la carta intestata riportava ancora il fax e gli eventi corporate non venivano comuni- cati all’esterno. Fiere come Smau o Motorshow attiravano oltre un milione di visitatori, ma tutto quello che si produceva si perdeva, senza condivisioni e archiviazione digitale, “come lacrime nella pioggia”. La industry stava iniziando solo allora a fissare regole, ruoli e nomenclature (esempio non veniva utilizzata la parola e la figura del Project Manager). Il mondo dell’advertising snobbava gli eventi, chiuso nella sua torre d’avorio, incurante dell’arrivo della Peste. L’avvento di Adc Group, della rivista E20, del Bea, ha rivoluzionato il settore. Ci ha dato, in fondo, una casa. E visibilità, contribuendo a far evolvere tutto il comparto.

Pensiamo ai prossimi 20 anni. Quali saranno le parole chiave?

(Accatino) Experience, immersive, format, contenuti, festival, metaverso, storie.

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