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Cristal Festival. Wales: ecco il modello Wikipedia, sostenibile anche senza adv
Wikipedia, ha spiegato Wales, non è altro che un enorme bacino di informazioni scritte da migliaia di volontari in molte lingue diverse e messe a disposizione della comunità della rete che, grazie alla libera licenza, può disporne come vuole.
I visitatori del sito sono cresciuti in modo esponenziale dalla sua nascita a oggi: attualmente, ha affermato il manager, sono 416 milioni gli individui che ogni mese cercano informazioni su Wikipedia ed è proprio grazie all'importante numero di user che il portale può permettersi di sopravvivere anche senza advertising.
Come? Il modello di business è unico e semplice. Alle spalle di Wikipedia c'è la Wikimedia Foundation, una fondazione per cui lavorano meno di 100 impiegati e ben 100.000 volontari. Il portale raccoglie fondi chiedendoli ai visitatori: come ha sottolineato Wales, soltanto una piccolissima parte di coloro che consultano Wikipedia poi effettua una donazione, ma, proprio considerati i grandi numeri del sito, si tratta di una parte sufficiente a garantirne la sostenibilità.
Nel 2010 gli sforzi erano tesi a raggiungere i 20 milioni di dollari, mentre quest'anno il budget obiettivo si è alzato ed è pari a 28 milioni di dollari, a dimostrazione del fatto che anno dopo anno vengono raccolti più fondi. Nonostante la completa assenza dell'advertising, dunque, il sistema non solo è sostenibile, ma anche redditizio.
Per incentivare la raccolta fondi, Wikipedia ha dato il via a una campagna che utilizza i volti di alcuni degli autori delle voci dell'enciclopedia per inviare un messaggio agli utenti e invitarli a donare qualcosa per sostenere il progetto.
I fondi raccolti, spiega Wales, vengono utilizzati a vario scopo: non solo per la gestione di tutti gli aspetti tecnici relativi al sito ma anche ad esempio per avviare collaborazioni con Università e importanti Istituti di ricerca, allo scopo di attrarre autori sempre più autorevoli.
Il fondatore di Wikipedia ha espresso la propria opinione anche in merito all'attuale situazione dell'editoria. A suo parere, una soluzione alla crisi del settore potrebbe venire dal coinvolgimento diretto degli utenti nel processo di costruzione dell'informazione, reso possibile grazie ai nuovi media. Inoltre, gli editori dovrebbero sfruttare le opportunità offerte dalle nuove piattaforme: attraverso i tablet, ad esempio, si possono offrire versioni più 'ricche' dei magazine, complete di video e di foto. Non solo. Se è difficile convincere un navigatore a pagare per consultare un sito web, forse è più semplice incentivarlo ad acquistare la copia digitale di un magazine tramite un semplice clic sul proprio iPad. Che il futuro dell'editoria si giochi davvero sui micropagamenti?
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