Editoriale
Cappuccino & cornetto. 'Chi la fa poi non se l’aspetta'
Il Giappone reintroduce l'obbligo delle
impronte digitali per tutti i residenti stranieri, turisti compresi. L''imposizione delle dita' per
tutti i residenti stranieri era stata abolita nel 2000: ora però il governo conservatore del premier
Junichiro Koizumi ha ottenuto dal parlamento l'approvazione di un controverso disegno di legge che
reintegra e amplia le vecchie norme. La sezione nipponica di Amnesty International
ha parlato di una ''legge razzista, fatta passare in nome
dell'antiterrorismo in un clima di crescente xenofobia'.
Secondo le anticipazioni di diversi giornali, sarebbe in preparazione un notevole aggravio dei controlli sui residenti stranieri, ricorrendo a nuovi documenti di identità più dettagliati e a più breve scadenza, nonché a una ''mappa elettronica anticlandestini' basata anche su segnalazioni delatorie. Per essere raggiunto da consorte, figlio, o genitore, per esempio, un italiano che viva in Giappone deve inviare un 'certificato di eleggibilita' all'ambasciata nipponica a Roma, che solo così può avviare le lunghe procedure per il visto. E, per ottenere il certificato in questione all'ufficio immigrazione di Tokyo, occorre fornirgli dall'Italia certificato di nascita, due foto e copia del passaporto del viaggiatore, nonché certificato aziendale di lavoro e certificato di pagamento delle imposte del residente assieme a copia dei suoi documenti di residenza e del passaporto.
Il Giappone, commenta il rappresentante di un'azienda italiana che lì opera ''è davvero il posto dove anche un americano o un europeo possono sentirsi alla stregua di 'extracomunitari'. Evidentemente, non fa piacere essere trattati come le nostre leggi trattano gli immigrati di altre nazionalità. E vorrei vedere. Però, quando durante l'ultima estenuante campagna elettorale, certa propaganda vantava leggi dure contro gli immigrati, a molti è sembrato se non proprio giusto, comunque normale, come se il pugno di ferro contro gli altri fosse una inevitabile necessità.
Il fatto è che se una legge è sbagliata, lo è anche se sembra non toccarci da vicino, quando siamo a casa nostra. E brucia scoprirlo quando si va all'estero, con la valigia piena della prosopopea della stile di vita da difendere. 'Cortigiani, vil razza dannata', canta Rigoletto, uno che di discriminazioni se ne intende. Beh, buona giornata.