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'Italians do it better’ | Casiraghi Greco&: la conquista (efficiente) dell’approccio integrato

L’agenzia guidata da Cesare Casiraghi, come spiega il founder nell'intervista contenuta nello speciale dedicato al valore competitivo dell’indipendenza e alla managerialità italiana tratto dal numero di novembre, dicembre e gennaio 2025 di NC - Nuova Comunicazione, pone, per vocazione, l’idea creativa al centro del progetto, declinandola in tutte le sue forme e possibilità di linguaggio, attraverso i mezzi di comunicazione più adatti e specifici per i diversi target.

La pubblicazione su ADVexpress di  'Italians do it better', lo speciale dedicato al valore competitivo dell’indipendenza e alla managerialità italiana, giunto alla 15esima edizione, tratto dal numero di novembre - dicembre - gennaio 2025 di NC - Nuova Comunicazione, prosegue con l'intervista a Cesare Casiraghi.

Una tra le più riconosciute agenzie italiane di pubblicità e comunicazione a servizio integrato, Casiraghi Greco& è da sempre un’agenzia a ciclo completo: dalla creatività alla pianificazione media. “Quando pensiamo a una campagna - spiega Cesare Casiraghi, ceo e direttore creativo - pensiamo anche alla strategia media. I creativi devono ragionare conoscendo il budget, le disponibilità per la produzione, i formati corretti in funzione del piano di comunicazione. Non arriva prima l’idea e poi capiamo cosa farne. Infatti, è nei progetti integrati che riusciamo a dare il massimo”.

Partiamo dal tema dell’inchiesta: gli italiani lo fanno davvero meglio?

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Partiamo da un presupposto fondamentale, anche i reparti creativi delle agenzie inter- nazionali che operano in Italia sono com- posti da art director e copywriter italiani. Quindi chiedersi chi lo fa è relativo. La differenza la fa il fatto che le agenzie italiane sono autonome, nelle mani di uno o più imprenditori italiani, che non lavorano per portare utili o che altro a un ente supremo distante, non solo in termini chilometrici, ma anche nelle modalità di pensare e di approccio al mercato.

È la possibilità di ragionare a lungo termine senza dover rendere conto a nessuno. Scegliendo di puntare sul successo del cliente, più che sull’utile immediato, perché il loro successo è anche il nostro. Permette di creare rapporti duraturi basati sulla fiducia, di essere in grado di cambiare per seguire l’evoluzione, la crescita, i problemi legati ai mercati in una vera e propria partnership. Lo stereotipo più penalizzante è di pensare che solo la ‘grande’ agenzia abbia gli strumenti per creare la giusta strategia di comunicazione. Ho avuto modo di collaborare con ottimi strategic planner di gruppi internazionali, ma anche con alcuni ai quali non avrei dato in mano neanche la strategia di un condominio.

Se chi sceglie guardasse alla storia dell’agenzia, alle aziende che hanno creato o aiutato a crescere e non invece alle dimensioni o alle mode, sarebbe meglio. Noi abbiamo seguito da zero marchi come Conto Arancio, Genialloyd, Chebanca!, Pittarosso, Illumia, Deghi, oppure accompagnati nel cambiamento come Curtiriso, Riso Flora, Parmigiano Reggiano... Ci sono agenzie ‘straniere’ che hanno meno case history in pancia.

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Come interpretate e portate avanti la vostra italianità e la vostra indipendenza?

Portare avanti l’italianità è facile, basta non cambiare passaporto. L’indipendenza e la competitività invece non è detto che debbano vivere disgiunti. In questo mondo che cambia alla velocità della luce servo- no competenze sempre più differenziate.

Questo può portare ad acquisizioni, ad alleanze, a partnership mirate a una appunto maggior competitività in un mercato ogni giorno più complesso.

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Quanto comunicazione e creatività sono centrali per far crescere il business delle aziende? Qual è oggi la chiave di volta per coinvolgere i diversi target?

La parola chiave è proprio ‘target’. Dipende se parliamo di responsabile d’acquisto, di giovani, uomini, ecc. La chiave di volta a mio parere è efficienza, che si traduce nel

costo contatto e nella qualità del messaggio a seconda dei mezzi e del target. Banalmente non posso usare lo stesso spot Tv per andare su TikTok. Alla fine, è sempre questione di idee e quindi di creatività, anche nel modo di pianificare.


Nuove tecnologie (IA in primis) e sostenibilità sono al centro del vostro modus operandi?

L’IA ha cambiato radicalmente i processi creativi e soprattutto di produzione della nostra agenzia, così come credo delle altre. Il risparmio nella realizzazione di layout e storyboard oggi è notevole. Non possiamo certo delegare all’IA la strategia creativa, ma sicuramente dobbiamo approfittare degli stimoli che ne derivano, così come da cinema, arte e tutto quello che ci circonda. Per quanto riguarda la sostenibilità, siamo un’agenzia di pubblicità, da anni abbiamo abolito la plastica nei nostri uffici, facciamo la raccolta differenziata, non produciamo acciaio, non raffiniamo petrolio e non prendiamo jet privati.

 

Chiudiamo con numeri e futuro: quali risultati avete ottenuto nel 2024? Quali aspettative e progetti per il 2025?

È stato un anno molto buono. Il dato più importante è che abbiamo aumentato del 60% il media gestito. Abbiamo iniziato la nostra collaborazione con MD.Abbiamo importanti novità sia come nuove acquisizioni, sia con clientiattuali che diventano più grandi.

 

MARINA BELLANTONI