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NC n.98 | NC Digital Awards 2022. Benvenuti nell’era del Social Commerce

Il retail sta oggi vivendo una ‘nuova normalità’ in cui l’e-commerce e l’ottica omnicanale risultano essere fondamentali sia per i consumatori e sia per il business delle aziende. Complice la pandemia, la crescita del mezzo e dei social media, ha di fatto velocizzato la diffusione del social commerce, che ha aperto nuove opportunità di vendita e consente di raggiungere in modo più efficace la GenZ.

A parlare delle nuove frontiere dell’e-commerce agli NC Digital Awards sono stati Andrea Lombardi, media and distribution director We Are Social, Giulio Finzi, retail leader InTarget e Marco Zanardi, presidente Retail Institute. Quest’ultimo è stato proprio il primo a prendere la parola fornendo dei dati di scenario: “Il retail sia fisico che digitale ha un fatturato globale di 27 trilioni di dollari, di questi 5-8 trilioni sono sul digitale. In Italia, il fatturato del retail ammonta invece a 542 miliardi di cui 85% fisico e 15% digitale”.

La realtà, a oggi risulta essere caratterizzata da una serie di fenomeni molto significativi che costituiscono le basi dello sviluppo del social commerce: il cambiamento generazionale, l’ingresso della tecnologia in maniera consistente in tutti i settori e la globalizzazione che hanno portato a una volontà da parte di molti attori di lavorare sull’automazione e sulla digitalizzazione. In particolare, a trainare questo mercato è l’ambito mobile che consente di facilitare le attività, non a caso il telefono costituisce il 71% affermandosi come mezzo protagonista del mondo e-commerce. A definire invece cosa sia essenzialmente il social commerce è Lombardi che ha spiegato come quest’ultimo sia “andato a ridisegnare il processo di acquisto rendendolo molto più rapido, è infatti un fenomeno figlio dell’attuale cultura dell’accesso veloce. Per due motivi: il primo è la possibilità di targetizzazione che le piattaforme social danno ai venditori e il secondo è il contenuto che può essere interpretato andando a rispondere alle esigenze culturali e ai trend”.

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Per questo motivo gli influencer sono leve che i brand possono andare a usare per essere culturalmente rilevanti. Le piattaforme stesse forniscono dati ad esempio TikTok dichiara che circa il 70% degli utenti scopre un nuovo prodotto all’interno della piattaforma e anche Meta dichiara lo stesso.

Finzi ha chiarito invece il modo in cui il concetto di omnicanalità agisca sul retail chiarendo come la sfida si giochi tutta sul customer journey che nel tradizionale risulta essere complessa da seguire, per cui la scommessa diventa proprio “quella di analizzare i percorsi in maniera avanzata e sofisticata non in maniera invasiva ma sempre puntuale e mirata”. La retail industry sta infatti avendo una forte esplosione anche nei media in quanto ha un’audience che mescola il fisico e il digitale ei brand devono quindi offrire delle experience digitali in store. “L’interesse per questa ibridazione è forte, posso portare l’esempio di Carrefour che sta cambiando proprio posizionamento in una digital retail company quindi mixa tutte le leve e tutti i touchpoint”, ha spiegato Zanardi. A confermare l’importanza di questo interesse per l’ibridazione è stato Lombardi che ha chiarito però l’importanza di avere un prodotto che lo consente: “Queste nuove forme di commerce hanno aperto a tutti la possibilità di fare social commerce, non ci sono più solo i grandi brand ma anche piccoli e se questi riescono a produrre contenuti rilevanti possono intervenire nel purchase funnel”.

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Un’ulteriore tipologia che è possibile citare è il live social commerce, fenomeno nato in Cina nel gaming e che oggi è arrivato nel mondo delle vendite. Finzi che lo ha citato proprio come una nuova forma di comunicazione e di vendita ne ha spiegato le dinamiche precisando come secondo lui sia una strategia vincente in quanto non statica: “ricorda un po’ la dinamica delle televendite, ma anche delle chat e comprende le funzionalità dell’e-commerce e questa è una tipologia di comunicazione che funziona, sebbene in Europa siamo un po’ indietro”.

Il dibattito termina poi con una domanda posta dal moderatore il quale chiede agli invitati di esprimere la propria idea su come sta cambiando la comunicazione attraverso queste nuove piattaforme in termini di vendita e che tipo di competenze sono necessarie oggi.

La risposta è univoca da parte di Lombardi e Zanardi che vedono della conoscenza del proprio pubblico il mezzo fondamentale per riuscire a muoversi in maniera esatta in questo ambiente: “È importante conoscere il target anche per capire che tipo di esperienza vuole nella fase di acquisto in cui si trova. Per riuscire a fare tutto ciò la cosa veramente importante è cercare di non smettere mai di imparare dai ragazzi che sono quelli che riescono a sbloccare dinamiche che spesso non conosciamo quindi c’è bisogno di informarsi, di conoscere le piattaforme e di usarle. È la conoscenza ciò che serve”, ha spiegato Lombardi e Finzi ha concordato, sottolineando l’importanza della raccolta dati in maniera organizzata e dell’elaborazione.

Zanardi, infine, ha concluso sottolineando come oltre ai dati e le ricerche sia importante che i creativi siano capaci di star dietro ai trend del momento.