Editoriale

Cappuccino & Cornetto. '‘na tazzulella e cafè'

Nella sua rubrica quotidiana, Marco Ferri riflette sulle capacità persuasive del caffè. "Non ho ancora capito se sono i ricercatori della University of Queensland ad aver bevuto troppo caffè, tanto da credere a quello che dicono. O se molti dei mali italiani, dalla cattiva pubblicità alla pessima politica, dipendono proprio dalla dipendenza da caffè".

Pare che il caffè aumenti la nostra capacità di essere persuasi. Un espresso vale molto più di tanti dispendiosi regalini scelti ad hoc per perorare la vostra causa. È quanto sostengono gli esperti della University of Queensland in Australia che hanno scoperto che il caffè ha capacità persuasive. Il loro studio, diretto da Pearl Martin, è stato pubblicato sull'European Journal of Social Psychology.

Lo sanno tutti che la caffeina è la sostanza stimolante più consumata al mondo. Ristretto, lungo o aggiunto al latte della prima colazione, è comunque in grado di darci la carica, svegliandoci dal torpore mattutino o del dopo pranzo. Ma che avesse effetti così contraddittori, no, questo proprio non era immaginabile. I ricercatori australiani hanno voluto indagare anche i suoi potenziali effetti sulla tendenza umana ad essere persuasi o convinti di qualcosa, atteggiamento che, per esempio, è alla base del successo della pubblicità. A tale scopo gli esperti hanno coinvolto un gruppo di volontari sottoponendoli ad ipotetiche scelte, riguardanti questioni spinose quali eutanasia e aborto, e cercando di convincerli della validità di una certa scelta.

Gli individui dovevano rispondere e quindi scegliere se accettare o meno la tesi dei propri interlocutori prima e dopo aver bevuto due tazzine di caffè o una quantità simile di una bevanda senza caffeina usata come placebo. Gli esperti hanno constatato che la loro capacità di persuasione nei confronti dei partecipanti aumentava dopo la pausa caffè. Insomma, il caffè non sveglia, rintrona, al punto di farci diventare veri e propri creduloni, incapaci di resistere alle pressioni psicologiche altrui. La tesi avallata dai ricercatori australiani è che la caffeina lavori sulla tendenza umana ad essere persuasi aumentando l'attenzione del fruitore nei confronti del messaggio che gli è proposto.

Inoltre il caffè mette di buon umore e ciò spiana la strada all'accettazione del messaggio o della richiesta di un interlocutore. Immancabilmente, secondo gli esperti la scoperta del potere persuasivo della tazzina potrebbe essere sfruttata nella pubblicità, che, secondo loro, lavora proprio sulla 'debolezza' umana a lasciarsi persuadere, e sulla capacità di catalizzare l'attenzione del destinatario sul messaggio pubblicitario proposto.

Non ho ancora capito se sono i ricercatori della University of Queensland ad aver bevuto troppo caffè, tanto da credere a quello che dicono. O se molti dei mali italiani, dalla cattiva pubblicità alla pessima politica, dipendono proprio dalla dipendenza da caffè, di cui noi tutti facciamo largo uso. Beh, buona giornata.