Advertising
Anche MindShare e Ovt al centro della guerra Wpp/Benatti
Iniziamo con una veloce ricostruzione dei fatti
più recenti accaduti nei giorni scorsi. Fino a oggi caratterizzata da un
disinteressato e sorprendente silenzio, anche la stampa inglese di grande
diffusione comincia ad occuparsi della vicenda. Il colpo di pistola l'ha dato
l'articolo apparso venerdì scorso sul Sole24 Ore, il giornale
economico-finanziario con la maggiore diffusione in Europa, a firma dell'ottimo
Fabio Grattagliano.
Nella meticolosa ricostruzione delle operazioni societarie
tra la holding inglese e Marco Benatti, si parla senza giri di metafore di
Media Club
, oggi in mano al 100% di Wpp Marketing
Communication Italy. Un'acquisizione dove protagonista è la Callia
Trading Investimentos LDA con sede a Madeira. Secondo l'Autorità
garante della Concorrenza la società off shore al dicembre del 2002 deteneva il
90% del capitale sociale di Media Club (il restante 10% era
diviso tra due persone fisiche, presumibilmente Maria Letizia Zicolillo e
Adriano Corbella). Secondo le camere di commercio, al marzo 2002, la Callia
controllava il 14,80%, e socio di maggioranza risultava la Anglo
Continental Holdings BV, società di diritto olandese
non si sa appartenente a chi, con il 71,20% delle quote.
Al di là di questo
passaggio resta ancora da stabilire chi all'epoca dei fatti stava dietro la
Callia Trading Investimentos o la Anglo Continental Holdings e, quindi, da chi
Wpp ha effettivamente comprato Media Club (nel novembre del 2002 veniva
pubblicata alla stampa l'acquisizione ufficiale di Media Club da parte di Wpp,
vedi notizia correlata). Il particolare è determinante perché potrebbe essere la
chiave di lettura del contenzioso in essere, e potrebbe aprire altri, importanti
capitoli. Se dietro la maggioranza di Media Club (attraverso la Callia o la
Anglo Continental) si dovesse scoprire il coinvolgimento di Marco Benatti allora
si comprenderebbero le accuse mosse da Wpp in merito alla partecipazione o alla
proprietà di Benatti "in asset e società italiane e internazionali oggi di
proprietà Wpp o con cui è in affari". In sostanza, a Benatti verrebbe imputato
di avere nascosto il fatto che controllava e possedeva la maggioranza di Media
Club quando la propose a Wpp per l'acquisto che poi si concretizzò.
L'articolo del Sole24 Ore di venerdì 27 gennaio questa volta è servito
in qualche modo da esca per i principali quotidiani inglesi che hanno così
deciso di occuparsi della questione. Il Sunday Times di domenica 29 gennaio, il Times
e The Independent di oggi 30 gennaio, come pure The Guardian e
Daily Telegraph, annunciano l'indagine in atto da parte di Wpp nei confronti
di Benatti. Un'indagine sulla quale oltre agli uffici legali di cui ADVexpress
ha dato notizia (Bonelli Erede Pappalardo, Trifirò & Partners e Alleva
& Associati, vedi notizia correlata) si stanno dedicando la Kroll, in veste
di corporate investigator, e la Deloitte, la società che cura l'auditing del
gruppo Wpp. E' il rigoroso e austero Sunday Times di domenica che per primo rende
più chiara l'intera vicenda. Non solo si parla di società e conti 'overseas'
in luoghi che includono Madeira e la Scozia, ma si aggiungono nuovi
particolari della lite tra Benatti e Sorrell sul tema Media Club. Per avere presentato
la struttura Media Club a Wpp, spiega il giornale londinese, la holding
della comunicazione avrebbe pattuito con il consulente Marco Benatti una somma,
a titolo di commissione, di circa 142 mila sterline pari, grosso modo, a circa
200 mila euro. Per l'acquisizione di Media Club il Gruppo pagò una somma
equivalente di 14 milioni di sterline, ossia 20 milioni di euro. La commissione
avrebbe quindi costituito l'1% del valore dell'acquisto. Cosa, allora,
avrebbe fatto scoppiare il bubbone addirittura tre anni dopo l'acquisto? La risposta
la si può leggere tra le righe dei quotidiani inglesi. Wpp si sarebbe
insospettita alla richiesta di earn out, una sorta di premio dato sulla base
delle performance raggiunte, sostenuta da Benatti. All'incirca a metà di
dicembre, sulla base degli accordi stipulati a suo tempo, doveva infatti avvenire
il riconoscimento dell'earn out. Per Sorrell doveva essere di 205 mila sterline,
ossia 300 mila euro, per il venditore di Media Club (per Benatti, nel caso
venisse dimostrata la maggioranza della proprietà di Media Club all'epoca della
vendita) la somma era invece di 9 milioni. Da qui la decisone di Sorrell di
andare a fondo e fare partire una più dettagliata indagine sugli affari
finanziari e societari del manager.
Giusto per dare un'idea del giro
d'affari complessivo di cui si parla, i ricavi Wpp nel 2004 in Italia sono
ammontati a 250 milioni di dollari, 208 milioni di euro, di cui circa la metà
proveniente dal media.
Sempre nell'area media Wpp intende ancora scavare contro Benatti. Tra le
varie piste dell'indagine avviata emergerebbero due società, secondo
indiscrezioni trapelate negli ambienti finanziari londinesi:
MindShare, e Ovt (Outdoor Visual Touch),
società specializzata nell'esterna, diventata Portland agli inizi del 2003 e
oggi Kinetic. Per quanto riguarda MindShare, stando alle prime frammentarie
notizie, non si ravviserebbero problematiche sulla proprietà o l'assetto
societario, bensì elementi di natura fiscale. Per quanto riguarda Ovt, invece,
le problematiche riguarderebbero sia l'aspetto societario che fiscale. Il
commento ufficiale che arriva dall'head quarter di Wpp su questa vicenda è
lapidario: "Ogni giorno troviamo sempre più informazioni e continuiamo ad
approfondirle".
Ovviamente ADVexpress ha chiesto anche a Marco Benatti un
parere sugli ultimi risvolti della vicenda e rimanda a una spiegazione più
esauriente attraverso un comunicato che dovrebbe essere diffuso nella giornata
di domani (martedì 31 gennnaio). "Risponderò su tutti i punti – afferma - .
Posso semplicemente constatare che quello che emerge dai giornali è frutto di
illazioni, di gossip che stanno arrecando un danno incomprensibile alla stessa
Wpp. Sono allibito per come proseguano queste illazioni, non supportate da prove
concrete, che distruggono una reputazione costruita da me e dalle persone Wpp
Italia. Reputazione che ha portato in Wpp clienti, talenti professionali
salvaguardando i livelli di remunerazione". Per il resto Benatti intende
concentrarsi sul suo futuro imprenditoriale. A quest'ultimo proposito c'è grande
attesa per il ruolo che vorrà giocare con FullSix . Con
un comunicato delle 11.31 Borsa Italiana comunica che le "azioni ordinarie
Fullsix (sigla di negoziazione FUL) sono sospese dalle negoziazioni per il resto
della seduta odierna in attesa di comunicato". Il tanto atteso comunicato
dovrebbe, infatti, ufficializzare un ruolo ancora più importante per Benatti
(che al momento controlla attraverso Blugroup Holding, o direttamente, il 35,13%
della società). Si avanza anche l'ipotesi di Opa.