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Ieri, oggi, domani. Di Girolamo e Bozza (Grey Group): “Il 2019 l’anno della svolta e il 2020 si apre con 6 gare vinte tra cui Facile Ristrutturare. In futuro bene evitare commistione di ruoli tra aziende e agenzie"
Proseguiamo l'inchiesta dal titolo ‘Ieri, oggi, domani’ con cui intendiamo celebrare i 20 anni di ADVexpress e guardare ai prossimi 20 insieme ai protagonisti della comunicazione. Nelle precedenti puntate abbiamo incontrato Massimo Costa (Wpp) e Vicky Gitto, co-founder e direttore creativo della GB22.
Questa volta dialoghiamo con due professionisti che hanno debuttato nel mondo della pubblicità insieme ad ADVexpress. Parliamo di Marta Di Girolamo, Ceo di Grey Group dal 2017, e Francesco Bozza, entrato in agenzia lo scorso maggio come Chief Creative Officer.
Il 2019 è stato l’anno di svolta per Grey. Raccolta l’eredità della storica coppia Rozzi – Battaglia e con l’ingresso di Bozza l'agenzia ha intrapreso una nuova fase.
Sebbene non aiutata dall’uscita di Vodafone la sigla ha visto l'ingresso nel proprio portfolio clienti di un secondo brand del Gruppo Mediaset, la piattaforma Mediaset Play, che va ad aggiungersi ad Infinity. Un trend molto positivo proseguito con Stroili ed Elena Mirò, clienti acquisiti grazie alla nuova Grey Couture, una joint venture dedicata al mondo della moda e del lusso, nata dalla collaborazione con Micòl Angeleri, Direttore Creativo Esecutivo di Formulabruta (leggi news).
Il 2020, come raccontato dai manager, è partito molto bene. Grey ha partecipato a 8 gare, di cui 6 sono state vinte, mentre le altre due sono ancora in corso. Tra i new business, che è stato possibile anticipare in questa intervista, c'è Facile Ristrutturare, on air dal 16 febbraio con una campagna integrata su tv e social.
Spostando l'attenzione alla storia della pubblicità, abbiamo chiesto ai due manager com'è cambiato il mondo della comunicazione e quali sono stati i loro maestri. Ecco cosa ci hanno raccontato.
Francesco Bozza, attualmente impegnato in attività solo apparentemente extra professionali come il programma televisivo BarSpot, o la scrittura come la recente pubblicazione del libro, insieme a Gino&Michele, “Anche le formiche nel loro piccolo postano” ha iniziato a lavorare in questo settore nel 1999, imparando la professione, che definisce “un mestiere d'arte che porta a diventare un guardiano delle marche dei propri clienti”, da grandi personalità come Emanuele Pirella, Gianfranco Moretti, Pasquale Barbella e Gavino Sanna. Ma la figura più importante per la sua formazione e la sua crescita è stata Enrico Dorizza.
“Enrico mi ha insegnato 'l’abc della comunicazione', dall’arte della presentazione alle tecniche per fare le gare”, spiega Bozza. “Penso che fare questo lavoro sia ancora un grande privilegio - racconta poi Marta Di Girolamo che, al suo esordio sulla scena pubblicitaria, voleva fare il copywriter - Quello che porto con me è un insegnamento risalente ai primi anni in D’Adda Lorenzini Vigorelli, e che riguarda la cura nel modo di lavorare”. Un grande valore, soprattutto oggi, momento in cui “rischiamo di perdere di vista il valore delle cose”.
Con il passare del tempo la struttura dell’agenzia è cambiata e anche il reparto creativo è stato riconfigurato grazie ad un team molto giovane di circa 50 talenti. Nelle posizioni più strategiche ci sono Serena Bruno, Head of Creative Department. Silvia Cazzaniga, responsabile del reparto account e Jacopo Bordin, Head of Strategist & Growth.
Prima di concludere, uno sguardo ai prossimi 20 anni. Secondo Marta Di Girolamo in futuro sarà necessario tornare al rispetto dei ruoli nei rapporti tra azienda e agenzia nel nuovo contesto competitivo del mercato.
“Quando ho iniziato a lavorare percepivo una divisione molto netta tra il ruolo dell’agenzia e quello dell’azienda - osserva Marta Di Girolamo - . Oggi le agenzie propongono idee che possano incidere sul business model dei clienti e d'altra parte anche le aziende oggi generano in diversi modi un pensiero creativo, non soltanto portando in house i servizi d'agenzia. Credo ci sia una convergenza tra i due ruoli che rischia di diventare pericolosa e difficile da gestire”. La manager auspica inoltre che le agenzie possano fornire un supporto maggiore all'industria culturale italiana generando intrattenimento e stimolando riflessione e pensiero.
Bozza aggiunge che è l’ora che i creativi possano dire la loro sulla pubblicità, quale luogo di intrattenimento e storytelling, in un contesto più ampio rispetto a quello degli addetti ai lavori.
Infine, un consiglio dai due professionisti per i prossimi 20 anni di ADVexpress: continuare a generare conversazioni, anche scomode, perché in questo settore c’è bisogno di trattare anche argomenti spinosi.