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‘Italians do it better’ | Aldo Biasi (ABC): “Non credo nel genio italiano, perché credo nel genio umano”
‘Italians do it better’, lo speciale dedicato al valore competitivo dell’indipendenza e alla managerialità italiana, giunge alla 15esima edizione e da oggi iniziamo la pubblicazione su ADVexpress dei contenuti presenti nel numero di novembre - dicembre - gennaio 2025 di NC - Nuova Comunicazione . La rivista, insieme ai player della comunicazione, ha analizzato gli asset che caratterizzano il presente e caratterizzeranno il futuro di questo mercato in termini di nuovi approcci e di nuovi linguaggi, partendo dalle agenzie di comunicazione e di eventi indipendenti, che riescono a ritagliarsi un ruolo sempre più rilevante nello scenario competitivo, per poi proseguire con le aziende produttrici di beni e servizi che, in un’epoca di globalizzazione, riescono comunque a tenere alta la bandiera del ‘Made in Italy.
A conferma della capacità di approccio alle sfide del nuovo panorama della comunicazione, quest’anno NC ha voluto valorizzare anche i manager italiani di agenzie e network internazionali che, a vario titolo, stanno contribuendo alla crescita del mercato dal punto di vista quantitativo e qualitativo. Dai professionisti nostrani si comprenderà come si è evoluto oggi il loro lavoro, il rapporto con il network d’appartenenza e molto altro ancora. Gli intervistati sono concordi nel dire che la creatività italiana abbia un ‘guizzo’ particolare, ma che ci sia bisogno di una vision internazionale per fare davvero la differenza.
L’essere indipendenti poi consente alle agenzie di essere maggiormente reattive e competitive rispetto a realtà parte di grandi network internazionali. Diversi gli argomenti affrontati con aziende e agenzie che troveranno spazio nelle news dedicate anche su ADVexpress: dal rapporto domanda/offerta sempre più consulenziale ai media mix scelti dalle aziende, sempre più multichannel.
E ancora, nello speciale si parla di sostenibilità, responsabilità sociale dei brand, e della crescente attenzione all’uguaglianza di genere, temi cardine del posizionamento delle aziende nella mente del pubblico, che decide dei propri acquisti anche in base alla trasparenza e alla coerenza della marca rispetto a questi temi.
Altro tema di grande attualità è l’uso della tecnologia in comunicazione. Dopo l’ascesa vorticosa del digitale, infatti le nuove
tecnologie, come l’intelligenza artificiale, stanno ponendo aziende e agenzie davanti all’imperativo di abbandonare schemi consolidati negli anni e adottare nuovi approcci e linguaggi. Come adeguarsi alle nuove tendenze di mercato senza perdere la propria identità? Lo hanno spiegato gli intervistati, così come hanno raccontato il ruolo di creatività ed engagement nella crescita del business delle aziende.
Quali sono in conclusione, i principali punti di forza di agenzie, aziende e manager italiani con i quali NC - Nuova Comunicazione ha fatto il punto sullo stato dell’arte del settore e sul valore dell’indipendenza nel nostro Speciale? Flessibilità, agilità, capacità di reagire e innovarsi, di sintonizzarsi più velocemente sulla sensibilità del consumatore e di adeguarsi ai nuovi linguaggi del mercato.
La prima intervista tratta dallo Speciale 'Italians do it better' che vi proponiamo è quella ad Aldo Biasi, founder di Aldo Biasi Comunicazione, oggi un’agenzia italiana e indipendente, con una spiccata vocazione creativa, che da 25 anni vanta un incremento annuo di fatturato costante del 10-15%. Il suo punto di forza? Prendersi a cuore i clienti, con alcuni dei quali ha un rapporto pluriennale. Per ampliare i suoi servizi, dall’anno scorso è entrata in società con Idntt, martech content factory svizzera, specializzata nella gestione di social, talent, siti ed eventi, cui sta affiancando la competenza in campo di Intelligenza Artificiale. A raccontarcelo, in questa intervista, è Aldo Biasi, presidente dell’agenzia omonima.
Come interpretate e portate avanti la vostra italianità e la vostra indipendenza? Quali strategie state approntando per essere realmente competitivi?
Cerchiamo di competere esclusivamente sul piano delle idee e più precisamente con idee che siano realmente al servizio della Marca. Progettare una comunicazione di successo, sufficientemente originale e pertinente, significa decretare il successo della Marca stessa. È quindi alla ‘creatività a tutti i costi’ che affidiamo la nostra indipendenza e la nostra competitività. Di conseguenza non ambiamo ad affermare la nostra italianità, in quanto le idee, se sono buone, sono internazionali.
Avete affermato: “La gente come noi ha un bisogno insaziabile di quel miscuglio di emozioni, provocazioni, razionalità, informazioni, sorpresa, lacrime, sorrisi, scandalo, normalità che abbiamo definito creatività e che una volta si chiamava arte”. Può spiegarci meglio questo concetto?
Qualsiasi forma di comunicazione, quando riesce a muovere emozioni vere, emozioni grandi, emozioni universali, emozioni che appartengono a noi umani e che nessuna tecnologia potrà mai sostituire, se mai incrementare, da sempre va ascritta alla categoria dell’arte. La comunicazione commerciale può essere considerata una forma d’arte? Non è il suo scopo ma in alcuni casi, molto probabilmente in modo involontario, lo è stata e lo è. I creativi sono degli artisti? Posso dire solo che secondo la legislazione italiana non lo sono... ma l’arte, si sa, è un’attività fuorilegge.

Quanto comunicazione e creatività sono centrali per far crescere il business delle aziende? Qual è oggi la chiave di volta per coinvolgere i diversi target?
Senza comunicazione un’azienda non esiste come, d’altra parte, nessuno di noi esisterebbe se non comunicasse. Ma come fare per trasformare la comunicazione in successo? Con il valore aggiunto della creatività! La creatività è una parola complessa e vasta, ma essenziale perché solo la creatività in tutte le sue possibili espressioni può assicurare a una marca identità, distintività, personalità, me- morabilità... ecceterà... ecceterà! Il termine target è un termine che non amo, perché è belligerante, perché considera il consumatore come qualcuno da colpire e affondare. La comunicazione più efficace è invece quella che con i consumatori sa dialogare, sa capirli mettendo in comune con loro esperienze, problemi e, ovviamente, soluzioni. Soprattutto ai consumatori bisogna dire la verità.

Quali sono le aspettative per il 2025 e quali novità bollono in pentola? La visione per il futuro è sempre ottimistica, grazie anche alla collaborazione con Idntt: prevediamo un piano di sviluppo e di incremento del fatturato del 20-30%. L’expertise che la martech content factory svizzera ha in campo di Intelligenza Artificiale rivoluziona e velocizza il modo di lavorare, anche se l’idea, il germe creativo, è sempre appannaggio nostro”.
Ci può raccontare una case history significativa sviluppata dell’ultimo anno?
Quello di L’Angelica è un caso di perfezionamento del posizionamento funzionale ed efficace: il prodotto di punta del brand sono le tisane, prodotte con ingredienti naturali, atte a promuovere il benessere fisico. Il loro gusto e la qualità dei loro ingredienti sono rinomati, ma non avevano mai spinto, dal punto di vista della comunicazione, sul valore salutistico dei propri prodotti: così abbiamo pensato a delle ragazze che suggeriscono ai consumatori finali i prodotti L’Angelica, chiedendo loro: “Ti va di stare bene?”. Una sorta di Call to Action perché la salute e il benessere sono frutto di scelte precise.