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Italians do it better | SBAM: il coraggio della semplicità al centro

‘Question everything, make them talk, bring your magic’. Sono i tre pilastri della filosofia dell’agenzia guidata da Stefano Pagani, basata sul concetto di ‘radical simplicity’. Un approccio che insieme a quello ‘content+media’ le ha fatto raggiungere, nel suo primo anno di vita, numeri eccezionali e realizzare case history di successo. Ne abbiamo parlato con il Ceo della sigla all’interno dello speciale dedicato al valore competitivo dell’indipendenza e alla managerialità italiana, tratto dal numero di novembre, dicembre e gennaio 2025 di NC - Nuova Comunicazione.

La visione di Sbam si sintetizza nel concetto di ‘Radical Simplicity’, i cui pilastri principali sono tre: question everything, make them talk, bring your magic.

Question everything’ significa avere il coraggio di mettere in discussione anche quello che sembra scontato, come ad esempio il modo in cui agenzie e aziende sono abituate a lavorare tra loro, a silos, e renderlo invece più collaborativo, interattivo, e radicato nella comprensione del business del cliente, e non solo della sua comunicazione. Questo e altri concetti sono stati sviluppati all'interno dell'intervista, che qui proponiamo, presente nello speciale dedicato al valore competitivo dell’indipendenza e alla managerialità italiana, tratto dal numero di novembre, dicembre e gennaio 2025 di NC - Nuova Comunicazione.

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Make them talk’ è l’obiettivo di ogni campagna, perché l’unica storia che conta per un brand è quella che la gente racconta. Sollecitare questa conversazione significa creare un Pop Brand, cioè arricchire la marca di nuove occasioni di ingaggio e renderla capace di viaggiare attraverso i canali, attraverso il tempo e attraverso le persone. Infine, ‘Bring your magic’ è l’attitudine con cui Sbam vuole lavorare: crede che ciò che nutre davvero la creatività sia tutto ciò che guardiamo, leggiamo, viviamo e amiamo fuori dalle mura dell’ufficio. “Ecco perché - spiega Stefano Pagani, ceo Sbam (in foto) - sollecitiamo i talenti a coltivare le passioni laterali e a non pensare alla comunicazione come una torre d’avorio per pochi eletti che si nutre solo di referenze interne”.

Come interpretate e portate avanti la vostra italianità e la vostra indipendenza?

Il nostro chief creative officer, Luca Grelli, è la perfetta espressione della nostra strategia, rivolta sin dai primi passi alla costruzione di un network internazionale con un forte cuore italiano. L’esperienza di Luca, che in 20 anni ha attraversato tre continenti e tante agenzie rinomate, ci arricchisce del suo punto di vista unico, fatto di culture locali vissute in prima persona, di scenari davvero allargati e dell’opportunità di portare in ogni nostro progetto la conoscenza dei linguaggi e delle best case internazionali assieme alla pragmatica voglia tutta italiana di farsi le domande giuste, di trovare soluzioni nuove a qualsiasi problema.

 

Quanto comunicazione e creatività sono centrali per far crescere il business delle aziende?

La comunicazione entertainment, perché non si basa solamente sulla veicolazione di un messaggio; dà per assodato che dall’altra parte ci sia qualcuno che ha voglia di ascoltarci. La creatività è esattamente questo: quello che distingue un messaggio di servizio qualunque da uno che mi mette nella predisposizione d’animo giusta per ascoltare. E in più oggi l’opportunità incredibile per le marche è quella di entrare in casa d’altri, cioè mostrarsi all’interno di contenitori come programmi televisivi e radiofonici, eventi e stunt, social media e creator, dove le persone sono già ‘sintonizzate’, ovvero hanno già la predisposizione giusta per ascoltare, sono ricettive.

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Per entrarci credibilmente però devono avere il coraggio di scegliere tra tanti messaggi l’unico su cui costruire davvero la propria memorabilità, e quello che più combacia con il mood con il quale le persone si approcciano a quello specifico contenitore. Complicato? Eccome. Ecco perché noi pratichiamo l’arte della semplicità. Non c’è più spazio per concetti complicati, architetture mentali (leggi: strategiche) troppo rigide o grandi spot che hanno senso solo su un canale e non su tutti gli altri: la storia della marca deve arrivare capitolo dopo capitolo, pezzo dopo pezzo, e formare la stessa intenzione di fondo, la stessa morale della storia, e a prescindere da quale contenuto io veda per primo.

 

Nuove tecnologie (IA in primis), sostenibilità e l’uguaglianza di genere. Sono al centro del vostro modus operandi?

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La tecnologia è parte del nostro dna, e l’utilizzo dell’AI nella quotidianità dei nostri progetti è un superpotere ormai consolidato. Crediamo nella tecnologia come strumento alleato che libera lo spazio per il pensiero creativo, aiutandoci a minimizzare lavori di routine. E siamo assolutamente convinti che al crescere della potenza di questi strumenti, corrisponderà una crescita dell’importanza di un team umano eterogeneo, diverso, capace di coltivare e portare al tavolo la propria umanità, i propri interessi, le proprie passioni.

E crediamo anche che il talento umano non abbia genere, né età, ma che spesso abbia bisogno di una mano per poter trovare lo spazio giusto per esprimersi, perché la vita è soprattutto quello che succede fuori dall’agenzia, e in questo senso noi abbiamo la fortuna di avere un team HR competente e strutturato che lavora moltissimo nella qualificazione degli strumenti per garantire un welfare inclusivo e paritario per tutti. Perché vivere serenamente la tua vita personale e famigliare è cruciale per poter esprimere con serenità le tue competenze sul lavoro. Quanto alla sostenibilità, siamo parte di una Società Benefit, e oltre che nel nostro lavoro contribuiamo con tante attività integrative allo sviluppo del benessere sociale e ambientale.

 

Quali risultati avete ottenuto nel 2024 e quali invece le aspettative e i progetti per il 2025?

Il primo anno di Sbam è stato da record: 24 nuove acquisizioni clienti su tante industry diverse: luxury travel, automotive, GDO, servizi digitali. Anche sul social abbiamo collezionato 14 vittorie, a dimostrazione che il nostro approccio content+media è di grande rilevanza per i clienti. L’organico è salito da 40 persone a 100, e prevediamo nuovi ingressi. Normalmente il primo anno di un’agenzia creativa è considerato di startup, ma Sbam è riuscita già a collezionare anche progetti interessanti, come quelli sviluppati insieme a Cellini Caffè. E non parliamo solo di comunicazione: diversi brand ci hanno scelti anche per la parte di brand positioning e identity. Stiamo lavorando alla definizione di quattro diverse body language per quattro brand molto eterogenei, dal food al luxury fino ai servizi digitali. Sul 2025 prevediamo una spinta per i reparti di branded content e virtual crafting.

MARINA BELLANTONI