Editoriale
C'è poco da ridere
Il Benattigate o "The Italian job", come la stampa inglese definisce il
durissimo confronto tra Sir Martin Sorrell e Marco Benatti, sta assumendo tutti
i contorni di una spy story o di un giallo a tinte forti. Non a caso il Corriere
della Sera di oggi (giovedì 9 febbraio) riporta nelle pagine dedicate alla
Cronaca, non più in Economia o in Finanza, un colorito articolo di taglio basso
zeppo di aneddoti, allusioni e particolari che rendono il contenuto degno della
migliore fiction poliziesca. Il titolo è più che esaustivo: "Spie, liti, donne:
un caso scuote il mondo degli spot", ed è illustrato dalle fotografie dei
protagonisti: a sinistra Marco Benatti, al centro Daniela Weber, a destra Martin
Sorrell. Il pezzo firmato da Massimo Sideri cede l'apertura di pagina al più
famoso Ricucci, al quale fanno da controcanto, in un articolo di spalla, Emilio
Gnutti e Giovanni Consorte: una bella comitiva. A questo punto manca soltanto
che della vicenda si occupi la stampa popolare e scandalistica per chiudere il
cerchio di un caso a metà strada tra la tragedia shakespeariana e la commedia
all'italiana.
Purtroppo, la querelle è molto seria e da ridere c'è molto
poco. In gioco ci sono la reputazione di società e persone e, soprattutto, la
serenità della gente Wpp, soprattutto di coloro non direttamente coinvolti nella
vicenda ma che dalle ripercussioni negative che il duello può generare sul
fronte del business hanno tutto da perdere. In ballo c'è anche, scusate se è
poco, la credibilità di tutto il sistema italiano della comunicazione. Che non
sarà certamente perfetto ma che non è molto diverso, nel bene e nel male, da
quello degli altri paesi europei, dalla Francia all'Inghilterra fino ai paesi
scandinavi. Una credibilità che rischia di essere seriamente compromessa se non
viene fatto un preciso distinguo tra il contenzioso legale che riguarda due
parti precise in causa, e le regole di conduzione del business nell'intero
mercato. A questo proposito il caso Wpp/Benatti potrebbe costituire una utile
occasione per invitare le associazioni più rappresentative del settore – da Upa
ad AssoComunicazione a Unicom – a fare chiarezza sul corretto rapporto tra
cliente-mezzi e agenzie.
Salvatore Sagone
s.sagone@advexpress.it