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Italians do it better | Open Fiber: il ‘Made in Italy’ che corre veloce
Costruire e rendere disponibile a tutti gli italiani una rete a banda ultra larga, in fibra ottica Ftth (Fiber to the home), dalle centrali fin dentro case, uffici e aziende. Ecco la mission di Open Fiber, realtà molto giovane nata, dal punto di vista societario, alla fine del 2016 e operativa dal 2017.
Con Andrea Falessi, Direttore Relazioni Esterne (in foto), abbiamo approfonditò, all'interno dello speciale dedicato al valore competitivo dell’indipendenza e alla managerialità italiana, tratto dal numero di novembre, dicembre e gennaio 2025 di NC - Nuova Comunicazione, la visione della Company e il ruolo che riveste la comunicazione.

“Prima di Open Fiber - spiega Falessi - si parlava poco o nulla di fibra ottica e si continuava a ritenere, a torto, che non fosse necessaria una nuova infrastruttura e che il rame o il misto fibra-rame fossero sufficienti”. Da allora, la società ha già raggiunto 240 città medio-grandi e oltre 5mila comuni, portando ai cittadini e all’economia italiana la connessione a velocità gigabit in grado di supportare la transizione digitale. “Oggi - precisa Falessi -, siamo il solo operatore di telecomunicazioni ita- liano, controllato da una società pubblica come Cassa Depositi e Prestiti. L’azienda è inoltre partecipata da un importantissimo fondo di investimenti estero come Macquarie Asset Management e questo ne conferma l’attrattività, la sostenibilità economica e l’indipendenza.
Una prima domanda legata al tema dell’inchiesta: gli italiani lo fanno davvero meglio?
In questo caso potremmo dire di sì. Vediamo che il trend di realizzazione e costruzione di nuove infrastrutture per far viaggiare i dati, le informazioni e i video è un trend globale.
La fibra ottica è la tecnologia, tra quelle disponibili, che oggi meglio consente di trasferire dati ad altissima velocità a bassissima latenza. Come dice il nostro amministratore delegato, Giuseppe Gola, la fibra ottica è una ‘tecnologia finale’. Gli italiani lo fanno meglio? Possiamo dire che un Paese relativamente piccolo, anche se di grandissima rilevanza economica sullo scenario mondiale, come l’Italia, ha fatto qualcosa di abbastanza incredibile. Dalla nascita di Open Fiber il digital divide si è ridotto sensibilmente, e il nostro Paese è arrivato oggi a lambire la media europea del 64% di disponibilità di fibra ottica in tutte le case, aziende e sedi della pubblica amministrazione.
Quanto comunicazione e creatività sono centrali per far crescere concretamente il vostro business? Qual è oggi la chiave di volta per coinvolgere i diversi target con successo?

Quando parliamo di comunicazione dobbiamo necessariamente premettere che Open Fiber è un operatore ‘wholesale only’, che lavora, cioè, esclusivamente all’ingrosso e che quindi non intrattiene rapporti con il cliente finale. Non possiamo adottare le modalità di comunicazione che sono tipiche dei retailer, ma dobbiamo lavorare sull’awareness informando sulla disponibilità sempre maggiore di un’infrastruttura in grado di fare la differenza nel mondo delle comunicazioni elettroniche. Bisogna far sapere a cittadini e aziende che c’è la possibilità di essere attivati a costi assolutamente competitivi sulla rete completamente in fibra ottica Ftth, la più sicura e performante, una ‘very high capacity network’.
Sostenibilità e l’uguaglianza di genere. Come vi ponete in merito? Sono al centro del vostro modus operandi? Se sì, in che modo?
Abbiamo una fortuna notevole perché il modello di business e la tecnologia che abbiamo adottato sono - e lo dico con un certo orgoglio - intrinsecamente sostenibili. La fibra ottica è infatti di per sé uno strumento che impiega meno energia e ha una impronta di carbonio più bassa rispetto alle infrastrutture tradizionali. Gli effetti positivi in termini di sostenibilità sociale e ambientale sono enormi: possibilità di svolgere lavoro da remoto, riduzione del traffico veicolare, valorizzazione dei piccoli centri. Per quanto riguarda l’uguaglianza di genere, ancorché la realtà del settore TlC sia tradizionalmente maschile, c’è un concreto e costante impegno per valorizzare e promuovere - anche attraverso la formazione e le attività nelle scuole - la cultura Stem in campo femminile.

Un bilancio del 2024: quali risultati avete ottenuto? Quali invece le aspettative e le novità per il 2025? Parlando di core business, cioè della realizzazione dell’infrastruttura, il 2024 è stato un anno decisivo che ci ha avvicinato al completamento del piano Bul per la banda ultra larga, quello in cui Open Fiber è concessionario pubblico e che vedrà la sua conclusione nel 2025.
Abbiamo raggiunto oltre 5mila comuni italiani e circa 14 milioni e mezzo di unità immobiliari, posizionandoci tra le eccellenze dell’Unione Europea. A fronte però dei grandi risultati in termini di realizzazione della rete, ora la sfida sarà puntare sulla migrazione dal rame all’Ftth, sulla effettiva adozione di questa tecnologia da parte dei cittadini.
MARINA BELLANTONI