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Inchieste

Wpp schiera tre studi legali contro Benatti

Gli studi Bonelli Erede Pappalardo, Trifirò & Partners e Alleva & Associati agiranno su tre principi: fiducia, chiarezza e trasparenza. La questione assume risvolti penali e internazionali. La terna dei legali apre una disputa senza esclusione di colpi. Si indaga sull’operato delle aziende italiane e internazionali possedute o che sono in affari con Wpp Italia.

Nuovi particolari si aggiungono alla vicenda Sorrell-Benatti. Si delineano i contorni del contenzioso legale che oppone le due parti. Da indiscrezioni raccolte da fonti non ufficiali londinesi vicine alla holding guidata da Martin Sorrell, la contesa si basa su tre concetti fondamentali 'trust, openness and transparency', tradotti in italiano fiducia, chiarezza e trasparenza. Wpp mette sul tavolo pezzi da novanta della giurisprudenza italiana. Ben tre sono gli studi con cui Benatti dovrà confrontarsi. Si tratta dello Studio legale Bonelli Erede Pappalardo, specializzato in fusioni, acquisizioni, finanza d'impresa e diritto comunitario, dello Studio Trifirò & Partners, specializzato in diritto del lavoro assistendo tra gli altri anche Enzo Biagi nel suo contenzioso in Rai, e dello Studio Alleva & Associati dell'avvocato Guido Carlo Alleva, specializzato in penale e commerciale guadagnando la fama durante i processi di Tangentopoli. Al momento Benatti è nelle mani dell'Avvocato Franco Toffoletto per la parte giuslavoristica, ma appare chiaro che il team verrà rafforzato con il coinvolgimento di altri professionisti.

La qualità e l'importanza della terna dei consulenti messa in campo da Wpp la dice lunga sull'entità del contendere, che allarga la questione su un piano internazionale, e lascia intravedere risvolti penali oltre che civili/amministrativi. Wpp vanta prove concrete, fatti accertati e documentati che verranno sostenuti in quella che si preannuncia essere la contesa legale dell'anno.

Sempre le stesse fonti internazionali dicono, inoltre, che il quartier generale della holding internazionale della comunicazione stia indagando su aziende italiane e straniere possedute o che sono in affari con Wpp Italia e dove, evidentemente, è sotto osservazione l'operato di Benatti. Massimo è il riserbo sul nome delle aziende. Appare però chiaro che  FullSix è uno degli elementi del contendere. E anche in questo caso dovrebbero esserci imminenti novità. Il 19,97%, che ADVexpress e altri giornali attribuiscono a Wpp, potrebbe essere frutto di una valutazione riduttiva da parte della stampa, sostiene ancora la nostra fonte ufficiosa. Potrebbe quindi prendere ancora più corpo l'ipotesi avanzata ieri da Finanza Mercati sul recente rastrellamento di quote da parte del colosso inglese. Infine, Wpp lascia intendere che tra Sorrell e Wpp sarebbe in essere la clausola di non concorrenza,  come invece supposto dal Sole 24 Ore di oggi. Per cui, in caso di presenza della clausola, la diversificazione in settori diversi quali il media ad esempio, apparirebbe quanto meno difficile.

Infine, da quello che si apprende, non sembra ancora deciso quale sarà la modalità con cui Wpp gestirà i propri interessi in Italia. La figura del country manager così come è stata interpretata da Benatti, sostiene la nostra fonte inglese, era troppo personalistica e mirava a un controllo totale del business. Al vaglio sarebbero quindi altre possibilità già praticate in altri paesi: organizzazione del business per clienti, aree o regioni. Il ritornello è lo stesso: "We shall see".